A quattordici anni, nella fattoria di famiglia, un ragazzino assisté alla macellazione di un maiale.
Daniel Watson, così si chiamava il giovane, smise di mangiare carne e alla fine abbandonò anche i latticini. Era il 1924. Da adulto vide che anche altre persone condividevano il suo interesse per una dieta esclusivamente vegetale. Ed ecco nato il veganesimo, un termine da lui stesso coniato. La differenza con i vegetariani sta nel fatto che i vegani non consumano alcun alimento di provenienza animale come latte e latticini, uova, miele ecc.
La sua eredità continua ancora oggi a influenzare la nostra cultura. Secondo i risultati dell’indagine dell’Eurispes, nel 2023 ha intrapreso la scelta vegetariana il 4,2% del campione mentre è vegano il 2,4% (in totale 6,6%). Sembrano numeri relativamente piccoli, ma il trend è in costante aumento Cosaspingelepersoneaquestascelta?Inprimisl’amorepergli animali, ma anche per la propria salute e per quella del pianeta. Molti statunitensi credono che la carne sia una parte importante di una dieta sana. Il governo ne raccomanda il consumo di 2-3 porzioni (140-170 g.). Per fortuna la nostra dieta mediterranea, invece, contempla un uso più moderato. L’OMS consiglia di limitare la carne rossa e di evitare gli insaccati.
Importante ricordare che la produzione di carne è responsabile del 15% delle emissioni di gas serra, e il disboscamento per ottenere terreno da pascolo distrugge ogni anno 27.000 km2 di foresta tropicale. Anche se c’è dibattito sulle cifre reali, è chiaro come gli animali mangino tonnellate di cereali altrimenti destinati alle persone (si parla del 75% dei terreni coltivati destinati a mangimi per animali!). Inoltre la crescita demografica evidentemente sta facendo crescere la domanda di proteine animali, ma al tempo stesso anche di vegetariani e vegani. Con il loro aumento la grande distribuzione ha fiutato l’affare e negli ultimi anni si sono moltiplicati i prodotti disponibili al supermercato. Purtroppo, però, non sempre vegan fa rima con salute infatti leggendo la lista degli ingredienti in alcuni casi si resta inorriditi. Chi segue una linea vegana spesso si interessa solo di eliminare i prodotti di derivazione animale; capita, quindi, che si sostituisca il burro con la margarina (un grasso idrogenato non esistente in natura, ottenuto in laboratorio: il grasso peggiore per la nostra salute) oppure con olii di pessima qualità, si cercano surrogati vegetali di “salumi” e “formaggi”, i cui sapori “emulanti” sono ottenuti da aromi chimici, esaltatori di sapidità e altri additivi sintetici, che nulla hanno di naturale. E allora la scelta perde la valenza etica e si ripercuote negativamente sulla nostra salute e su quella del pianeta.
Gli scienziati hanno creato nuove forme di carni a base vegetale, gradite anche dai carnivori. I distributori dei pasticci a base vegetale Beyond Meat affermano che l’86% dei propri clienti sono carnivori. Ad essere sinceri il sapore di alcuni di questi alimenti “simil carne” o “simil formaggi” è decisamente gradevole, ma purtroppo leggendo le etichette molti sono composti da ingredienti pessimi. Allora si ritorna sempre al punto fondamentale dell’alimentazione: imparare a leggere le etichette. Ad esempio abbiamo preso in esame alcuni formaggi a pasta dura “tipo Parmigiano” (senza offesa per il Parmigiano). Escludendo quelli con una lista poco affidabile abbiamo valutato il “Gon###”: acqua, fecola di patate, farina di ceci, lievito alimentare, sale, aromi naturali (ingredienti da agricoltura biologica). Tutto sommato un’ottima lista. E per fortuna i casi non sono isolati anche per quanto riguarda la lista degli affettati vegani di qualità. Vegetariani e vegani oggi sono in fibrillazione perché è ormai probabile l’autorizzazione da parte degli organi competenti della carne proveniente da tessuto coltivato di carne.
Da approfondire sicuramente gli aspetti inerenti eventuali rischi, ma innegabile risulterebbe l’apporto positivo per l’ambiente e per la sofferenza animale. In merito sospendiamo il nostro giudizio. La scelta di diventare vegetariano o vegano è solo da apprezzare, ma è necessario essere seguiti da un professionista dell’alimentazione (per evitare scompensi), prediligere prodotti freschi (frutta, verdura, legumi, cereali, frutta secca ecc) e non elaborati, nel caso di cibi industriali optare per quelli con una lista degli ingredienti migliore e possibilmente biologici. Inoltreivegetariani,soprattuttosevegani,dovrebbero prevedere l’assunzione di un integratore di vitamina B12, o utilizzare cibi addizionati con questa vitamina. La B12, infatti, si trova praticamente solo nei prodotti di origine animale e chi ne assume troppo poca rischia carenze nutritive gravi e irreversibili. Vegetariano sì, vegano sì, ma con attenzione.