Nello Storico Teatro dell’opera di Roma si è svolto il convengo di Unindustria, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati.
L’Assemblea Generale degli imprenditori di Roma e del Lazio è stata presieduta dal Presidente di Unindustria Angelo Camilli, durante la quale sono stati affrontati temi importanti, protagonisti degli ultimi anni che hanno caratterizzato il nostro Paese.
Il primo a intervenire è stato il Sindaco di Roma Roberto Gualtieri, il quale ha precisato che l’Italia ha bisogno che Roma sappia assumere il ruolo di Capitale del Paese e le grandi responsabilità che ne derivano.
La Pandemia ha messo a dura prova l’economia della Città, già indebolita dai duri anni precedenti. Al contempo sta reagendo con forza e determinazione.
È presente un sistema economico attrattivo per gli investitori di tutto il mondo e settori avanzati, i quali vanno sostenuti nelle loro capacità di crescita e innovazione. Questo è possibile grazie a un grande spirito di unità e compattezza.
Il Sindaco ha annunciato, inoltre, che, come amministrazione, cercano di dare il loro contributo, avanzando ad esempio la decisione di chiudere integralmente il ciclo dei rifiuti sul territorio di Roma, cercando di superare una situazione che costituisce un elemento indegno di una Capitale come la nostra.
Per raggiungere i giusti obiettivi è necessario lavorare insieme, animati da un forte spirito di coesione e di unità, in particolare in un momento drammatico come quello della guerra tra Russia e Ucraina, per il popolo della quale vi è un forte sentimento di solidarietà. Un senso di forte unione che è stato presente per il periodo pandemico e che non mancherà nella difficile sfida di crisi economica.
Il Presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti, in accordo con il concetto di coesione del Sindaco, ha fatto una riflessione sul fatto che è inevitabile fare i conti con l’impatto che la guerra sta avendo sulla ripresa economica del nostro Paese e “di fronte a questo scenario”, aggiunge il Presidente “non dobbiamo fermarci, perché siamo in condizione di non farlo”. Al primo posto c’è la vita delle persone, nei confronti delle quali le Istituzioni hanno un’ulteriore responsabilità, ovvero quella di fornire risposte alle aspettative di giustizia e di futuro dell’Italia e dell’Europa.
“Di strada ne è stata fatta tanta, ma ancora molta è da percorrere e sfide decisive ci attendono. Possiamo contare su un’Europa che non è solo risorse”, ha aggiunto Zingaretti “ma anche un modello da seguire, con strategie industriali chiare, priorità definite e che condividiamo”.
Inoltre, il Presidente ha annunciato che il 13 maggio verrà lanciata la nuova programmazione europea 2021 – 2027, che potrà contare su quasi 4,5 miliardi di risorse. L’obiettivo principale, dunque, è trasformare queste opportunità in un modello di sviluppo all’altezza di un tempo che ha bisogno di crescita.
Sono stati stanziati molti fondi sulla mobilità, per favorire progetti di insediamento e ampliamento di attività produttive e molto altro. Sono state raddoppiate le risorse per la ricerca, che passeranno nel quinquennio da 180 milioni a 500 milioni.
Tuttavia, Zingaretti è consapevole del fatto che le risorse non sono sufficienti ed esiste ancora una difficoltà, che riguarda la burocrazia. La qualità dell’amministrazione, infatti, colpisce tutti noi, le imprese in particolare.
Occorrono, dunque, idee chiare che segnino fasi nuove.
Durante il convegno, il Presidente della regione Lazio ha comunicato che, nei giorni scorsi, è stata avviata un’iniziativa con il Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi e con tutto il Governo, tra cui il Ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani. La Regione Lazio ha chiesto la sospensione, eccetto le fasce ripariali, del Decreto di Perimetrazione del Sin della Valle del Sacco.
Terminando il suo intervento Zingaretti ha annunciato che quello del convegno è stato il suo ultimo saluto da Presidente, garantendo che la sua presenza sarà ugualmente molto forte per l’amore che lo lega alla sua terra.
Il Presidente Unindustria Angelo Camilli ha introdotto la sua conferenza ricordando i due anni agitati dalla tragedia pandemica, che è successivamente sfociata nella sanguinosa guerra tra Russia e Ucraina.
