VACCINI ANTI CANCRO, SCIENZA O ILLUSIONISMO?

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VACCINI ANTI CANCRO, SCIENZA O ILLUSIONISMO?
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Eccesso di mortalità che la “Scienza” attribuisce al clima.

 

DI MIRIAM ALBORGHETTI

A febbraio 2020 modelli matematici elaborati da centri epidemiologici sovvenzionati dalla Gates Foundation profetizzarono un catastrofico numero di morti covid. Si decretò che passeggiare nei boschi fosse nocivo, fu aperta la caccia all’asintomatico e vietato ai bambini di ciondolarsi sull’altalena. Una virologa spiegò che la erre moscia e la zeppola erano come le ali di un elicottero che spargono goccioline infettive. Per salvarci dovevamo salutarci con il gomito, mascherarci con la qualunque, anche con la carta forno, non uscire di notte, non passare il confine tra Ladispoli e Cerveteri, Natale con i tuoi senza cantare, il green pass è libertà, il vaccino è amore. Caposaldo delle vette “scientifiche” fu l’annuncio che con la terza dose saremmo stati protetti per 5-10 anni.

Poi abbiamo scoperto che nel computo dei decessi covid ci finivano tutti, pure i morti annegati, che il patogeno aveva una letalità reale simile a quella di un’influenza, che il metodo del lockdown aveva già dimostrato con Ebola di essere fallimentare, che la Svezia, senza lockdown, senza maschere e senza obblighi vaccinali, è tra i pochi paesi a non registrare un eccesso di mortalità, che l’obbligo di mascherina è a-scientifico, che i vaccini anti covid non sono né sicuri né efficaci, che la protezione da essi offerta è evanescente fino a diventare negativa.

Quanto al mantra che “i vaccini prevengono la malattia grave”, tre osservazioni:

1) si tratta di una tesi sostenuta SOLO da dati osservazionali epidemiologici governativi;

2) i trial clinici dei vaccini NON mostrano alcun beneficio a riguardo e anzi la nota analisi secondaria di Peter Doshi rivela nei medesimi trial un notevole eccesso di reazioni avverse GRAVI rispetto ai ricoveri covid risparmiati;

3) si fa sempre più concreta la tesi secondo cui la paradossale riduzione della malattia grave in assenza di effetti apprezzabili su contagio e malattia lieve NON sia dovuta tanto all’immunizzazione specifica quanto a un effetto immunosoppressivo aspecifico che pare aumentare con le dosi.

I recenti servizi di Fuori dal Coro mostrano che AIFA e Ministero hanno attuato una sorta di attività di depistaggio per nascondere i problemi di sicurezza che via via emergevano sui vaccini, facendo addirittura pressioni per impedire che la Procura sequestrasse i lotti sospetti.
La “Scienza” aveva assicurato che la spike prodotta dal vaccino sarebbe rimasta nel braccio solo per qualche minuto e invece quella tossina è ancora presente nel corpo 60 giorni dopo la vaccinazione. “Almeno” 60 giorni, perché gli studi si fermano a due mesi. Dopo di che, cosa succede, Dio solo lo sa. Se si crepa, però, la correlazione può essere riconosciuta solo nel caso in cui il decesso avvenga entro 14 giorni dall’inoculo. Al contempo – e badate bene all’inghippo – si considerano “non vaccinate” le persone vaccinate da meno di 14 giorni, così da rendere incomprensibili le cause di eccesso di mortalità molto superiore alla media e alle aspettative registrate in Italia, in Europa e nel mondo nel 2021/ 22.

Eccesso di mortalità che la “Scienza” attribuisce al clima.
“Dopo aver spergiurato che gli pseudo vaccini covid erano tra i prodotti più sicuri della storia farmaceutica, ora i piazzisti della narrativa hanno un problema serio. Devono trovare una scusa convincente per l’eccesso di mortalità che si continua a registrare in tutti i paesi più vaccinati, senza precedenti in tempo di pace per ampiezza e durata”. (Alessandro Bagnato) Perché il castello di menzogne non crolli, è più che mai necessario distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dagli orrori del passato, proiettandola verso un futuro radioso. “Quanto più emergono rivelazioni inquietanti su come AIFA e altri organi istituzionali prendevano le loro decisioni quanto più la letteratura scientifica evidenzia il numero e la vastità delle reazioni avverse post-vaccino, [..] tanto più cercano di spostare il fuoco della discussione in avanti, quasi sottintendendo che il sacrificio della vaccinazione di massa non è stato vano, perché è stato un passo necessario verso la terra promessa in cui scorreranno latte e miele” (cit. Giubbe Rosse).
Ed ecco che gli “scienziati” d’avanspettacolo sono tornati alla carica per rilanciare l’annuncio aziendale di Pfizer&Moderna: l’arrivo entro il 2030 di vaccini mRNA, per il cancro, le malattie cardiovascolari e autoimmuni. “Basta ciarlatani, basta – commenta l’anatomopatologo Paolo Bellavite

L’unica ragione plausibile per cui hanno tirato fuori l’argomento è per coprire il fallimento degli intrugli anti-covid, deviando le illusioni su un altro tema. Di concreto progresso medico scientifico inteso come studi clinici seri non c’è nulla. Proprio nulla”. Sulla questione è intervenuto il farmacologo Marco Cosentino: “Va detto che quel che Moderna presenta come “il più grande spettacolo dopo il big bang” è quel vaccino individualizzato anti-melanoma i cui effetti al momento non sono statisticamente significativi. D’altra parte, va detto pure che se per certi giornalisti i vaccini di Moderna e compagnia furono “risolutivi contro il covid”, tutto può essere. Basta crederci”.

La ragione per cui delle terapie geniche vengono “smerciate” come vaccini è duplice:

1) “La parola vaccino sta lì perché sono mRna in nanolipidi, e siccome ce li hanno spacciati per vaccini ora non possono dire “abbiamo sviluppato la terapia genica contro i tumori”. La gente è stata portata in un campo di illusioni” (Giovanni Fraiese).

2) “se li chiami vaccini, la verifica del funzionamento avverrà solo ed esclusivamente rispetto alla capacità di stimolare l’immunità riducendo così il rischio di una malattia, di regola infettiva, se li chiami farmaci invece li devi studiare in dettaglio per i loro effetti su organi e apparati, devi documentare dove si distribuiscono, in quali organi e tessuti, per quanto restano nell’organismo e come e dove vengono eliminati, devi fare esami di laboratorio prima e dopo la somministrazione per verificare eventuali funzioni alterate.

E se li chiami terapie geniche devi, oltre a tutto questo, verificare anche se si integrano nel genoma e quanto, come e dove e se questo fa danno e quanto e come ecc. I vaccini covid si sono insinuati in una crepa (delle tante) della normativa: sono “farmaci” prodotti sulla base di biotecnologie sviluppate per “terapie geniche” ma sono stati chiamati “vaccini”. Che è la ragione principale per cui di questi prodotti non sappiamo praticamente nulla e li usiamo sostanzialmente alla cieca” (Marco Cosentino).

L’etichetta “vaccino” è dunque una gallina dalle uova d’oro, che consente da una parte di ILLUDERE la gente giocando sull’accezione comune della parola “vaccino” come prodotto in grado di prevenire malattie non ancora insorte e dall’altra di AGGIRARE gli iter autorizzativi.