Un’altra fame: Digiuno e r-esistenza per il ripristino dei diritti contro ogni discriminazione

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Sabato 9 aprile, dalle 17 alle 19 Roma, Largo di Torre Argentina.

Diretta sulla pagina Facebook “Un’altra fame” https://www.facebook.com/altrafame/

Il 31 marzo 2022 è terminato lo stato di emergenza, durato ventisette mesi e occorso ad affrontare con misure straordinarie le contingenze pandemiche. Con il Decreto Legge n. 24, del 24 marzo 2022, il Governo italiano ha dato inizio a un processo di revisione della normativa emergenziale, apparentemente per dare inizio al superamento delle limitazioni delle libertà personali, ma al fine annunciato di costruire una struttura permanente di preparazione e reazione antipandemica. [1]
Da una parte si programma l’accantonamento dei dispositivi green pass base e green pass rafforzato, dall’altra se ne elogiano i successi e si rimane disponibili a giustificarne l’utilizzo. Termina formalmente nel nostro Paese l’emergenza sanitaria; proseguono e si aggravano le crisi dello Stato di diritto, della società e delle esistenze individuali.

Dal primo aprile mezzo milione di adolescenti, a cui è stato negato lo sport per 4 mesi, continuano a non poter praticare attività fisiche e agonistiche al chiuso, con grave danno per la salute del corpo, per il benessere psichico, per la socialità, l’autostima, l’inclusione, la continuità di percorsi formativi portati avanti con passione e fiducia per anni.

Dal primo aprile centinaia di migliaia di sanitari, medici, infermieri, e anche educatori, continuano a essere sospesi dall’ordine professionale e dal lavoro – trovandosi privati in molti casi dell’unica fonte di sostentamento.

Dal primo aprile i docenti sospesi sono stati riammessi a scuola, ma solo per subire la punizione aggiuntiva del demansionamento e vedersi negata l’essenza stessa della propria professione: la relazione con gli studenti.

Dal primo aprile l’accesso a mezzi e locali pubblici, a molti contesti della vita sociale, è rimasto subordinato alla capacità di ognuno di “dimostrare” (nominalmente e non sostanzialmente, peraltro, come è ampiamente dimostrato) una certa condizione del proprio organismo – come se si fosse anzitutto corpi, e poi cittadini portatori di diritti ed esseri umani intrinsecamente degni.

Dal primo aprile, e per i prossimi mesi, come fin dall’inizio dell’emergenza, la scuola è destinata a essere il contesto contrassegnato dalle restrizioni più dure, sproporzionate e dannose, con il persistere di misure antisociali e dell’obbligo di mascherina: una disposizione, quest’ultima, che secondo le massime autorità sanitarie mondiali può avere conseguenze negative sulla socialità, sulla capacità di espressione, sulla relazione paideutica, sulla didattica.

Ciò che è più grave e sconcertante è che dal primo aprile tutto questo sembra essere diventato più accettabile, tollerabile perfino in regime di ordinaria amministrazione. Quanto è annunciato come il ritorno alla normalità sembra piuttosto una normalizzazione di paradigmi politici aberranti e una validazione definitiva dell’eredità della gestione del covid: un lascito destinato a “disciogliersi” nella prassi politico-amministrativa ordinaria e nell’immaginario collettivo, fino a diventare invisibile, pur continuando ad agire e a condizionare la vita del Paese e delle persone.

Turbati e convinti della necessità di un ripensamento collettivo intorno alle politiche pandemiche, già nei mesi scorsi ci siamo attivati, manifestando il nostro dissenso attraverso periodi di sciopero della fame e contributi vari al dibattito pubblico.

Con la stessa mitezza e la medesima determinazione che ci hanno indotti a scegliere un pacifico e radicale coinvolgimento delle nostre persone, sabato 9 aprile saremo a Roma, in Largo di Torre Argentina, a partire dalle ore 17,

  • per testimoniare le nostre profonde convinzioni;
  • per esprimere solidarietà alle persone che sono state discriminate per mesi, e a quelle che ancora oggi lo sono, e continueranno a esserlo;
  • per auto-determinarci come oppositori nonviolenti a politiche irricevibili;
  • per portare in piazza semi di un linguaggio civile diverso e alternativo a quello dell’odio, del disprezzo e dello scontro, che per un tempo troppo lungo è stato il solo modo possibile di confrontarsi pubblicamente;
  • per immaginare un futuro condiviso e condivisibile ma non unanime, comune ma plurale e liberale: il futuro di un Paese che possa dirsi davvero “unito” – e non unito a parole eccetto qualche milione di persone che non sono nemmeno percepite come tali;
  • perché siamo molto diversi tra noi, sul piano politico, culturale, professionale, spirituale, delle scelte concrete; e abbiamo scoperto che queste diversità non ci separano, ma ci nutrono, ci arricchiscono e ci uniscono. Questo è un altro messaggio che vogliamo testimoniare.Interverranno: Licia Coppo, Ivan Crico, Carlo Cuppini, Simonetta Ferri, Gabriella Massa, Enrico Macioci, Luigi Magli, Fabrizio Masucci, Romina Piccolo, Stefano Pietrinferni, Saverio Mauro Tassi (in collegamento), Pieralberto Valli, Valentina Vico.

    Alla ricerca del dialogo con ogni possibile interlocutore, invitiamo cittadine e cittadini, esponenti di forze e movimenti politici, rappresentanti di istituzioni e garanti, operatori di media nazionali e internazionali, a venire a incontrarci.

    Occhi negli occhi, a viso aperto, con desiderio di confronto reale e di una ritrovata prossimità dopo tanto incolmabile distanziamento: è con questa attitudine che vogliamo condividere riflessioni, preoccupazioni, sofferenza, speranza e consapevolezza sullo stato della democrazia, sul destino del tessuto sociale, sulla salute dei più giovani, sulla persistenza di paradigmi politici e culturali che rappresentano l’eredità del covid e devono essere compresi in tutte le loro implicazioni, sul bene comune.

    Come già fatto a metà febbraio al momento di iniziare lo sciopero della fame, chiediamo a Governo e Parlamento di rimuovere immediatamente, permanentemente e in via di principio, ogni forma di green pass, e con questo ogni forma di discriminazione tra cittadine e cittadini.

    [1] Cfr. conferenza stampa del Presidente Draghi e del Ministro Speranza del 17 marzo 2022: < https:// www.youtube.com/watch?v=Qk7VUd7jbrY >, minuto 26:28.

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    Comitato spontaneo “Un’altra fame”

    Aggiornamenti e documenti sulla pagina Facebook Un’altra fame:

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    Per contatti:

    unaltrafame@gmail.com
    Carlo Cuppini 3298068078
    carlocuppini@gmail.com
    Licia Coppo 3200839166 l
    icia.coppo@gmail.com