VINO SÌ, VINO NO

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Sistematicamente ci imbattiamo in articoli che osannano le proprietà del vino, salvo poi leggere tutto il contrario di tutto su altre riviste. Lasciando a medici e scienziati la diatriba “tecnica”, pensiamo sia opportuno, se proprio non ne possiamo fare a meno, bere con moderazione e scegliere vini di qualità.

Sulla tipologia di uva utilizzata e sul sapore finale non entriamo nel merito, perché i gusti sono troppo personali. Pensiamo sia utile, però, considerare le qualità oggettive del vino. Ma cosa si intende per qualità?

In commercio si trovano vini a basso costo che di vino hanno ben poco. Sono più bevande a base di uva visto il corpo e la struttura dalla scarsa personalità (molto spesso sembrano annacquati), la cronica mancanza di gusto e aromi. Nessuna soddisfazione sul palato, i sentori olfattivi inesistenti e il giorno dopo si ha un bel mal di testa. Un discorso da considerare è la presenza di pesticidi nel vino. A riguardo molto interessante risulta l’analisi de “il salvagente” che focalizza l’attenzione sul vino, probabilmente, più famoso al mondo: il chianti.

La famosa rivista ha voluto mettere alla prova 14 bottiglie, analizzandone residui di fitofarmaci e anidride solforosa. Purtroppo sono stati rinvenuti fino a 9 pesticidi nella stessa bottiglia. Allora forse meglio rivolgersi ai vini biologici, biodinamici o comunque “naturali”. Per essere catalogato come vino biologico o vino biodinamico bisogna rispettare i parametri necessari definiti dai disciplinari di produzione o dalle associazioni responsabili del rilascio del marchio. In altre parole deve essere certificato.

I vini naturali sono vini che prevedono un intervento invasivo dell’uomo praticamente nullo se non per le buone pratiche di coltivazione e produzione. I vignaioli naturali praticamente seguono religiosamente le pratiche previste dall’agricoltura biologica e biodinamica, ma sono sprovvisti di certificazione. In generale l’agricoltura biologica è un sistema di produzione che offre determinate garanzie. Comprare biologico vuol dire scegliere per sé e per i propri cari un cibo sano, buono e onesto, ottenuto senza sostanze chimiche di sintesi, senza OGM, liberi dalle neurotossine, senza diserbanti (ormai presenti in tutte le falde acquifere), fertilizzanti chimici, radiazioni, additivi dannosi, e senza la possibilità di creare microrganismi resistenti agli antibiotici.

Ma significa anche sostenere un’agricoltura fonte di vita, lottare contro il saccheggio dell’ambiente, rispettare gli animali, salvaguardare la biodiversità del pianeta e la salute degli addetti ai lavori. Insomma proteggere la salute di tutti, la propria e anche quella di chi ancora non mangia biologico. Quindi vini biologici, biodinamici e naturali non prevedono alcun intervento chimico in vigna. In alcuni casi e solo se strettamente necessario si utilizzano rame e zolfo per proteggere le vigne, mentre in cantina sono banditi i lieviti selezionati, ma gli unici microorganismi responsabili della fermentazione sono lieviti e batteri già naturalmente presenti sulle uve in fase di raccolta.

Un capitolo a parte è costituito dai solfiti. I solfiti sono molecole composte da ossigeno e zolfo il cui compito è quello di prevenire l’ossidazione degli alimenti. Svolgono quindi una funzione antiossidante e antimicrobica, e possono essere presenti sia naturalmente, sia aggiunti. Nei soggetti ipersensibili, i solfiti possono scatenare la manifestazione di alcuni effetti collaterali tra i quali: asma, difficoltà respiratoria, fiato corto, respiro affannoso e tosse. Molti associano il mal di testa post bevuta proprio alla presenza eccessiva dei solfiti.

Occorre precisare che di norma i solfiti sono naturalmente presenti in piccole quantità (generalmente sotto i 10 mg/l). Quindi l’espressione “vino senza solfiti” fa riferimento al valore totale in questo caso pari a zero ed esistono, in realtà rarissimi casi di vini senza alcun solfito. Esistono poi i vini “senza solfiti aggiunti”, ma che contengono comunque solfiti sviluppati naturalmente, ma sempre in una quantità inferiore ai 10mg/l.

Quindi per quanto riguarda i solfiti, la differenza tra un vino biologico e un vino tradizionale è determinata dalla quantità utilizzata (nettamente inferiore nei vini bio). In definitiva, per quanto scritto sopra, se proprio non possiamo fare a meno di un bicchiere di vino, meglio limitare le quantità e scegliere vini di qualità biologici o naturali.

Fisioterapista – Educatore alimentare

Alfonso Lustrino
Fisioterapista
Educatore alimentare

Socio del negozio “BEN DI BIO”
Prodotti biologici e articoli ecologici
Via Ancona, 170 – Ladispoli