Trattamento omeopatico della colica renale sinistra

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Risultati sorprendenti con berberis vulgaris e tabacum in pazienti che presentavano una sintomatologia dolorosa specifica 

Dottor Professor Aldo Ercoli
Dottor Professor
Aldo Ercoli

Nel decennio 1995 – 2005 curai omeopaticamente 60 casi di pazienti affetti da colica renale in fase di acuzie dolorosa. Erano tutti affetti da calcolosi renale che volevano che li trattassi solo con rimedi omeopatici senza ricorrere a iniezioni intramuscolari ripetute di farmaci aticolinergici, Fans e nei casi più resistenti, cortisonici.
Esclusi dal trattamento i casi di calcoli di grosse dimensioni tali da ostacolare meccanicamente il deflusso urinario (es ecografico renale) e quelli associati a infezione batterica con rialzo termico (febbre con brividi). In questo ultimo sono ricorso alla terapia tradizionale (antidolorifici più antibiotici scelti sulla scorta di un’urinocoltura con antibiogramma). In 35 pazienti affetti da colica renale sinistra che presentavano una sintomatologia dolorosa specifica il forte dolore cessò in breve tempo (uno – due giorni). Utilizzai due rimedi (Berberis vulgaris e Tabacum) in bassa diluizione (5 ch) alternandoli, 3 granuli ciascuno, ogni 10-15 minuti (correttamente per via sublinguale), diradando le somministrazioni in base del miglioramento clinico. I due rimedi sopracitati da me utilizzati avevano un quadro patogenetico omeopatico che rispondeva perfettamente al quadro clinico che presentava il paziente.
Violento dolore intermittente che della loggia renale sinistra si irradiava in basso e davanti lungo il decorso dell’uretere fino alla vescica.
Il dolore nella regione lombare aveva una spiccata sensibilità al tatto e si aggravava sedendosi, mettendosi distesi, con gli urti, con il movimento. Il dolore era urente che pungente o tagliente, sia quando era localizzato, come all’inizio, nella loggia renale sinistra, sia quando si irradiava lungo le vie escretrici. A tutto ciò (Berberis) va aggiunto il notevole interessamento del sistema neurovegetativo legato all’irritazione del nervo vago (sistema nervoso autonomo parasimpatico).
Tutto il corpo è ricoperto di sudore freddo; il soggetto è pallido e accusa vomito che è ancora più violento quando il paziente inizia a muoversi. Un malessere che inizia dalla stomaco e termina con vomito; dolori spasmodici intermittenti a carico della loggia renale sinistra con la classica irradiazione uretro-vescicale e soprattutto sudorazione fredda a carico di tutto il volto (Tabacum) e non solo la fronte (Veratrum album). Tutti e 35 i pazienti con queste specifiche caratteristiche cliniche semeiologiche (sintomi e segni) hanno tratto immediato beneficio dalla somministrazione alternativa dei due rimedi sopracitati. In 16 casi con colica renale sinistra ma con un quadro clinico differente da quello descritto solo meno della metà (7) hanno tratto beneficio dal trattamento. Nei restanti 9 pazienti che accusavano una classica colica renale una dal lato opposto, ossia destro, l’associazione Berberis – Tabacum aveva portato ad un miglioramento clinico in meno di un terzo di essi (2 casi). Tutto ciò trova spiegazione nella materia medica omeopatica il cui quadro patogenetico dei due rimedi corrisponde perfettamente al peculiare quadro clinico accusato dai malati.
IL DECLINO DELL’OMEOPATIA DIPENDE DAGLI INTERESSI ECONOMICI
Pur avendo segnalato, attraverso pubblicazioni i risultati su questa associazione omeopatica nella colica renale sinistra non si sono mai fatte ricerche successive per confermarla o smentirla.
Evidentemente non era conveniente investire denaro per due rimedi il cui prezzo complessivo non supera i due euro. La medicina omeopatica è una terapia personalizzata nella ricerca del “simillimum” nelle patologie croniche. Nelle forme acute, come in questo caso, quando il quadro clinico è specifico si possono utilizzare contemporaneamente, dei rimedi che, in dosi ponderali (tossicologiche) provochino la stessa medesima sintomatologia, ma utilizzandoli in dosi infinitesimali (omeopatiche). “Similia similibus curentur”.
Trenta anni di esperienze e docenze cliniche sul campo mi hanno portato a questa conclusione. Se nel quadro patogenetico dei due rimedi ho una spiegazione plausibile non so perché questi risultati positivi riguardano solo la colica sinistra e non la destra. Lo lascio indovinare ad atri. Quello che a me sembra certo é che l’Omeopatia pur avendo dei suoi limiti obiettivi ben precisi (non cura il cancro, né fa ricrescere i capelli) non è “acqua fresca”, né equiparabile al placebo. Per praticarla correttamente occorre non solo un’ ottima conoscenza della materia medica omeopatica ma che il medico debba possedere delle solide basi internistiche (conoscere altrettanto bene la medicina convenzionale). Stiamo parlando di una disciplina che ha tutta una sua specifica semeiotica, difficile sia da apprendere che mettere in pratica.
Risulta poi evidente che non è conveniente, a causa del basso costo dei rimedi, per tutto il mercato farmaceutico. Ricordo che in quel decennio (1995-2005) avevamo in Italia numerose scuole omeopatiche in ogni regione della penisola. Quelle più importanti, frequentate da medici e farmacisti, erano quelle di Milano, Roma, Bologna, Torino, Firenze, Napoli, Ancona, Lecce. A quei tempi in Europa importanti ditte omeopatiche producevano rimedi omeopatici ad altissimi livelli specie in Francia, Germania, Gran Bretagna, Paesi Bassi (Benelux). Sono del parere che il declino dell’Omeopatia, oltre che alle differenti scuole di pensiero (unicista, pluralista, complessista) sia legato ad interessi economici.
Anche la “scienza” ha un suo prezzo da pagare. Per me l’onestà intellettuale non è in vendita … poi ognuno la pensi come gli pare.