Trattamento naturale delle ragadi e fistole anali

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Esiste la terapia alternativa naturale per questa patologia chirurgica minore ma assai rognosa

Dottor Professor Aldo Ercoli
Dottor Professor
Aldo Ercoli

Una patologia chirurgica minore ma assai “rognosa” e quella relativa alle fistole e ragadi anali. Ciò non solo perché trattasi di affezioni particolarmente fastidiose ma anche perché facilmente recidivanti dopo l’intervento chirurgico. Esiste una terapia naturale alternativa? Come sempre, specie nelle ragadi anali, pongo al primo posto lo stile di vita, in particolare l’alimentazione.

Nelle ragadi, cosi come per le emorroidi, è importante trattare il dolore con cibi ricchi di fibre, bere molta acqua, utilizzare anche lassativi che incrementino il volume fecale e sostanze in grado di ammorbidire le feci (estratti di psillo, diottilsulfasuccinato di sodio 100-200 mg,macrogol 3350 etc) Localmente utilizzo, più che la Rathania compositum, la Calendula alternata con la Phytolacca (entrambe sempre compositum) quali pomate prima di ogni defecazione. Al termine di quest’ultima, con evacuazione di feci morbide, utilizzo dei microclismi di malva e camomilla adulti. La ragade anale  è una lesione della mucosa che spontaneamente non può tendere alla guarigione. E questo per ben tre motivi: 1) stipsi; 2) l’apertura e la chiusura continua dello sfintere anale; 3) la mancanza di igiene della zona (per ovvi motivi). Oltre alle pomate fitoterapiche composte di cui vi ho parlato esiste in prodotto omeopatico leader, in questo settore, che mi ha risolto numerosi casi. Mi riferisco al Nitricum acidum (acido nitrico). Tre sono le sue note chiavi più importanti: 1) colpisce la cute ove trapassa in mucosa; 2) sensazione di avere una scheggia conficcata nella carne; 3) ulcerazione dai bordi Irregolari con base sanguinante associata a dolori acuti pungenti. Non solo l’ano ma tutti gli orifizi cutanei possono essere interessati (bocca, retto, naso, uretra, collo uterino)

Nelle fistole anali (tragitti fistolosi sopra o intrasfiterici) associo Nitricum acidum a Silicea, entrambi, in bassa diluizione (5 ch granuli; 3 gr ogni 4-5 ore). Nei casi resistenti lo alterno con Paeonia (stessa diluizione e posologia). Quest’ultimo rimedio omeopatico presenta la nota chiave del “dolore intollerabile, prima e dopo la defecazione”. La cura (con Nitricum acidum associato a Silicea o Paeonia) va protratta per almeno due settimane. Generalmente aggiungo una monodose mensile alla (15 ch o 30 ch di Fluoricum acidum (acido fluorico) Nelle ragadi anali associo Nitricum acidum con Rhatania (entrambe in bassa diluizione) oppure con le stesse Paeonia sempre per un paio di settimane.