Tra cuore e immagine. Incontro con l’artista della fotografia Antonella Colangeli

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In questo momento una sua opera è esposta presso la Collettiva di San Valentino Arte 2024 dedicata al tema della “Metamorfosi” come omaggio a Franz Kafka.

“La mia arte fotografica nasce dall’osservazione di tutto ciò che ci circonda, per  trovare anche nelle più piccole cose la bellezza“.

di Andrea Macciò

La fotografia è un’arte che oggi sembra alla portata di tutti. Dal punto di vista etimologico, “fotografia” significa scrittura con la luce. E la conoscenza dei tagli, delle inquadrature, del sistema fotografico nel suo insieme, assieme alla sensibilità particolare che solo alcune persone hanno, distinguono la fotografia dilettantistica dalla fotografia d’arte.

Ritratto di Antonella Colangeli. Ph. Giuseppe Picciano

Antonella Colangeli è una giovane artista di Antrodoco, bellissimo borgo in provincia di Rieti, che sin da bambina si è interessata al mondo dell’arte e che ha trovato nel linguaggio fotografico il suo mezzo espressivo d’elezione. La sua è una fotografia “tra cuore e immagine” nel quale è centrale la capacità di saper osservare e sapersi emozionare. Negli ultimi anni si è specializzata nella fotografia di dettagli che permette di vedere con occhi diversi, attraverso un raffinato bianco e nero, la natura e gli oggetti della quotidianità. Nel 2022 ha conseguito il premio Giuria Popolare nell’ambito del concorso San Valentino Arte.

Viaggio Islanda 2018

La ho incontrata in occasione dell’inaugurazione del Festival San Valentino Arte 2024 a Terni per capire meglio il suo approccio all’arte e alla fotografia.

Come ti sei avvicinata all’arte della fotografia? Sei autodidatta o hai seguito una formazione specifica?

Non saprei spiegarti di preciso quando è nata la mia passione per la fotografia; sono certa di aver sempre avuto questa propensione nascosta sin da bambina, ma poi si è rivelata più chiaramante con il passare del tempo.

 

In casa abbiamo sempre avuto una macchina fotografica a portata di mano tra genitori e familiari vari, ma non ne ero poi così tanto attratta, piuttosto preferivo osservare una pittura, una scultura, un’architettura o altri tipi di opere d’arte.

Questa passione mi ha portato a frequentare l’Istituto Statale d’Arte di Rieti, uscendone a buoni voti.

Il mio legame con la fotografia si è accentuato sicuramente dopo la scomparsa di mia madre, quando necessariamente dovevo trovare uno sfogo per il mio dialogo interiore. Ero alla continua ricerca di qualcosa che placasse le mie insicurezze, ed è proprio da qui che, aiutata da un’amicizia molto importante, ho iniziato il mio percorso verso il “dialogo con la fotografia”. E  da allora non ho più smesso.  Fino ad ora, tutto sempre da autodidatta, tra libri e chiacchierate informali.

Non mi piace la classificazione delle persone e degli artisti, io non mi definisco “una fotografa”, ma piuttosto mi piace pensarmi come osservatrice di tutto ciò che mi circonda, dai paesaggi fino ai dettagli che in un modo o nell’altro mi donano un’energia tale da far sorridere la mia anima.

“Semplicità” è una delle parole-chiave della tua arte fotografica e il “brand” della tua pagina Instagram @semplicementoanto. Ci potresti spiegare in quale modo il concetto di “semplicità” caratterizza la tua fotografia e raccontarci la tua “concezione di fotografia”?

Il termine  “Semplicità” è la parola chiave della mia filosofia e del mio essere. Semplicità significa essenzialità un’idea di vita fuori dai troppi fronzoli della società di oggi, e ce ne sono davvero troppi in questo nostro secolo.

Un’idea della vita  fuori dalle continue congetture di mercato, fuori dai brand, dal marketing o qualsiasi altra forma di commercializzazione.

“margherite” per CavourArt 2023

Semplicità è l’idea che mi rappresenta come persona, una donna a cui piace stare dietro una macchina fotografica piuttosto che essere ripresa da essa.

Ed è proprio per questo che il mio profilo Instagram si chiama “SemplicementeAnto”

Nella fotografia, o almeno nel mio stile fotografico, la semplicità è quindi la parola chiave: la mia arte fotografica nasce dall’osservazione di tutto ciò che ci circonda, per  trovare anche nelle più piccole cose la bellezza che nutre il cuore e l’animo.

Una fotografia, secondo me dovrebbe essere il più possibile povera di artefatti “artificiali”.

Per me la fotografia è una vera e propria arte di  saper osservare e sapersi emozionare; io sono sempre alla ricerca di ciò che colpisce prima il mio animo e poi i miei occhi.

