A salvaguardia di questi due “beni comuni e per il benessere dei cittadini”, il Coordinamento Donne Resistenti ha indetto una petizione popolare indirizzata alla Regione Lazio, alla ASL RM4 e ai Sindaci dei rispettivi Comuni. La campagna firme al pubblico partirà in prima battuta domenica 10 marzo in Piazza Rossellini a Ladispoli con un banchetto, ma grazie alla mobilitazione delle volontarie del Coordinamento è già in corso il passaparola e la sottoscrizione di amici e conoscenti. L’appuntamento all’aperto di domenica coincide con le manifestazioni dell’8 Marzo, Giornata Internazionale della Donna, e il Coordinamento tra le altre iniziative intende dare risalto a questa data con il proprio impegno sul territorio in favore di tutta la comunità. Mimosa, firme e un documento programmatico che spiega dettagliatamente le ragioni della petizione che a raccolta ultimata verrà consegnata ufficialmente ai destinatari. Questo il Documento Programmatico Consultori Familiari di Ladispoli e Cerveteri: La Regione Lazio, con Decreto n. U00152/2014 ha approvato le “LINEE GUIDA DI INDIRIZZO REGIONALE PER LE ATTIVITA’ DEI CONSULTORI FAMILIARI”. Nel nostro territorio, a Ladispoli e Cerveteri, sono presenti due consultori familiari (Ladispoli in Via Nino Bixio n.27 e Cerveteri in Via Martiri delle Foibe 95) che rispetto alle citate Linee guida regionali presentano carenze di cui vogliamo evidenziare le principali:
- Non vi operano equipe multidisciplinari “con operatori esperti in campo clinico, psichico e delle relazioni umane”, in un approccio socio/sanitario globale, per il sostegno della famiglia e di tutti quegli obiettivi che riguardano il benessere delle persone. Soprattutto mancano assistenti sociali e psicologi.
- Per tali carenze non sono garantite almeno 14 ore di compresenza dei vari operatori per garantire il lavoro di equipe.
- Di conseguenza le attività rivolte ai giovani soprattutto nelle scuole (educazione alla parità di genere, affettiva, sessuale etc., contrasto del bullismo e della diffusione delle droghe) sono quasi del tutto assenti.
- Gli interventi di contrasto alla violenza di genere sono affidati a soggetti del terzo settore, con un monte ore di attività esiguo e non pienamente integrati nelle attività consultoriali.
- Non sono presenti progetti di sostegno e accompagnamento delle donne in età adulta e “over 65”, per le problematiche connesse all’invecchiamento.
- Manca uno stabile progetto di mediazione culturale per la significativa presenza di popolazione immigrata. Manca uno stabile progetto di mediazione interculturale e d’inclusione per l’accesso ai servizi sociosanitari.
Oggi i consultori sono aperti con un esiguo numero di operatori che ringraziamo perché cercano in ogni modo di supplire alle gravi carenze dei due servizi ma da soli non ce la possono fare.
CI MOBILITIAMO PERCHE’ QUESTE CARENZE POSSONO ESSERE STRUMENTALIZZATE ANCHE DA CHI OGGI VUOLE TAGLIARE ASSISTENZA E SANITA’, SENZA DIMENTICARE LA DISCUSSIONE PARLAMENTARE SUL DECRETO PILLON, ALLA MESSA IN DISCUSSIONE DELLA LEGGE 194 SULLE INTERRUZIONI DI GRAVIDANZA
Chiediamo pertanto che le Amministrazioni in indirizzo si adoperino per quanto di loro competenza affinché:
- La dotazione organica dei due consultori venga in tempi brevi ampliata prevedendo, per ciascuna delle due unità, la presenza a tempo pieno di 1 ginecologo, 2 ostetriche, 1 pediatra, 1 psicologo, 1 assistente sociale,1 infermiere, 1 operatore socio-sanitario, così come previsto dalle citate linee guida.
- I due consultori si dotino di un programma di attività da condividere con le istituzioni scolastiche, con il mondo dell’associazionismo, le organizzazioni sindacali….. affinché il lavoro di prevenzione, promozione, sostegno e cura sia il più esteso ed efficace possibile.
Invitiamo la cittadinanza a condividere con una firma questa battaglia di civiltà. Coordinamento Donne Resistenti