Chiudere il carbone nel 2025, far approvare l’offshore eolico, fare di Civitavecchia il distretto delle rinnovabili, ambientalizzare il porto con il progetto Porto Bene Comune, costruire le Comunità energetiche.
“Le dichiarazioni di Enel di rinunciare al turbogas le rivendichiamo come una nostra vittoria, frutto di un lavoro di controinformazione e di attivismo sul territorio e soprattutto esercizio di intelligenza collettiva di un fronte territoriale che è riuscito ad affiancare, al NO AL GAS, una serie di proposte progettuali alternative che attualmente sono sul tavolo del MITE ed in fase di approvazione VIA, ci riferiamo al progetto dell’Offshore Eolico.
Ruolo importante quello dei sindacati, CGIL, FIOM, UIL, USB, che abbiamo riscoperto con piacere come sindacati di strada insieme e a fianco dei cittadini, che hanno colto al volo l’opportunità storica di sanare una volta per tutte la ferita tra l’ambiente e il lavoro, della CNA, da subito schierata a favore dei progetti green, e dell’Assessora Lombardi, con i due consiglieri regionali favorevoli, che è stata il soggetto istituzionale che più di tutti ha spinto e parlato con Enel per farla recedere dal progetto del turbogas. Non meno importanti sono stati il ruolo che hanno avuto i Consigli Comunali aperti con la Giunta e tutta l’Opposizione, che hanno votato all’unanimità la contrarietà al gas.
Prendiamo per buone e vere le parole dell’Enel, quando dice che ha ascoltato il territorio, perchè il territorio ha parlato forte e chiaro con un’unica voce. Il segreto di questa vittoria è stata una cosa semplice e banale, ma per niente scontata, l’Unità che tutti gli attori in campo sono stati bravi a creare.
Una, dieci, cento, mille Civitavecchia è lo slogan che abbiamo sentito dalla voce di Luciana Castellina e che vediamo nei titoli negli articoli di Mario Agostinelli sulla stampa nazionale ed è il modello di lotta che viene preso ad esempio in tutto il Paese.
Ma niente è dato per sempre e ci troviamo esattamente in mezzo al guado ed i pericoli e le insidie sono tante. E’ ancora tutto da realizzare il progetto di futuro che abbiamo immaginato per Civitavecchia e il suo territorio. Chiudere il carbone nel 2025, far approvare l’offshore eolico, fare di Civitavecchia il distretto delle rinnovabili, ambientalizzare il porto con il progetto Porto Bene Comune, costruire le Comunità energetiche. E ancora, rispedire al mittente il mega biodigestore di 120.000 tonn/annue, insieme al biodigestore di portata più piccola che qualcuno vorrebbe fare, quando anche qui già abbiamo l’alternativa, un impianto aerobico di compostaggio che serva al massimo solo il comprensorio e, ancor più, rigettare a priori eventuali rigassificatori nell’area portuale per trasformare il GNL americano che potrebbe arrivare con le navi.
Civitavecchia ricopre un ruolo importante per il modello di transizione ecologica nazionale che sarà. Diffidiamo delle imitazioni, diffidiamo degli stati generali dell’energia, diffidiamo del carrozzone dell’Osservatorio ambientale, diffidiamo di personaggi che hanno avuto un ruolo importantissimo nell’imporci la riconversione a carbone di TVN e che ora con un colpo di magia si sono trasformati in paladini dell’ambiente e del lavoro: va bene che abbiamo un carro e un cuore grande, ma farci salire tutti non è possibile.
Vigiliamo e rimbocchiamoci le maniche. Un altro futuro possibile di energia pulita, di buona occupazione, di autonomia energetica è solo nelle rinnovabili. La storia ce lo insegna e ci indica la strada.
A firma congiunta: Civitavecchia Bene Comune (Comitato S.O.L.E., No al Fossile, Fridays For Future-Civitavecchia, #mirifiuto, Forum Ambientalista ODV, Il Paese Che Vorrei, PRC Civitavecchia, Europa Verde, Città Futura, Collettivo Autonomo del Porto, Piazza048, Spazio Solidale, Bio Ambiente Tarqinia)”.