di Giovanni Zucconi
In questi giorni L’Ortica è stata al centro di una polemica nata da un mio articolo che riportava alcune considerazioni politiche di Maurizio Falconi, poi eletto segretario del circolo del PD di Cerveteri, e dell’eminenza grigia di UniDem, Sergio Marini, raccolte durante il congresso straordinario del partito che si è svolto sabato e domenica scorsi. Queste “dichiarazioni”, condivise esplicitamente nel discorso programmatico di Franco Caucci, riguardavano un’apertura ad una eventuale candidatura del Sindaco Pascucci in ipotizzabili primarie di coalizione di centrosinistra. Dichiarazioni che sono state in seguito, per me inspiegabilmente, derubricate a chiacchierata tra amici. Continuo a pensare invece che quelle “dichiarazioni”, peraltro mai smentite ma solo puntualizzate, sono state l’unica vera mossa politica strategica che è uscita da un congresso per il resto scontato e che, a mio parere, non doveva essere nemmeno celebrato. Una mossa politica che, sempre a mio parere, era l’unica che potesse sbloccare una situazione di stallo sempre più incancrenita non solo nel PD, ma anche in tutta l’area del centrosinistra. Una mossa che nessuno ha voluto capire, in particolare i due protagonisti a cui era diretta, Alessandro Gnazi e Alessio Pascucci, ed è stata frettolosamente abbandonata da UniDem stessa, per paura di rimanere con un imbarazzante cerino in mano. Abbassata la polvere delle polemiche di questi giorni, rimane l’evidenza di un’occasione persa per il centrosinistra di Cerveteri di arrivare unito alle elezioni amministrative della prossima primavera. Rimane l’evidenza di un comportamento dei tre protagonisti, Falconi, Gnazi e Pascucci, che può essere valutato sia come una mancanza di volontà di trovare veramente un accordo, sia come la mancanza di un minimo di arte diplomatica necessaria per costruire una coalizione. Anche nella scuola politica più scarsa ti insegnano il valore del silenzio in certe situazioni. Una volta si usava il mitico “no comment” per indicare che non era il momento di fare dichiarazioni. Invece, a Cerveteri, subito dopo l’articolo comparso su L’Ortica, c’è stata la corsa alla dichiarazione per dire la propria su quell’apertura. E le dichiarazioni frettolose sono spesso improprie e inopportune. Un’apertura, soprattutto quando in linea di principio rientra nella tua strategia, deve essere accolta con il dovuto rispetto, e deve generare degli incontri riservati dove approfondirla ed eventualmente decidere se e come andare avanti con un piano di lavoro condiviso. Mi sembra l’abc. Invece che cosa è successo? Pascucci, dopo poche ore, immagino senza avere il tempo di sentire Gnazi e Falconi, ha dichiarato, in modo inutilmente frettoloso, la sua indisponibilità a fare le primarie. Lo aveva già detto da tempo, e non era necessario ribadirlo così velocemente. Gnazi e i suoi sostenitori si sono immediatamente prodigati a fare quello che in qualsiasi manuale di diplomazia verrebbe giudicato come inopportuno, cioè ironizzare sulla proposta di apertura. A loro volta UniDem e i loro sostenitori, altrettanto velocemente e inopportunamente, hanno alzato un muro per nascondere la disponibilità emersa in congresso. Insomma tutti, meno Caucci bisogna dirlo, hanno perso l’occasione di stare in silenzio per almeno 24 ore, il tempo di sentirsi e capire se c’era veramente un margine di trattativa per arrivare ad un’ampia coalizione di centrosinistra. In politica il silenzio ha un valore. Indica che si sta lavorando su un obiettivo difficile ma utile per tutti. In questo caso sicuramente utile per il PD e soprattutto per Cerveteri. Un valore, quello del silenzio e del necessario riserbo che, nell’era di Facebook, si è perso. E’ un’occasione completamente perduta? Non lo so, ma non sono ottimista. Ma è evidente che, se tutti i protagonisti stanno veramente giocando a carte scoperte, l’unico modo per ricucire i pezzi di un PD e un centrosinistra ormai rassegnato alle divisioni, è solo quello di ripartire dall’apertura di UniDem e di Caucci, e chiudersi da qualche parte, tutti insieme, per capire come sfruttarla per trovare un compromesso che nessuno si illude che sia facile. Ma la Politica, come diceva Otto von Bismarck, è l’arte del possibile, e ogni strada è percorribile se a tutti conviene. E sicuramente in questo caso conviene al PD e a Cerveteri. Se questo processo dovesse ripartire, allora non sarei troppo pessimista su un possibile risultato utile. Le chiacchiere tra amici, come sono state classificate, e che naturalmente ho avuto con tutti in questi giorni, sono state più ampie di quanto poi effettivamente riportate. Vi assicuro che gli “amici” sono più giudiziosi dei “politici”. Spero che saranno loro a condurre la trattativa…