Di lunedì la notizia di una persona detenuta deceduta domenica all’interno della Casa Circondariale di Viterbo. Ancora una volta giovane, ancora una volta di cittadinanza straniera.
Riceviamo e pubblichiamo
Viterbo – Le forze politiche di maggioranza si affannano a rincorrere un’idea di sicurezza e legalità che passa attraverso la sanzione per chi partecipa ai rave, la detenzione di 24 bambini insieme alle loro mamme, la difesa del 41-bis, l’abolizione del reato di tortura per tutelare le forze di polizia, la criminalizzazione delle ONG che salvano i naufraghi in mare. Nei nostri istituti penitenziari sono detenute 56.319 persone e da inizio anno già 31 hanno perso la vita. Allora dove è la sicurezza in questo caso?
Gli istituti penitenziari adempiono al loro mandato attraverso tante forze che non sono, solo, quelle della sicurezza. I percorsi educativi, le attività trattamentali, il supporto psicologico, l’attenzione alla salute, la mediazione linguistica sono il vero strumento per raggiungere le persone, supportarle e sostenerle nei loro percorsi detentivi e per prevenire le tragedie. Per fare questo bisogna che ciascuno si riprenda le sue responsabilità, non solo il Ministero della Giustizia e i suoi operatori, anche quello della Salute, dell’Istruzione, gli enti locali e la società civile tutta per evitare che questa responsabilità venga delegata ai soli operatori penitenziari.
Sarebbe opportuno che i politici visitino gli istituti penitenziari, non per comunicare vicinanze o simpatie ma perché è un dovere del loro mandato istituzionale.