VACCINI-GATE, GREEN PASS E L’EMENDAMENTO FARSA

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L’emendamento non abolisce il Green Pass, ma pone “fine” al suo impiego nelle strutture sanitarie.

di Miriam Alborghetti

A febbraio 2022 si scopre che EMA, l’ente europeo per la sicurezza dei farmaci, avrebbe opposto diniego alla richiesta di accesso agli atti per i report periodici di sicurezza dei vaccini adducendo motivazioni a dir poco bizzarre tra cui il segreto militare, mentre Il 2 dicembre 2022 AIFA dichiara in tribunale di non possedere affatto la suddetta documentazione.
Il 5 dicembre 2022 il CEO di Pfizer, Albert Bourla, rifiuta per la seconda volta di comparire davanti al Parlamento europeo per un’audizione sulle trattative portate avanti con la Commissione Ue per la fornitura di vaccini. Trattative sui cui gravano non poche ombre al punto da indurre l’intervento di due organi di vigilanza, l’Ombusman europeo e la Corte dei Conti. Il 10 ottobre 2022 “La Procura europea (Eppo) conferma di avere un’indagine in corso sull’acquisizione di vaccini Covid-19 in Ue. Questa eccezionale conferma arriva dopo l’altissimo interesse pubblico. Nessun ulteriore dettaglio sarà reso pubblico in questa fase” è quanto si legge nel sito della stessa Procura [1].

La questione dei contratti Pfizer chiama in causa la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in particolare la scomparsa degli sms intercorsi tra von der Leyen e Bourla per gli accordi preliminari dell’acquisto dei vaccini. Uno scambio di messaggi svelato dal New York Times ad aprile 2021. «Quei messaggi non si trovano più» avrebbe risposto la Commissione europea. L’11 ottobre scorso Pfizer ammette che il vaccino non è mai stato testato per bloccare i contagi e, ciliegina sulla torta, il 16 dicembre 2022 il ministero della Salute israeliano afferma davanti al tribunale di non essere in grado di trovare l’accordo firmato con Pfizer in merito alla condivisione delle informazioni epidemiologiche sui vaccini e di non sapere se l’accordo sia stato firmato. Insomma, il bubbone rischia di scoppiare e i media centrali fanno fatica a contenere il tanfo che proviene dalla grande cloaca alla vaccinara. Ma ecco che divampa il Qatargate, una squallida storia di mazzette che coinvolge alcuni europarlamentari e un paese arabo “non inclusivo”. Un evento capitato a fagiolo, quasi provvidenziale, su cui puntare i riflettori lasciando in zona d’ombra inquietanti verità su quello che è stato definito dal sociologo francese Laurent Mucchielli “il più grave scandalo sanitario della storia” [2].

Un’occasione da non lasciarsi sfuggire per la stessa von der Leyen per invocare più trasparenza ma non certo sulle sue trattative per i vaccini. Detto in sintesi il Qatar-gate sta al vaccino-gate quanto la pagliuzza nell’occhio altrui sta alla trave nel nostro. La bufera mediatica intorno a una questione come il Qatargate, su cui la gente può scaricare 5 minuti di odio antieuropeista, produce un effetto soporifero, atto a calmare gli animi rispetto ai problemi ben più drammatici di cui l’UE è responsabile. In questa fase di interludio le oligarchie al potere necessitano di anestetizzare l’opinione pubblica convincendola che quanto è successo nei 34 mesi scorsi è oramai acqua passata: Scurdámmoce ‘o passato. Scurdámmoce dell’estate 2021 quando il governo dei Migliori istituì il nazipass con la menzogna che il certificato verde fosse garanzia di stare tra persone non contagiose. Scurdámmoce di quella mattina del 15.12.21 quando vennero cacciati da scuola docenti, collaboratori, dirigenti scolastici, per aver rifiutato un trattamento sanitario sperimentale rischioso e dall’efficacia evanescente. Scurdámmoce di tutto.

Ed è in tale contesto che il 13 dicembre scorso in Senato è passato l’emendamento al decreto Rave grazie al quale non sarà più richiesto di esibire il Green pass per entrare nelle RSA e negli ospedali, né sarà più necessario per gli accompagnatori per sostare nelle sale d’aspetto dei pronto soccorso. Un emendamento di sicuro effetto, che crea l’illusione che il green pass sia morto e sepolto, mentre è vivo e vegeto. Non è stato infatti abrogato il dpcm dello scorso 2 marzo che prolungava di due anni e mezzo la validità del qr code del GP. Quindi il suo dispositivo tecnico è attivo. Come spiega Alessandro Rico su La Verità “[..] in fondina, il potere conserva una pistola carica. Rimettere il colpo in canna può essere questione di una crisi politica, un cambio di esecutivo, di un’emergenza vera o costruita”. L’emendamento non abolisce il Green Pass, ma pone “fine” al suo impiego nelle strutture sanitarie. Una fine che il governo Draghi aveva fissato al 31 dicembre. Il governo Meloni con un emendamentofarsa toglie il Green Pass al momento della sua scadenza. Teniamo presente che il decreto dovrà passare alla Camera fra Natale e Capodanno. Insomma, la classica presa per i fondelli.

Che la stagione del certificato verde sia tutt’altro che archiviata ce lo hanno detto i grandi della Terra che al punto 23 della carta di Bali hanno teorizzato passaporti sanitari per viaggiare per far fronte alle future pandemie; l’ha ribadito l’Ue, nel documento realizzato dal Consiglio per la salute; l’ha confermato la Consulta legittimando il regime di segregazione dei non greenpassati; ce lo ha spiegato nei mesi scorsi Colao presentando il wallet sistem, un green pass all’ennesima potenza; ce lo assicurano gli Dei del capitalismo della sorveglianza che puntano sul green pass multiuso come strumento essenziale dell’identità digitale e veicolo della moneta digitale attualmente allo studio presso la BCE e il 90% delle banche centrali. Il potere non ha alcun motivo di seppellire uno strumento di controllo come il Green Pass, dal momento che i cittadini docilmente lo hanno accettato ed avallato. Fallita l’opposizione nelle piazze, sconfitti alle elezioni i partiti antisistema, soccombenti i ricorsi nei tribunali, ad uscirne trionfante è l’élite dominante che ha cavalcato la fanta-emergenza per mettere il guinzaglio alle masse e salvare il sistema finanziario dal collasso a spese dell’economia reale.

Sul campo, restano le vittime: il popolo immiserito e privato della sua dignità. Restano i deceduti e i danneggiati “da nessuna correlazione” abbandonati al loro destino. Restano gli effetti sociali: fratture profonde fra amici, familiari, colleghi. Restano i tracolli economici, lavorativi e psichici. Resta la sconsolata constatazione che tutto quello che ci è stato inflitto, non è stato abolito bensì legittimato e avviato alla “normalizzazione” nell’indifferenza dei più.

[1]https://www.eppo.europa.eu/en/news/ongoing-eppoinvestigation-acquisition-covid-19-vaccines-eu?fbclid=IwA R2h1ThUB9QCdiLHFWzwrD0cxpexPojNrYpj8M9laPr442nirY o073d-k9g

[2] Martina Pastorelli, “La pandemia è stata il più grave scandalo sanitario della storia”, La Verità, 18/12/22