Via Duca degli Abruzzi chiede aiuto al sindaco Grando

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di Felicia Caggianelli

Sconforto, indignazione e a volte anche rassegnazione.

Nella voce e nello sguardo della gente sono state queste le sensazioni in cui ci siamo imbattuti percorrendo via Duca degli Abruzzi. La più antica strada di Ladispoli, dove scelsero di abitare anche Roberto Rossellini ed Anna Magnani. A condurci in via Duca degli Abruzzi sono state le segnalazioni dei residenti e dei commercianti che hanno lanciato un appello alla nuova amministrazione comunale per segnalare lo stato di abbandono in cui versa da anni questa arteria che attraversa tutta il centro di Ladispoli, collegando la città da via Flavia a via del Mare. Un abbandono che per almeno dieci anni è stato dimenticato dai precedenti inquilini del palazzetto comunale come ci hanno raccontato le persone che abbiamo incontrato.

“A nulla sono servite le varie segnalazioni agli organi competenti – si lamentano i commercianti –  l’assenza delle istituzioni sembra aver preso da anni la residenza in zona”.

La maggior parte degli intervistati ci ha raccontato quello che da tempo sono costretti a fare per mantenere vivo quel barlume di decoro e dignità che negli ultimi anni sembrava quasi essere diventato un optional per chi ha amministrato la città. Sono proprio i commercianti a sentirsi abbandonati a se stessi, costretti a mettere mano al proprio portafoglio per sopperire alla mancanza di adeguate strategie pregresse intente a garantire il decoro urbano pubblico che di fatto spetterebbe alla classe politica che guida una città. Andando a ritroso e sfogliando le voci desunte dai capitolati di spese, spesso enunciate anche dal neo eletto sindaco Grando quando era all’opposizione in Consiglio comunale negli anni passati, la cifra stanziata per mantenere pulita la città si aggirava intorno ai 500 mila euro mensili, un investimento spropositato a fronte di servizi che non si sono minimamente avvicinati agli standard qualitativi richiesti e di scarsi se non nulli controlli di monitoraggio del lavoro svolto. Non era una novità, infatti, che passeggiando nelle vie limitrofe del centro ci si imbattesse in signore che armate di scopa e paletta raccoglievano rifiuti, fogliame ed escrementi con una rassegnazione negli occhi e per una sorta di quieto vivere. E di quei fantomatici 500 mila euro mensili per tutta Ladispoli, soprattutto a via Duca degli Abruzzi i residenti giurano che non si sono visti nemmeno 10 euro.

“Un piccolo spiraglio di luce – hanno riferito i commercianti- si intravide nel 2006 ovvero quando una parte della via fu sottoposta a lavori di rifacimento che  interessarono l’intero apparato fognario della zona, con tanto di separazione delle acque chiare da quelle scure, nonché del manto stradale. Ci fu anche uno stravolgimento del numero di parcheggi. Molti furono soppressi per far spazio a delle sproporzionate isole sopraelevate con tanto di sedute e fioriere destinate a riprodurre delle aiuole in zona e anche l’illuminazione  fu interessata  da questi lavori. I vecchi ed obsoleti pali dell’illuminazione pubblica lasciarono il posto a lampioni dal design più moderno e accattivante. Una parte di via Duca degli Abruzzi, ovvero quella che dalla vetrina laterale dell’istituto bancario si sviluppa fino all’incrocio con via Trieste, dopo mesi di lavori era tornata ad essere una via decorosa. I primi mesi si  avvertì la voglia di far sì che la strada mantenesse un certo decoro urbano. Era pulita  e c’era una certa attenzione anche per quanto riguardava le aiuole che venivano innaffiate periodicamente. Ma ben presto  iniziammo ad avvertire le prime ravvisaglie di lavori eseguiti non proprio a regola d’arte e uno stato di abbandono che è andato crescendo con gli anni fino ad oggi”.

Quali sono i disagi quotidiani?

“La pulizia della strada  – proseguono esercenti ed abitanti – viene eseguita alle 18, un po’ tardi per una strada centrale che rappresenta uno dei biglietti da visita per coloro che transitano per il centro la mattina. Le griglie sono tutte intasate, in alcune addirittura si può notare la presenza di agglomerati di grasso mentre in altre proliferano erbe infestanti e fogliame secco in strati. Altra nota dolente è la riduzione dei parcheggi ed il restringimento della strada per far spazio a quelle che più che isole verdi possiamo chiamare tombe che di fatto hanno inferto un duro colpo alle attività commerciali. E poi il problema più grande sono le fogne. La rete fognaria non funziona ed a nulla sono servite le varie segnalazioni”.

Cosa succede quando piove?

“I bagni di alcuni negozi si intasano, c’è chi si è allagato e ci sono stati anche avvistamenti di topi nella strada. Addirittura c’è chi mette mano al portafoglio e chiama la ditta dello spurgo per prevenire disagi quando piove. In generale è una statada molto abbandonata. L’incrocio con via Trieste è scomodissimo, immettersi su via Duca degli Abruzzi è reso non proprio comodo per la circolazione di auto e furgoncini, adibiti al carico e scarico delle merci, dalla presenza dei due mausolei, isole verdi, poste su entrambi i lati della carreggiata spesso responsabili di danni alle auto a causa della porzione di isola che si affaccia sulla carreggiata di marcia. I marciapiedi sono costeggiati da una serie di paletti di ferro alcuni divelti, alcuni presentano la base arrugginita, altri addirittura sono stati tolti non del tutto, ovvero i resti sporgono di circa tre quattro centimetri dal marciapiede e costituiscono un vero e proprio tabocchetto il giorno e soprattutto la sera vista la presenza di attività di ristorazione e non solo nella zona. Noi confidiamo nella nuova amministrazione che per dieci anni dai banchi dell’opposizione ha denunciato tantissime cose che non andavano. Ecco, non chiediamo che sia partato a termine il 100% delle cose dette, ci accontentiamo che si riesca a intervenire positivamente sul 30% delle situazioni che non vanno in città. Apprezziamo il fatto che da quanto si è insediata la nuova Giunta il neo eletto sindaco Grando abbia sottolineato l’importanza di fare politica in strada e noi questo vogliamo. Ovvero che l’amministrazione che ci rapresenta sia un amministrazione presente, che ascolti la voce dei cittadini, non ci sembra di chiedere l’impossibile e siamo speranzosi”.