Indispensabile per tiroide, intestino, sistema immunitario e sintesi dell’insulina. Deficit o eccesso sono causa di malattia
E’ stato definito “il minerale della vita”, in quanto è determinante per la nostra salute averne un adeguato livello nell’organismo. Eppure si stima che circa la metà della popolazione mondiale potrebbe essere a rischio di deficit di zinco, nonostante la sua assunzione dipenda da un fattore apparentemente banale come il cibo, specie da alimenti proteici di origine animale, immagazzinandone circa il 70% in ossa, pelle e capelli, il resto nel fegato, reni e muscoli.
Perché è così indispensabile?
“Lo zinco è un oligoelemento vitale implicato in numerosi processi metabolici. Ha un ruolo chiave nel metabolismo dei carboidrati, dei grassi e delle proteine, agisce come attivatore per molti ormoni, aiuta nella sintesi, conservazione e creazione dell’insulina e svolge alcune funzioni nel sistema immunitario, necessarie per prevenire numerose malattie. E’ determinante nella regolazione della pressione arteriosa. Insieme alla vitamina A è un nutriente indispensabile per le mucose e per la produzione di acido nello stomaco, un basso livello può anche causare permeabilità intestinale e numerose altre problematiche” ci spiega la naturopata Monica Bertoletti, Naturalmente sani, alias Monique Bert, ideatrice del gruppo fb Medicina Evolutiva, Naturopatia e Detox e coautrice Tiroide Approccio Evolutivo, gruppo fb creato dal dr Andrea Luchi.
Che legame c’è tra tiroide e zinco?
“Occorre aver chiaro – spiega la naturopata – che Zinco, vitamina E, vitamina A e Selenio, lavorano insieme in molti processi, compresa la sintesi dell’ormone tiroideo. Il deficit di uno qualsiasi di questi composti determina una riduzione della produzione di ormone attivo.
Lo Zinco, insieme a Rame e Selenio, è coinvolto nella conversione del T4 in T3. Integrazioni con Zinco ristabiliscono il normale funzionamento della tiroide in pazienti carenti, anche con normali livelli di T4. Nelle varie malattie della tiroide i livelli di Zinco nel siero sono correlati alle dimensioni del gozzo, alla concentrazione di T3 libero e agli autoanticorpi tiroidei nella tiroidite autoimmune. Se siete ipertiroidei però attenzione, perché lo Zinco stimola l’attività della tiroide!”
Da cosa dipende il livello di zinco?
“Lo zinco viene assorbito attraverso cibo. Di conseguenza- sottolinea Bertoletti – il livello di zinco dipende quasi esclusivamente dalla nostra dieta. (E dalle interazioni con altri minerali antagonisti, organi e sistemi). Il corpo regola quindi la quantità di zinco che assorbe ed elimina per ottimizzare la sua concentrazione. Se si mangia in modo sbilanciato, lo zinco assunto è insufficiente e l’organismo non riesce a compensare questo deficit: ne consegue una carenza di zinco. Però occorre tener presente che la moderna agricoltura impoverisce i terreni di molti nutrienti e minerali tra cui anche lo zinco. Il livello di zinco può anche essere influenzato negativamente dallo stress, da varie malattie come cirrosi epatica e diabete mellito, ma anche dall’assunzione di farmaci come gli anticoncezionali che sono ladri di zinco e di altri minerali. Un tipico sintomo della carenza sono le macchie bianche sulle unghie, che si presentano anche se c’è un eccesso del suo antagonista, il rame”.
Quali sono i cibi ricchi di questo minerale?
“Tra le principali fonti ci sono ostriche, i pesci in generale, il fegato di vitello, carni bovine, ovine e suine, i funghi, il cacao, le noci e il tuorlo d’uovo. Anche i cereali e il formaggio tipo grana ne sono ricchi ma occorre tenere presente che i cibi che contengono fitati come i cereali o proteine del latte come la caseina o elevate quantità di calcio, ne possono ridurre l’assorbimento da parte dell’organismo, inoltre non sono cibi da considerare sani per tutti”.
Deficit: intestino ed autoimmunità
“Lo zinco è un antinfiammatorio, una sua carenza può originare infiammazioni intestinali e delle mucose, sia per il suo ridotto utilizzo, sia per il ridotto assorbimento e l’intestino, se mal ridotto, può innescare reazioni infiammatorie a catena provocando anche l’autoimmunità alla base dell’Hashimoto (e di altre patologie autoimmuni, gravi). Il corpo assorbe lo zinco attraverso l’intestino. Di conseguenza, le persone che soffrono di problemi intestinali sono frequentemente affette da carenza di zinco. Ciò include le malattie infiammatorie croniche dell’ intestino come il morbo di Crohn, la celiachia, la colite ulcerosa e le resezioni di grandi parti dell’ intestino tenue”.
Depressione ed appetito: lo zinco che ruolo ha?
“Lo zinco, col magnesio, è un rilassante naturale. in particolare la carenza di magnesio (e in misura minore di zinco) ci trasforma in ansiosi e depressi. Questo minerale mantiene la sensibilità alle papille gustative e regola i livelli glicemici e l’appetito, soprattutto quando questi si alterano nelle forme depressive. Inoltre si è visto che lo zinco è spesso carente nel sangue dei pazienti con l’Alzheimer e la malattia di Parkinson. Ma viceversa un eccesso di zinco, specie se accompagnato da un eccesso di rame, diventa un co-fattore di agglomerazione della placca beta amiloide, che produce radicali liberi capace di distruggere i neuroni, soprattutto se l’omocisteina è alta, insieme ad altri cofattori non oggetto di questo articolo, diventando concausa di demenze e Alzheimer”.
Qual è il fabbisogno giornaliero?
“Si aggira intorno agli 11 mg, ma nell’Hashimoto si raccomanda fino a 20 mg di Zinco al giorno.
Non facciamocelo mancare – conclude Monica Bertoletti – tenendo presente che un’integrazione adeguata richiede la supervisione di un medico esperto, sia per la tipologia di minerale migliore per noi, sia per la gestione delle quantità e delle finestre di pausa, per non rischiare di avere più danni che benefici”.
di Miriam Alborghetti