TRUMP PUNTA SU MUSK E KENNEDY JR, MA UNO DEI DUE È DI TROPPO

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KENNEDY È UNO STOP 5G DELLA PRIMA ORA, MENTRE IL GURU DELLA SILICON VALLEY È UN TRANSUMANISTA.

di Maurizio Martucci

I conservatori mettono le mani avanti. Comincia a delinearsi lo schieramento in caso di vittoria alle presidenziali americane del 5 Novembre 2024. Se dovesse tornare alla Casa Bianca, Donald Trump punterà su due nomi grossi: Elon Musk e Robert (detto Bobby) Francis Kennedy Jr. entrerebbero nella nuova squadra di governo.

“Sono pronto a servire”, su X ha scritto il guru della Silicon Valley. Si è candidato a segretario di un nuovo “dipartimento dell’efficienza“, c’è l’intesa di massima. “Lo inserirei nel governo, ma non so come potrebbe tenere il passo, vista la mole di lavoro che ha già.” Dalla parte dell’altro roboante endorsement, invece, “Bobby ed io combatteremo insieme per sconfiggere l’establishment politico corrotto”, nel primo comizio condiviso ha detto Trump annunciando, sempre in caso di elezione a 47° Presidente, l’istituzione di una commissione presidenziale indipendente sugli attentati, dal più recente subito in Pennsylvania fino all’omicidio dell’ex presidente John Fitzgerald Kennedy, zio di Robert junior che è il figlio di Robert senior, anche lui assassinato sulla scena politica. E qui Kennedy la farebbe da padrone, ovvio. Solo che, trovarli così, se non proprio a braccetto ma comunque insieme, federati nella stessa squadra, tra Musk e Kennedy uno è di troppo.

Inutile nasconderlo. Musk è notoriamente transumanista, a favore del potenziamento umano e del 5G per una transizione digitale spinta dall’Internet delle cose fino all’Internet dei corpi. Kennedy è invece uno stop 5G della prima ora, con la sua ONG in difesa della salute dei bambini ha intrapreso una serie di cause legali in favore dei danneggiati da wireless, le radiazioni elettromagnetiche.

Musk è poi smaccatamente in conflitto d’interessi, innumerevoli tra le sue aziende, dove oltre lo specchietto delle allodole X per contrastare la censura dei social filo-democratici e pro Kamala Harris, tra SpaceX e Tesla andrebbe a ripetere la sovrapposizione pubblico-privato che in Italia abbiamo già ‘apprezzato’ nell’esecutivo Mario Draghi con Vittorio Colao (ex Vodafone, oggi nella telemedicina) ministro della digitalizzazione. Che sedeva al tavolo con le aziende amministrate.

Al di là della sua storica appartenenza al Partito Democratico, dal quale ora prende debitamente le distanze denunciandone l’etero-direzione dallo Stato profondo. Kennedy è poi un legale ambientalista che si è spesso scagliato contro i giganti di Big Tech e non solo (“il 5G sta entrando nelle comunità. Il motivo è la raccolta e il controllo dati. È per Bill Gates, Zuckerberg, non per noi. Con i satelliti monitoreranno ogni centimetro del globo per spiarci con il riconoscimento facciale.”) Invece Musk, seppur di sponda opposta a un Zuck, rappresenta proprio quel potere ultra-tecnologico che Kennedy vorrebbe arginare. Ambisce ad irradiare il mondo dallo spazio con migliaia di satelliti in orbita, oltre che a legarci vita natural durante a robot e Intelligenza artificiale, pure da disoccupati digitali: “l’umanità non avrà più bisogno di lavorare”.

Senza mai dimenticare che nel 2020, quando Kennedy dal palco della storica manifestazione del dissenso a Berlino gridava sui pericoli del 5G, in contemporanea Trump firmava il documento di Strategia nazionale per proteggere il 5G, “la mia visione affinché l’America guidi lo sviluppo, l’implementazione e la gestione del 5G sicuro e affidabile“. Kennedy Jr. dalla manifestazione di Berlino: “pandemia pianificata, useranno il 5G per controllarci”

E’ chiaro che, in una guerra senza esclusione di colpi come quella perennemente in vigore negli states, per aspirare a vincere la madre di tutte le battaglie e riuscire ad insediarsi nella Studio Ovale di Washington c’è bisogno di ricorrere a tutte le risorse disponibili. Questo è pacifico e politicamente comprensibile, soprattutto per ambienti così potenti e sovrapposti tra poteri. Però non si può pretendere di negare l’evidenza, fingendo che uno come Musk sia improvvisamente diventato compatibile con uno come Kennedy. E viceversa.

«Io e Trump diversi ma ci sono battaglie comuni», ha subito tenuto a precisare il nipote illustre della famiglia più martoriata d’America. Una diversità che, però, andrebbe allargata pure al tycoon della post-umanità microcippata. Quantomeno per non fare torto a nessuno. E restare coerenti con la proprio missione. Infondo nel 2019 pure Joe Biden fece capire che, una volta eletto, avrebbe indagato sugli effetti sanitari del wireless: “il 5G deve essere studiato a fondo, la scienza è divisa!”

S’è visto come è andata a finire: più 5G per tutti e tolti persino i fondi pubblici al National Toxicology Program per la ricerca scientifica indipendente sugli effetti tossici delle radiofrequenze! Si sa, la bugia fa poca strada, il bugiardo non sempre … soprattutto in campagna elettorale.