TROPPI ANIMALI ESOTICI IN ITALIA?

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A mettere in guardia è lo SIVeMP, il Sindacato Italiano Veterinari Medicina Pubblica. Si stima che in Italia ne siano importati 3 milioni l’anno. Il Rapporto Assalco Zoomark. In Parlamento i decreti legislativi per attuare l’ Animal Health Law e la white list del ministro Speranza.

Negli ultimi 100 anni il panorama animale italiano è cambiato in modo radicale, sostiene il Sindacato Italiano Veterinari Medicina Pubblica sul suo sito. Si è passati da un allevamento familiare di piccoli gruppi per lo più bovini, ovini e suini, a un crescendo di allevamenti intensivi, da un lato, e di animali da compagnia, dall’altro. Tanto che il mercato del Pet food secondo l’indagine contenuta nell’ultimo Rapporto di Assalco, l’Associazione delle imprese per l’alimentazione degli animali, e Zoomark, puto di riferimento per gli operatori di settore, vede un trend in crescita dell’8,4% nel 2021.

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Il mercato italiano nel 2021 – Rapporto Assalco Zoomark 2022

Nelle nostre case, però, complice forse anche il lockdown, non ci sono solo cani, gatti o conigli, ma sempre più spesso anche uccelli e pesci esotici, serpenti di vario tipo, pangolini, camaleonti, maialini vietnamiti, afferma SIVeMP.  “Sono animali – spiega Aldo Grasselli, Segretario Nazionale – che hanno quotazioni di mercato molto alte e negli ultimi 10-15 anni hanno attirato un interesse crescente“.

Alimenti e accessori – Rapporto Assalco Zoomark 2022

Tuttavia Grasselli fa notare che alla base dell’acquisto c’è anche, e soprattutto, un problema etico, perché si portano animali al di fuori del loro habitat naturale e questo implica non solo un danno al singolo, ma anche all’ecosistema in cui viene inserito, dice. E non solo. Non deve essere sottovalutato il rischio sanitario, quello di importare nel nostro Paese malattie gravi come la toxoplasmosi o quella di Lyme, compreso il vaiolo delle scimmie, senza dimenticare quello più pericoloso, il salto di specie, cioè il passaggio del patogeno dall’animale all’uomo.

Proprio per contenere i rischi sanitari, nell’ottica però del One Health, e cioè una sola salute, la loro e la nostra, sono stati presentati in Parlamento dal ministro della Salute Roberto Speranza, tre nuovi decreti legislativi sollecitati, in prima fila anche dalla stessa Lega Anti Vivisezione (LAV), in applicazione del Regolamento europeo 429/2016, che stabilisce le norme per la prevenzione e il controllo delle malattie degli animali trasmissibili agli animali o all’uomo, applicando la strategia sulla Sanità animale (2007-2013) “Prevenire è meglio che curare”, e della legge di delegazione 53/2019 per il recepimento delle direttive comunitarie.

One Health-SIVeMP.JPG

I provvedimenti adottati dal Consiglio dei Ministri – spiega LAV – dovrebbero essere intervenuti anche in applicazione di altri criteri della legge Delega: l’istituzione di un registro nazionale al quale gli animali e i detentori devono essere iscritti e l’obbligo di custodirli nel rispetto delle loro caratteristiche etologiche, formazione degli operatori, restrizioni alla vendita di animali domestici, il divieto di attività ambulanti e fiere, norme più efficaci contro il traffico dei cuccioli, la verifica della destinazione degli animali invenduti. Con la campagna #ACasaLoro la LAV ha cercato di arginare la cattura in natura e la riproduzione in cattività degli animali esotici, selvatici e ibridi.

Molto presto, con le tutele che saranno introdotte dalla nuova normativa per l’adeguamento italiano all’Animal Health Law, non saranno più possibili ingressi pericolosi nel nostro Paese, come quello del “pipistrello della frutta”, fino a oggi liberamente commerciabile, spiega Gianluca Felicetti, presidente LAV.

Nelle prossime settimane i testi saranno esaminati dalle Commissioni parlamentari e dalle Regioni per poi tornare in Consiglio dei Ministri per diventare legge e la LAV anticipa che non perderà l’occasione di proporre altri miglioramenti. Il ministro Roberto Speranza intervenendo nel dibattito parlamentare, comunque, ha assicurato che sarà fatta una “white list” di animali che potranno continuare ad abitare con le famiglie italiane perché considerati “da compagnia”.

Rubrica a cura di Barbara e Cristina Civinini

Colonia felina del castello di Santa Severa https://gliaristogatti.wordpress.com