I profondi danni provocati all’economia, alla società e ai giovani (studenti, docenti dell’ITS del Lazio sono stati invitati a partecipare al convegno), hanno reso necessaria un’attenta programmazione, soprattutto a livello europeo, in cui è fondamentale sviluppare e ampliare le capacità tecnologiche e produttive, i mercati e i prodotti, oltre a fornire servizi migliori rispetto agli altri Paesi.
Il conflitto russo-ucraino sembra essere destinato a durare a lungo e l’impatto sull’economia, in particolare quella italiana, rischia di essere devastante.
In questo clima di incertezze “la fiducia è un bene primario per il mondo delle imprese”, ha sottolineato il Presidente Camilli.
Il crollo pandemico del 2020 ha messo in ginocchio il nostro Sistema Paese, non solo di fronte alla politica energetica, ma anche a quella industriale. Nello scenario attuale, l’Italia occupa inesorabilmente una posizione di debolezza.
Sono, dunque, necessari sostegni mirati per le imprese, in particolare per i settori energivori, come è già prassi in tutta Europa.
“La Regione Lazio”, ha concluso il Presidente di Unindustria “può continuare ad essere un esempio per il Paese, come è accaduto nel caso dell’emergenza sanitaria, anche in questo nuovo momento di difficoltà economica”.
Dopo aver preso la parola, il Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Mariastella Gelmini ha espresso il suo consenso alla partecipazione al convegno degli studenti dell’ITS del Lazio, poiché, parlare di formazione significa porre al centro dell’attenzione una riforma centrale del PNRR (Piano internazionale di Ripresa e Resilienza), il quale assegna alla struttura dell’ITS 1 miliardo e mezzo di risorse che servono a colmare non solo un profondo mismatch formativo (un problema per i ragazzi, i quali faticano a costruire un futuro certo e solido in Italia), ma anche un disequilibrio che riguarda le imprese, le quali devono competere con altre realtà, nelle quali la formazione terziaria è più sviluppata.
Tutti insieme dobbiamo lavorare affinché la Riforma dell’ITS possa essere completata in Parlamento il prima possibile.
Le preoccupazioni dei cittadini sono le stesse del Governo, proprio perché tutti, indistintamente, hanno riscontrato il forte impatto sulla quotidianità. Si è verificata, infatti, una considerevole riduzione della crescita, determinato dagli ultimi eventi che hanno sconvolto il mondo.
Il Governo lavora duramente, specialmente in termini di energia, con 21 miliardi già stanziati a favore di famiglie e imprese. “Un nuovo decreto”, ha informato il Ministro, “è in via di definizione per un intervento di altri 6 miliardi euro”.
Per la prima volta il Governo affronta il duro impatto causato dal caro-energia e prova, al contempo, ad uscire da una situazione di forte dipendenza dall’estero per quanto riguarda la produzione di energia e del fabbisogno nazionale.
“Molte novità sono alle porte”, ha concluso il Ministro Gelmini. Si avrà una semplificazione su tutte le procedure per gli impianti di produzione di energia rinnovabile e un’importante svolta dei rigassificatori, semplificando le procedure.
Tutto questo sottolinea l’attuazione di un principio costituzionale, quello della leale collaborazione, in base al quale i diversi livelli di governo devono cooperare fra loro.
Il Presidente Confindustria Carlo Bonomi ha preso la parola ricordando che la crisi è nata ancora prima della recente guerra. A partire da settembre, infatti, è stato registrato un rallentamento, ma le richieste e le indicazioni sono rimaste inascoltate.
Le tre grandi manovre di finanza pubblica che, nell’arco degli ultimi 3 anni hanno mosso risorse considerevoli, sono il Reddito di cittadinanza, per il quale nei primi due anni e mezzo è costato 20 miliardi e nella ultima Legge di Bilancio è stato rifinanziato per altri 10 miliardi.
La seconda manovra è la Quota 100, che ha innalzato del 17% la spesa previdenziale sul Pil, che, entro il 2028, costerà 30 miliardi di spesa previdenziale aggiuntiva.
La terza è stata la somma del Bonus e Superbonus edilizio diventato il principale incentivo alla crescita dell’industria, il quale, tuttavia, non ha raggiunto lo scopo inizialmente ideato.
I tre punti elencati dal Presidente Bonomi, non rispettati in maniera prevista, hanno modificato in peggio gli effetti del conflitto russo-ucraino e portando a ribasso tutte le previsioni di crescita.
Le vere sfide sono, dunque, le disuguaglianze che non hanno risposta da quando l’Italia è stata costituita, come quelle generazionali, di genere, di territori, di competenze.
Flavia De Michetti