TROVATE MICROPLASTICHE NEL PENE

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PREOCCUPANTE RICERCA PUBBLICATA SU YOUR SEXUAL MEDICINE JOURNAL. RISCHIO BIOACCUMULO. DA VALUTARE NEL DETTAGLIO LA CORRELAZIONE CON LA DISFUNZIONE ERETTILE.

Non è ancora chiaro se ci siano correlazioni dirette con la disfunzione erettile ma preoccupa tutto il mondo scientifico la ricerca effettuata dalla Scuola di Medicina “Miller” dell’Università di Miami in collaborazione con l’Anschutz Medical Campus dell’Università del Colorado e con l’Istituto per la ricerca sulle membrane – Helmholtz-Zentrum Hereon (Germania) che ha rilevato, per la prima volta, microplastiche nel pene.

E’ indubbio che i fattori ambientali stiano incidendo sulla salute maschile e questo nuovo studio conferma che va alzata la guardia, a tutte le età, contro gli agenti chimici. Le ridottissime dimensioni delle microplastiche le rendono suscettibili alle interazioni chimiche con fluidi e tessuti fisiologici, sollevando problemi di bioaccumulo e tossicità. Lo studio pubblicato su Your Sexual Medicine Journal e coordinato da Ranjith Ramasamy, docente al Desai Sethi Urology Institute di Miami, ha rilevato le microplastiche nel pene dopo aver analizzato campioni di tessuto ad alcuni pazienti ricoverati all’ospedale dell’Università di Miami nel 2023 per essere sottoposti a un intervento chirurgico, con inserimento di impianti penieni, mirato a correggere il problema di erezione. I campioni sono stati

estratti dai corpora attraverso una pinza di Adson prima dell’introduzione delle protesi. Attraverso un sistema di imaging chiamato Agilent 8700 Laser Direct Infrared (LDIR) e osservazioni con un microscopio elettronico a scansione (SEM), i ricercatori hanno trovato le microplastiche nell’80 per cento dei campioni analizzati, ovvero in quattro tessuti penieni su cinque. La dimensione dei frammenti variava dai 2 micrometri a un massimo di 500 micrometri. L’obiettivo di questo studio è stato quello di valutare la potenziale aggregazione di microplastiche nel tessuto del pene. Sette tipi di microplastiche sono stati trovati nel tessuto del pene con percentuali maggiori il polietilene tereftalato o PET (47,8 per cento) e il polipropilene o PP (34,7 per cento). Il pene, lo ricordiamo, è un organo cavernoso e intensamente vascolarizzato, e il recente studio indica che non è assolutamente al riparo da contaminazioni. Un corretto impiego delle plastiche è raccomandato. Serviranno nuovi studi per evidenziare un nesso causa ed effetto tra disfunzione erettile e accumulo di microplastiche negli uomini. Ma l’allarme c’è. Nel frattempo, a scopo precauzionale, non sarà meglio bere l’acqua dalle bottiglie di vetro?

fertilità

Dottor Giuseppe La Pera Urologo – Andrologo
Presidente Associazione Italiana per il Diritto alla Salute Sessualedr.giuseppelapera@gmail.com
www.giuseppelapera.it