Quello che era prevedibile, almeno da parte di chi come il sottoscritto si occupa dell’UNESCO e dei suoi Siti fin dal 1980 (nel 1979 l’Italia ottenne il suo primo Sito Patrimonio dell’Umanità con i petroglifi della Val Camonica) per soddisfare il più possibile, anche in questo senso, il suo “afflato culturale” è avvenuto; infatti la Cina (PRC in acronimo) ha terminato la sua travolgente “rincorsa” al primato mondiale nel possesso dei Siti UNESCO iscritti nella World Heritage List andando ora ad affiancare l’Italia in questa speciale (e molto prestigiosa) graduatoria. Travolgente rincorsa in quanto in pochi anni ha superato “in tromba” la Spagna e già l’anno scorso (2018) aveva messo il “fiato sul collo” al nostro Paese arrivando a quota 53 mentre l’Italia era a 54 e quest’anno (2019) avendo ricevuto due imprimatur mentre il nostro Bel Paese ne ha ottenuto solo uno ha pareggiato il conto a quota 55 per entrambe le Nazioni. Andando a ritroso c’è da ricordare che l’Italia conduceva (e conduce, essendo ancora prima sebbene ex equo) questa classifica mondiale da ben 15 anni (un record assoluto – ndr) già da quando possedeva 39 Iscrizioni ( correva l’anno 2004 e la nostra Penisola ne ottenne ben due uno con l’unicum etrusco di Cerveteri/Tarquinia – Sito Culturale e l’altro con la Val d’Orcia – Sito Ambientale) ed era, all’epoca, seguita dalla Spagna con 37 Siti mentre quelli vaticinati in tutto il pianeta erano 788, mentre ora nel 2019 sono complessivamente 1.121 fra Culturali, Ambientali e Misti (Culturali ed Ambientali insieme – ndr). Comunque vediamo come sono andate le cose, dopo dieci giorni di lavori svoltisi a Baku capitale dell’ Azerbaijan (posta sulle rive del Mar Caspio a 28 metri sotto il livello del mare nella sua relativa depressione geografica – ndr) ove la Committee dell’UNESCO (della quale – e questo va detto ad onore del merito – l’Italia non ne fa e non ne ha mai fatto mai parte) riunita, in sede decisionale, per la sua 43ma sessione, ha vaticinato per la Cina due nuovi Siti uno culturale ed uno ambientale nell’ordine: Le rovine archeologiche della città di Liangzhu e le riserve ornitologiche degli Uccelli Migratori situate lungo la costa del Golfo di Bohai. Mentre l’Italia ottiene il suo unico riconoscimento (e relativa automatica iscrizione nella Word Heritage List) con la Regione del Prosecco e la sua Cultura Agrovinicola, “promossa” quest’anno mentre era stata “bocciata” l’anno scorso. Vi è da dire,dal punto di vista cronachistico, del ritiro, effettuato dell’ultima ora, della proposta italo – franco – monegasca relativa alla candidatura delle “Alpi del Mediterraneo” sfumata, purtroppo, a causa di una non brillante partnership trinazionale. Entrando più nel dettaglio del riconoscimento ottenuto dall’Italia vi è da dire anche del cosiddetto “rovescio della medaglia”ove,al plauso unanime del mondo politico nazionale fanno da contraltare le, non indifferenti, critiche di movimenti e attivisti che in questi anni hanno denunciato più volte lo sfruttamento intensivo della monocoltura del prosecco e delle sue relative colline che starebbe intaccando proprio lo stesso Sito riconosciuto oggi dall’UNESCO. Quest’anno i nuovi Siti inseriti nella lista sono stati 29 su 37 presentati, si tratta comunque del numero più alto dall’ormai lontano 2004. Nel dettaglio si tratta di 24 riconoscimenti culturali, 4 ambientali ed uno misto a ciò va aggiunto l’ampliamento geografico riconosciuto all’area del Lago Ohrid posto in Macedonia. Sicuramente il luogo più prestigioso e famoso riconosciuto Patrimonio Mondiale dell’Umanità è Babilonia ( ed era ora!). Fra i riconoscimenti sostanzialmente piuttosto peculiari vanno senz’altro annoverati il Guggenheim Museum e la Casa sulla Cascata come a dire la notevole opera architettonica piuttosto ambientalista “targata” USA del famoso architetto Frank Lloyd Wright.
Ritornando in Europa c’è la Spagna ,che è la terza/seconda dietro l’ex equo italo cinese che ha visto iscritto un sito nelle Canarie, e poi si impone la Germania che vede riconosciuta la Augsburg e il sito minerario – condiviso con la Cechia – di Erzgebirge – Krusnohori ed in questo modo scavalca la Francia che ottiene il suo Sito UNESCO con le bellissime isole dei territori australi – antartici. Vi è da dire che l’UNESCO negli ultimi anni sta implementando i riconoscimenti che testimoniano la storia produttiva dell’uomo, come ad esempio antiche ma anche recenti miniere che spaziano un po’ in tutto il mondo dall’Europa Centro -Orientale all’Indonesia ma anche situazioni estrattive e lavorative del ferro che riguardano addirittura il Burkina Faso. Tornando al “duello” verticistico italo – cinese vi è senz’altro da registrare la dichiarazione di mister Cao Lubao sindaco della città di Yancheng che è situata nella Provincia orientale cinese di Jiangsu, dove si trovano le riserve ornitologiche degli Uccelli Migratori situate lungo la costa del Golfo di Bohai che ha detto: “Quanto sia poco veritiera la rappresentazione occidentale che spesso si ha della Cina, come di un paese dedito solo ed esclusivamente all’industrializzazione e che avrebbe poca attenzione per cultura e ambiente”. Teoricamente l’Italia potrebbe ancora vantare il primato nei Patrimoni dell’Umanità se non fosse che il Sito UNESCO di San Marino ed il monte Titano è considerato quello di uno stato straniero e quindi ecco perché Italia e Cina guidano appaiate la classifica della World Heritage List e poi chi scrive già si immagina possa essere tacciato di preconcetti quando già afferma che l’anno successivo (2020) potrebbe essere quello del sorpasso da parte della PRC nei confronti dell’Italia in quanto il prossimo vertice del Comitato UNESCO si terrà proprio in Cina a Fuzhou; una importante città universitaria che conta oltre 7 milioni di abitanti ed è posta alla foce del fiume Min nello stretto di Formosa.
Arnaldo Gioacchini