Secondo i dati LAV, dal 1970 nei nostri mari si sono diffuse ben 640 specie invasive. Gli animalisti raccomandano il rispetto della Convenzione sulle acque di zavorra. Intanto il Consiglio dei Ministri, per fronteggiare l’emergenza granchi blu, ha stanziato un fondo di 2,9 milioni di euro.
Ormai è allarme: il famigerato granchio blu, all’”anagrafe” marina Callinectes sapidus, possiamo trovarlo praticamente ovunque, dal Veneto all’Emilia Romagna, dalla Puglia alle coste laziali. Con i suoi 23 centimetri e le grosse chele blu non è più soltanto un problema per gli allevatori di vongole, di cui è ghiotto, ma anche per i gestori degli stabilimenti balneari.
E’ originario della costa atlantica, dove è pescato per fini gastronomici ed è anche venduto in Cina, spiega la Lega Anti Vivisezione (LAV), che da anni studia le specie invasive. LAV propone da tempo un programma d’azione che predilige metodi alternativi a quelli letali per controllare la presenza di specie alloctone, cioè non native.
Queste specie aliene, spiega LAV, sono una minaccia alla biodiversità dei mari europei e per questo sono anche oggetto delle politiche dell’Unione Europea. Tuttavia nella stragrande maggioranza dei casi sono state introdotte proprio da noi.
Secondo i dati della Lega Anti vivisezione, dal 1970, ben 640 specie hanno “invaso” le acque europee, con un tasso medio annuo crescente di nuove introduzioni. Tra il 2012 e il 2017 sono state rilevate in media 21,5 specie l’anno, rispetto alle 7 degli anni settanta.
Insomma il granchio blu è diventato un serio competitore di altre specie, perché scarseggiano i suoi predatori naturali, come squali, razze, polpi e tartarughe, in un Mar Mediterraneo sempre meno popolato, afferma LAV. Indubbiamente questa diffusione anomala è un autentico segnale d’allarme, come ha commentato anche fotografo subacqueo Alberto Luca Recchi: “Il granchio blu non è arrivato dalle coste degli Stati Uniti passeggiando, ce lo abbiamo portato noi, dandogli ‘un passaggio involontario’ nelle zavorre piene di acqua delle navi“, come riporta RAI News. Proprio per questo LAV sottolinea l’importanza delle normative vigenti per il controllo dell’introduzione di specie marine attraverso le acque di zavorra.
“La convenzione sulle acque di zavorra stabilisce che le navi che trasportano acque di zavorra dovranno predisporre un piano di gestione e trattamento per garantire la minimizzazione dei rischi. Il piano di gestione dovrà essere specifico per ogni nave e dovrà essere incluso nella documentazione operativa di bordo”.
Il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida, ha incontrato le associazioni di settore, proponendo di trasformare la criticità in un’opportunità. Se c’è consumo e commercio c’è una filiera che si attiva naturalmente: i granchi blu sono una grande risorsa, ha detto. Fra l’altro il ministro ha rilevato che il granchio blu è ricco di vitamina B12, preziosa per l’organismo umano.
Intanto il Consiglio dei Ministri ha autorizzato una spesa di 2,9 milioni di euro per fronteggiare l’emergenza granchio blu. Si calcola che le specie aliene provochino una perdita del 5% del PIL mondiale. Comunque, gli animalisti ricordano che anche i crostacei sentono il dolore, invitando al rispetto di tutti i viventi.
Rubrica a cura di Barbara e Cristina Civinini
Colonia felina del castello di Santa Severa https://gliaristogatti.wordpress.com