VIOLENZA VERSO L’UOMO

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violenza

Quando si parla di violenza si pensa sempre che la vittima sia la donna mai l’uomo.

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Dottoressa Anna Maria Rita Masin
Psicologa – Psicoterapeuta

Ultimamente molti studi evidenziano che i dati sulla violenza dell’uomo perpetrati dalla donna esistono anche se con numeri inferiori e con delle differenze. Probabilmente anche questi dati devono essere considerati come la punta dell’iceberg di violenze sotterranee che non vengono denunciate perché gli uomini hanno la certezza di non essere creduti oppure sono convinti che gli venga risposto che ciò che hanno subito o che continuano a subire sia la conseguenza o una sorta di difesa dei loro originari comportamenti violenti.

Solitamente la violenza sull’uomo si esprime nei seguenti campi:

 

1- lavoro: molti sono gli uomini che subiscono molestie sia da parte del capo maschile che femminile e “sono per il 97% delle vittime donne e per l’85,4% delle vittime uomini”; i comportamenti molesti sono gli stessi sia verso gli uomini che verso le donne riguardano molestie fisiche e verbali, pedinamenti, esibizionismo, ricatti sessuali.

2- social: la differenza delle molestie o di “furto delle credenziali” nei social le cui vittime sono o maschi o femmine è minima.

3- ambito domestico: l’uomo può subire violenza fisica e psicologica sia da parte del partner maschio che femmina; la violenza psicologica si manifesta con insulti ed umiliazioni anche davanti ai figli e amici o parenti che riguardano sia l’ambito lavorativo che sessuale nonché con paragoni con altri uomini da cui emerge un messaggio implicito di forte denigrazione; si aggiungono, poi, minacce, anche davanti ai figli, di togliere beni e risorse fino a mandare in rovina, di impedire i contatti con i figli, di suicidio o di grave autolesionismo in caso di separazione; la violenza fisica può manifestarsi con spinte dalle scale, graffi, morsi, capelli strappati, lancio di oggetti fino anche a comprendere folgorazioni con l’elettricità, dita schiacciate nella porta e pugnalate.

4- separazione: senza voler minimizzare il fenomeno del “padre fantasma” dopo la separazione, è necessario evidenziare che nell’ambito di separazione civile per ottenere il massimo degli alimenti alle volte la ex- moglie tende a manipolare aspetti della realtà in modo esagerato oppure anche a portare delle testimonianze false; una mia collega mi ha raccontato che la ex-moglie di un suo cliente, per ottenere ciò che voleva, portava delle prove false (uso di stupefacenti, violenze fisiche dell’uomo verso lei e i figli) che erano assolutamente infondate e addirittura al limite di denuncia per diffamazione.

5- esclusione genitoriale: questo è un fenomeno più diffuso di quanto si pensi e si ha dopo una separazione quando uno dei due genitore tende ad impedire la continuazione del corretto legame tra i figli minori e l’altro genitore. Spesso capita che al padre venga impedito di frequentare e di avere una relazione significativa con i figli, ma può essere anche il contrario. Le vittime principali sono i figli che porteranno dentro di sé per anni le conseguenze di questo evento.

L’esclusione parentale si ha quando un genitore impedisce all’altro (al padre nel caso di questo articolo) di vedere i figli con costanza oppure quando un genitore dipinge ai figli una figura paterna inadeguata e diversa dalla reale, attraverso continue denigrazioni esplicite da parte della madre e, spesso, dei suoi famigliari.

Dottoressa
Anna Maria Rita Masin
Psicologa – Psicoterapeuta Psicologa Giuridico-Forense
Cell. 338/3440405

www.psicoterapeutamasin.it
Cerveteri – via Prato del Cavaliere, 5
Ladispoli – via Firenze, 76

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