Acqua privata, Il consigliere Fargnoli proclama l’allerta. ‘Smantellare Flavia Acque è un’ operazione suicida’.A distanza di 5 mesi dall’insediamento della nuova amministrazione grillina, i comportamenti ambigui della sindaca di Roma Virginia Raggi rappresentano una coltellata alla schiena sia per gli enti locali che per le aspettative dei movimenti per l’acqua pubblica che in forza del referendum ne avrebbero gradito l’attuazione. Sono stati traditi 27 milioni di cittadini italiani che col loro voto hanno detto forte e chiaro “No” alla privatizzazione. Ed ora, che succede? Perchè tutto sta andando diversamente e la sindaca risponde picche e fa gli interessi del privato, una multinazionale, Acea ato2, e continua a spedire lettere di sollecito agli enti locali intimando la cessione immediata delle reti idriche a chi sta dimostrando nei fatti di non essere all’altezza di prendersene cura?
Per noi di Ladispoli basta guardare al pessimo esempio offerto da Acea nella vicina Cerveteri, dove i cittadini da anni sono afflitti da ritardi negli interventi di manutenzione e totale incertezza sui tempi di risoluzione delle problematiche, ormai all’ordine del giorno in centro e nelle frazioni.
C’è una battaglia in corso che vede coinvolti i comuni del nostro ambito, ed il Presidente Zingaretti questo dovrebbe saperlo già da un pezzo. Ci chiediamo oggi se il nostro Presidente risulta anch’egli allineato alle scelte prone e scellerate dell’amministrazione Grillina, asservita ad Acea, o se invece tenderà a tutelare i cittadini da questo paventato scippo organizzato.
L’amministrazione capitolina a 5 stelle, prima delle elezioni, aveva garantito pieno sostegno e volontà di sottrarre l’acqua alle logiche del mercato, ma oggi fa esattamente l’opposto: mette il bene pubblico nei tentacoli delle lobbies che hanno come unico obiettivo i dividendi e la mercificazione del bene inalienabile, la nostra acqua, mettendo a rischio la qualità del servizio, il controllo delle tariffe, e persino la salvaguardia della salute dei cittadini che non hanno alcun interesse a cedere la gestione ottimale in house in cambio di un pugno nello stomaco.
Il Comune di Roma, non dimentichiamoci, che pur essendo proprietario del 51% delle azioni di ACEA, non avrebbe strumenti di garanzia per effettuare una puntuale supervisione sulle regole. Acea è una società quotata in Borsa e come tale resta soggetta a discipline che ne tutelano l’indipendenza sui mercati privatistici.
In sintesi: chi controllerebbe il controllore? L’assemblea dei soci conterebbe davvero? La maggioranza delle quote azionarie resterebbe realmente nelle mani del pubblico senza ingerenze?
Non ci sentiamo assolutamente tutelati, ne come amministratori, ne come cittadini. Presidente Zingaretti, non si giri dall’altra parte..! Tutti siamo al corrente che la sindaca Raggi, contro il popolo dei suoi stessi elettori, ha incontrato di recente i vertici di ACEA S.p.A. per concordare con questi le strategie, non di risanamento, bensì di cessione al mercato delle aziende comunali.
La cosa “ci puzza” molto, soprattutto se si intende rinunciare a scegliere il management della società, dismettendo le stesse prerogative del socio di maggioranza, comportandosi come un azionista qualsiasi che aspetta di incassare utili da una gestione spesso trascurata se non raffazzonata.
Per non parlare del programma di governo del Movimento 5 Stelle che ha come punto fondamentale la ripubblicizzazione definitiva del servizio idrico. Un obiettivo che passa innanzitutto per la riconquista della gestione del servizio da parte delle amministrazioni locali e la partecipazione democratica. Ma qui siamo al tutto e il contrario di tutto, e forse è vero che qualcuno sta confondendo l’acqua col vino. Concludo proclamando la massima allerta sulla questione invitando a rispondere partiti e movimenti che sinora hanno giocato a fare gli struzzi; L’acqua non si svende: ‘Perdere Flavia Acque per Acea è un operazione suicida’.
Gabriele Fargnoli, consigliere comunale indipendente