UNA STORIA AMERICANA

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Arriva in Italia, presentato in anteprima al festival d’Ischia,Io,Dio e Bin Laden, l’incredibile storia diGary Faulkner, l’ex detenuto disoccupato americano che ha cercato di catturare da solo il leader di al-Qāʿida, armato diuna catana, perché glielo avrebbe detto il Signore. Lo interpreta il premio Oscar Nicolas Cage.

di Barbara Civinini

Forse si avverte nel profondo una certa nostalgia del grande sogno americano, che si è andato ad infrangere miseramente sulle Twin Towers. Ma questa volta c’è una grossa novità: a sognare è un ex detenuto, che decide di acciuffare il signore del male, Osama Bin Laden in persona, perché glielo avrebbe detto proprio lui, Dio. Lo stile però non è quello dei grandi dreamers a stelle strisce dell’epoca d’oro di Hollywood. Non c’è nessun angelo Clarence a ricordarci che in fondo il mondo può essere migliore perché basta crederci. La pellicola, che in Italia, arriva con due anni di ritardo rispetto alla proiezione negli States, Io, Dio e Bin Laden, è firmata dal regista e sceneggiatore statunitense di origine ebraica–conosciuto per i suoi film irriverenti, come Borate Brüno– Larry Charles. La storia è ispirata a un articolo del 2010, scritto da Chris Heath e pubblicato dalla rivista GQ, su Gary Faulkner (Nicolas Cage), l’uomo del Colorado che decise di stanare e di catturare da solo il fondatore e leader di al-Qāʿida (Amer Chadha-Patel), perché il Signore (Russell Brand) gli aveva comandato di farlo. Faulkner divenne immediatamente celebre quando si scoprì che, munito solamente di una catana–una spada giapponese usata dai samurai e dagli ufficiali– si era recato in Pakistan undici volte con l’intenzione di uccidere Bin Laden. Come spiega il Produttore Jeremy Steckler, Charles era il regista più indicato per fare il film perché il suo stile è unico e non usa sceneggiatura. Gli piace lavorare su quelli che si chiamano ‘soggetti’, perché permettono a un ruolo di seguire una certa casualità, un suo destino e un realismo che è contemporaneamente arbitrario e casuale.E, poi, tutto sommato, come dice Steckler, Charlesaveva voglia di raccontare una storia che appartenesse ai nostri giorni, una storia americana. Il regista ha lavorato su un soggetto di una cinquantina di pagine, con pochi dialoghi, messi a punto da Rajiv Joseph –drammaturgo che nel 2010 è stato candidato al Premio Pulitzer– a quattro mani con Scott Rothman. Per interpretare il mitico Gary ha scelto il collaudato Nicolas Cage, perché nel cinema americano –ha detto–non c’è un attore più coraggioso, fuori dagli schemi e amante del rischio di lui.Per toccare con mano il personaggio la produzione ha incontratoa Las Vegas Gary Faulkner, un americano di razza o meglio “il Rambo delle Montagne Rocciose”, come è stato soprannominato dai giornalisti di casa. Il vero Gary –ricorda Patrick Newall, il produttore esecutivo–è una leggenda: vive la sua vita al massimo. Lui non pensa mai prima di agire. Quando si mette in testa di fare qualcosa, un ‘no’ non è una parola accettabile per lui.Secondo quanto avrebbe rivelato il fratelloScott al Time, Gary sarebbe arrivato molto vicino al suo ambizioso obiettivo nel corso degli ultimi viaggi in Pakistan.Dunque, un film follecome solo le storie vere sanno essere, commenta sul web il Correre della sera.  Nelle sale italiane è distribuito da Koch Media.