L’aggiornamento di Civitavecchia Bene Comune sul rogetto eolico a Civitavecchia.
L’On.le Sgarbi, sottosegretario alla Cultura, annuncia un dossier conoscitivo sull’installazione dei parchi eolici nel mare antistante le nostre coste, vuol vedere chiaro nelle società che presentano i progetti. Giusto! Anche noi siamo preoccupati della corsa selvaggia all’installazione dei parchi eolici galleggianti, al punto che già abbiamo invocato una normativa chiara che ne regoli l’installazione nei nostri mari, per es. non entro le 10 miglia dalla costa. Temiamo che tutta questa confusione possa portare a bocciare l’idea dell’off-shore eolico e a fare in modo che non se ne faccia più niente.
Ci troviamo di fronte ad una grande opportunità non solo di natura ambientale ma anche occupazionale, e non lo diciamo noi, ma lo dicono i mercati che oramai ritengono le fonti rinnovabili molto competitive sia dal punto di vista economico che occupazionale. La nostra preoccupazione si accompagna dunque alla consapevolezza che il futuro e il riscatto di Civitavecchia e del suo territorio passano per l’utilizzo delle fonti rinnovabili e l’offshore eolico è una di queste.
Ci sorprende anche la presa di posizione da parte del sig. Angeloni che teme ci siano dietro i progetti dell’offshore zone grigie. Invitiamo il sig. Angeloni a denunciare e rendere trasparenti queste zone grigie, se realmente ne conosce l’esistenza.
Quello che forse il sig. Angeloni non sa, è che dietro la proposta del primo progetto di offshore, quello da 270 MW per intenderci, c’è un territorio intero: i comitati e le associazioni che si riconoscono in Civitavecchia Bene Comune, la Cgil, la Fiom, la Uil, l’USb, la CNA, la Federlazio e la Legacop. C’è assessora regionale Lombardi, che è la massima istituzione regionale nel campo dei progetti rinnovabili nella Regione Lazio, che ha fatto sua e portato avanti questa idea che le è stata presentata dal territorio. Questa proposta è riuscita a smontare la narrazione di Enel che riproponeva per l’ennesima volta la decarbonizzazione di TVN con il gas e “ben” quaranta posti di lavoro. Alla fine l’anno della chiusura della centrale a carbone sarà il 2025 e l’Enel stessa dichiara inderogabile questa data e ha annunciato il definitivo abbandono del progetto di trasformazione a gas di TVN.
Il progetto della transizione ecologica dell’Assessorato della Regione Lazio, a cui pure ha contribuito la Sapienza e Innovazione, scritto ascoltando le osservazioni del territorio ma sicuramente ancora perfettibile, ci piace e vorremmo che fosse realizzato.
E’ solo l’inizio di un processo di trasformazione del nostro territorio in un centro produttivo e laboratorio di fonti rinnovabili. Solo così potremmo riscattarci da settanta anni di servitù energetica e aspirare ad un futuro diverso a cui molti, ci vorrebbero condannare ancora una volta.”