Vecchia quercia: si dice di una persona anziana ma in ottima salute, oppure di una persona forte e robusta in generale. È una espressione riferita anche ad individui di grande saldezza morale o grande forza d’animo, capaci di far fronte alle difficoltà e di sopportare e reagire alle avversità della vita senza lasciarsene abbattere. A Fidel Alejandro Castro Ruz, il rivoluzionario e leader maximo cubano morto novantenne, può senza dubbio essergli attribuita l’espressione “vecchia quercia”.
Da alcune settimane la sua hermosay maravillosa tierra è scossa da proteste di piazza senza precedenti nella storia della Cuba socialista. La ragione precipua viene attribuita alla grave crisi economica e pandemica, accentuata da un embargo odioso che non giustifica assolutamente la situazione di penuria e del severo controllo sulle libertà di espressione in cui vivono molti cubani. L’aumento della cesta basica del mangiare (creata nel 1961 con prezzi assistiti), con defaticanti code che terminavano a volte col giungere alla meta quando tutto era finito, è stata la scintilla che ha causato l’incendio al grido di “libertad”. Un amico cubano, esule con la famiglia, attivamente partecipe della rivoluzione dei barbudos, fin dagli anni settanta, mi ha raccontato una storia che ricorda molto quanto viene attribuito all’arte di arrangiarsi dei napoletani: “Un camion del Governo ha il compito di consegnare 1000 polli congelati ad un albergo per turisti. Si ferma da me e mi vende 10 polli. Continua e fa la stessa cosa con altre persone. Quando arriva all’hotel quello che riceve i polli firma la bolletta in cui risulta che ha scaricato 1000 polli. In realitade ne sono arrivati 600. Soluzione semplice: le porzioni per i turisti sono diventate più piccole. A Cuba questo si chiama resolver. Arrangiarsi insomma”.
Quanto può aver influito su questa situazione di conflitto aperto la morte di Fidel? La tempra da “vecchia quercia”, la sua arte oratoria, eccellenza di molti uomini di potere sudamericani, il rifarsi all’origine incontaminata della Sierra, sarebbero ancora riuscite a convincere la massa di giovani sotto i trent’anni, da tempo disillusi e sordi alle roboanti promesse dei leader e che non riconoscono nel socialismo cubano il loro futuro? Ed a proposito di vecchie querce desidero porre l’attenzione sulla quercia della Madonna dei Canneti, un simbolo quanto i tumuletti della Cerveteri amata. Da tempo, da parte di alcuni concittadini, viene segnalato con preoccupazione lo stato di salute di questa sentinella centenaria. Molte le fronde dalle foglie ingiallite più del normale cambio di stagione, la vigoria sembra venuta meno: sembra di assistere all’inizio della fine. Sono in molti a suggerire le ragioni: caldo terribile e contemporanea mancanza d’acqua,parassita sconosciuto, normale deperimento per vecchiaia, altro ancora.
Sarebbe doveroso, qualora non sia stato ancora fatto, che le autorità incaricassero un botanico esperto, non uno dei tanti intruglioni più infestanti della parietaria officinalis, così da comprenderne le cause e immediatamente intervenire per salvaguardare la quercia simbolo.
Di Angelo Alfani