«Se ci penso mi viene lo schifo, eravamo cento cani sopra una gatta, però che devo fare, la carne è carne». (Angelo)
Palermo, 1953. Una 19enne va al bar con Angelo, un amico che non è il suo fidanzato, e che le fa bere alcol e fumare qualcosa. Spuntano sei tizi che lei non ha mai visto prima, la trascinano barcollante in un vicolo buio. «Mi vuoi far stare sola con questi, ma sei pazzo?», protesta. «Andiamo, forza che ti piace», risponde Angelo mentre i sei - il più giovane sta per compiere 18 anni, il più vecchio ne ha 22 - la stuprano.
«No, basta, smettetela», li implora, la zittiscono a schiaffi e pugni. «Stiamo facendo un bordello», si vantano, «uno stupro di massa». Nessun passante interviene. Alla fine la ragazza, piegata dal dolore, chiede un'ambulanza. Angelo si rifiuta, teme le forze dell'ordine, la abbandona con un'ultima frase: «Le abbiamo fatto passare il capriccio».
La ragazza va in ospedale, dove le trovano lesioni e lividi, e dalla polizia. Fra il suo racconto e quelli dei clienti del bar, gli agenti acciuffano i sette. Ma i familiari li difendono («Quella è una poco di buono», grida una madre), gli accusati la minacciano («Le chiudo le narici con una testata») e la loro versione (invece di stare con il fidanzato se l'è andata a cercare, e comunque «la carne è carne») trasforma la vittima nella colpevole. Che ritira la denuncia.
Palermo, 2023. A parte l'epilogo (la denuncia procede) e i video sui cellulari, la storia è come l'abbiamo immaginata 70 anni fa. Gli psicologi se la prendono con il disagio, il porno, l'assenza di educazione sessuale. lo parlerei di educazione punto e basta, un'educazione marcia: come hanno scritto sugli striscioni a Palermo, «Lo stupratore non è malato, è figlio sano del patriarcato».
«La carne è carne» non è l'intuizione di un ventenne, è la frase che si è sentito dire mille volte dagli adulti della sua vita - padri, madri, nonni, zii, amici. Noi di F e @thatsfabofficial ci ribelliamo a chi riduce la preda a un pezzo di carne da stuprare e il predatore a un pezzo di carne schiavo dei suoi istinti. Donne e uomini non sono carne, #IONONSONOCARNE. @sonolucadini