Due delle città d’arte italiane più belle sott’acqua: uno scenario apocalittico.
In queste ore non si parla d’altro: Venezia e Matera in ginocchio per il maltempo. Prove tecniche dell’inverno che ci attende, due delle più belle città d’Italia colpite e affondate: il fango è nell’anima?
Il dramma di Venezia. Acqua alta da record a Venezia, ha raggiunto un picco di 187 cm, per poi iniziare a defluire. Drammatico il bilancio della marea straordinaria che ha inondato la città, che ha rischiato di essere sommersa. Danni per centinaia di euro: negozi allegati, dove tutto è andato perso. Gente in strada attonita, era dal 1966, quando furono toccati i 194 cm d’acqua, che non si assisteva ad un scenario così disastroso.
Apprensione per la Basilica di San Marco, allagata, e per la Cripta, completamente sommersa. Il Teatro La Fenice resterà chiuso per due giorni almeno, con il sistema elettrico e antincendio in tilt. Si torna a parlare di cambiamento climatico con il Ministro dell’Ambiente Costa, che parla di un “innalzamento del livello del mare ormai strutturale da affrontare con con azioni efficaci”. Ma non doveva esserci il MOSE? La colossale barriera mobile anti-marea in difesa della laguna, i cui lavori sono iniziati nel 2003, dovrebbero terminare nel 2021. Intanto ci si chiede cosa resterà da proteggere per quella data. C’è chi sostiene che i cassoni incernierati sul fondo siano già danneggiati e inagibili. Il maltempo non ha investito solo Venezia, anche Matera, la Capitale della Cultura 2019.
Matera sotto al fango. Un violento nubifragio si è abbattuto su Matera, nelle prime ore di mercoledì 13 novembre, dove il meteo non è stato troppo gentile. Acqua a fiumi, fango e detriti hanno invaso le vie della città. Riversati sui ‘Sassi’, Patrimonio Unesco, e lungo gli storici Rioni. Ingenti danni alle persone e alle abitazioni, dove l’acqua è penetrata all’interno, fortunatamente non ci sono feriti. A Policoro, oltre al nubifragio, una tromba d’aria ha devastato capannoni agricoli e culture. Le frequenti alluvioni che colpiscono il sud d’Italia, la Calabria in particolare modo, hanno negli anni generato frane devastanti, morti e feriti. Ogni anno, in questo periodo ritorna la memoria dei tanti episodi. Una Regione fantasma a rischio, calcolato e ignorato, che ci possiamo permettere di perdere?
di Barbara Pignataro