VALENTINA OLLA AL MUSEO ORTO BOTANICO DI ROMA

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Rita Levi Montalcini

CON LO SPETTACOLO SU RITA LEVI MONTALCINI, A DIECI ANNI DALLA SCOMPARSA DEL PREMIO NOBEL.

Rita Levi Montalcini, neurologa, accademica e senatrice a vita italiana, Premio Nobel per la medicina nel 1986: a quasi 10 anni dalla scomparsa anche il teatro vuole celebrarne il genio e l’eredità con lo spettacolo “Rita, un genio con lo zucchero filato in testa” di e con Valentina Olla e Sabrina Pellegrino, che ne cura la regia, prodotto da Uao Spettacoli e patrocinato da AISM, Associazione Italiana Sclerosi Multipla, in scena a Roma il 24 luglio alle ore 21.

Il Museo Orto Botanico di Roma, per l’occasione visitabile, sarà cornice per lo spettacolo, inserito nella rassegna “E-state insieme” del Teatro 7 di Roma diretto da Michele La Ginestra. Immersi nella rigogliosa vegetazione del museo a cielo aperto, gli ospiti scopriranno la storia di una giovane autrice, nella fattispecie la Olla, che si ritrova a scrivere uno spettacolo sulla vita di Rita Levi Montalcini: un’impresa quasi impossibile, apparentemente. Nulla sembra essere abbastanza intelligente, le parole diventano banali di fronte alla grandezza di una mente così elevata.

La scrittrice inizia così un percorso di fantasia a ritroso nel tempo nella vita della scienziata dall’ “anima imprendibile”, entrando con l’immaginazione nei panni della madre, della sorella e di Rita stessa da ragazza.

La vita e i pensieri della scrittrice cominciano un pò per volta ad intrecciarsi a quelli della scienziata, a volte in sintonia, a volte assolutamente agli opposti, in un monologo surreale a più voci, nel quale intervengono un giornalista impertinente interpretato da Marco D’Angelo e la musica di un pianoforte, le cui note sono accarezzate da eleganti movimenti coreografici.

“Sono emozionata – spiega Valentina Olla – perché è un progetto che mi ha travolto: era partito come un semplice reading, visto che la Montalcini ha scritto tantissime cose molto interessanti. Successivamente, mi sono accorta che la figura di questa donna è un concentrato di materiale umano che volevo e voglio raccontare: scienza, guerre, discriminazione di genere, la difficoltà di affermarsi in un mondo di uomini ed io mi sento di riassumere quanto ho imparato dalla vita di una ragazza di 103 anni. Lo spettacolo è ambasciatore di grande speranza, sia per i giovani (lei stessa diceva che il futuro è nelle loro mani) sia per gli anziani perché la Montalcini ha sostenuto con innumerevoli prove scientifiche che il cervello continua a crescere se allenato e, dunque, l’anziano va tutelato dalla società e tenuto vivo con degli interessi; credo che sia un messaggio positivo. Mi sento di dire che Rita Levi Montalcini non ha mai cessato di vivere, è ancora qui, con noi ed ora più che mai, in questo momento così complicato per il mondo, abbiamo bisogno dei suoi insegnamenti”.

L’ironia dell’autrice e la saggezza della scienziata, attraversano 100 anni di storia, per ritrovarsi alla fine a parlare tra loro come due vere amiche. Ed è proprio da questo incontro di fantasia che germoglia il coraggio della scrittrice di iniziare a scrivere il suo spettacolo, perché come le ha suggerito la sua “amica” Rita, “nella vita bisogna osare, mai rassegnarsi o arrendersi. Bisogna tenere lo sguardo verso la luce… e le ombre poi ti cadranno alle spalle”.

Il progetto vanta il patrocinio di AISM, Associazione Italiana Sclerosi Multipla. Un sostegno importante da parte di un’associazione, di cui la Montalcini è stata Presidente e Presidente onorario, che ha messo al centro della sua azione i bisogni delle persone con SM e ha dedicato impegno e energie alla ricerca scientifica, riservando una particolare attenzione ai giovani ricercatori, che a lei stavano molto a cuore. In virtù di questo impegno, AISM ha creato il premio e la borsa di studio Rita Levi Montalcini dedicata proprio ai giovani ricercatori e ai ricercatori senior. “Vedremo la luce in fondo al tunnel” era la frase che ripeteva sempre.  AISM ha fatto tesoro del patrimonio culturale che Rita Levi Montalcini ha lasciato in eredità e da oltre 50 anni promuove, indirizza e finanzia la ricerca affinché si possa arrivare a trovare le cause di questa malattia e quella cura che ancora non c’è.