Quali sono i soggetti e gli stili prevalenti nella tua ricerca fotografica? Ci sono autori o autrici che pensi abbiano influenzato il tuo modo di fotografare?

I miei primi scatti sono stati da subito mirati e situazioni classiche come le albe e il tramonto, perchè mi davano modo di fuggire da una quotidianità che mi andava stretta. La prevalenza del colore, piuttosto che di forme ben definite è stato un mio primo step di questo continuo studio.

Portale Chiesa Santa Maria Assunta per progetto Tamburi Antrodoco 2022

Poi sono passata alla fotografia di viaggio, anche in solitaria verso mete quasi fuori dal comune, ma che comunque avevano un grandissimo legame con la fotografia e mi davano modo di scoprire nuove forme di comunicazione e soprattutto andavano incontro alla mia continua sete di libertà.

Oggi invece sono passata a una fotografia dei dettagli, in bianco e nero, a una fotografia d’istinto. Fotografo in bianco e nero, e tutto cio’ che privato del proprio colore originale, è come visto in un’altra luce, e mi riesce a regalare emozione e stupore. Saper osservare come la natura sia cosi’ perfetta.

Antonella Colangeli, Rosa Bianca

Questo percorso lo porto avanti da un po’ e lo ritrovo in tantissimi miei scatti dove anche il piu’ piccolo fiore, come una margherita o una rosa, riescono a regalarci, con le loro geometrie perfette, una sensazione di perfezione, serenità e armonia.

Più che autori o autrici classici o del passato, posso dire che la mia fotografia è stata influenzata proprio il rapporto umano e lo scambio di opinioni con diversi artisti del territorio e non, ed anche i viaggi,  hanno fatto notevolmente crescere la mia visione del mondo, non solo in senso fotografico, ma anche di rapporto umano e apertura di idee.

Con i programmi attuali è possibile “ibridare” la fotografia con la digital art, intervenendo in maniera significativa con la post-produzione. Qual è il tuo punto di vista in merito?

Beh ovviamente si, questo oggi è possibile.

Partiamo dal presupposto che io non sono così propensa ad utilizzare io stessa programmi di post-produzione: io cerco sempre di scattare una fotografia che in camera risulta il più possibile vicina alla realtà che io sto osservando.

Ovviamente la tecnologia va avanti, i corpi macchina migliorano, la pellicola è stata sostituita dai sensori, i computer sono diventati sempre piu’ potenti e con il tempo siamo anche arrivati a proporre fotografie dando solo dei comandi vocali ad una macchina,o addirittura ad immaginare senza parlare.

Ma vuoi mettere l’emozione di vedere una propria fotografia svilupparsi con un processo chimico? Uscire come per magia stampata su una pellicola?

Non sono contraria alla sviluppo della tecnologia, ma credo che dovremo continuare ad assaporare anche un minimo di emozione per creare una fotografia, poi indubbiamente ognuno fa delle sue capacità intellettuali e tecnologiche il suo percorso. Io prediligo più l’aspetto emozionale, creando con le mie capacità una “fotografia” piuttosto che con gli artefatti e i programmi di postproduzione moderni, che sono bellissimi, non lo metto in dubbio, ma non sono per me.

Ed ecco qui che ricade il senso della mia fotografia, tra cuore ed immagine.

Quali sono state sino ad ora le occasioni di esporre le tue immagini in mostre personali, collettive o concorsi? E quali sono i tuoi progetti artistici per il futuro prossimo?

Il primo vero progetto fotografico che ho realizzato è stato “Osserva con gli occhi di un Tamburino” per la “Compagnia Tamburi di Antrodoco”; una serie di scatti di angoli caratteristici del mio paese (Antrodoco provincia di Rieti) in cui il Tamburino trova la sua reale dimensione.

Antonella Colangeli, Dal profondo

Una sorta di invito per l’osservatore a guardarsi intorno mentre cammina nelle vie del paese, e riuscire a scovare tutti i dettagli che solitamente ci perdiamo.

Per quanto riguarda i concorsi, sono alla terza partecipazione consecutiva del “San Valentino Arte” nella città di Terni, un’iniziativa in cui tutti i Tipi di Arte dialogano alla perfezione tra di loro. Nel  2022 ho partecipato con l’opera “Dal profondo”, fotografia digitale stampata su Tela Canvas di dimensioni 50×70 cm; l’anno successivo, San Valentino Arte 2023, ho presentato invece per la prima volta uno scatto a cui sono molto affezionata “Balance”, fotografia realizzata sempre su tela canvas di dimensioni 70x50cm, in cui ritraggo una giovane donna vestita in abiti da sposa intenta nel suo piu’ intimo dialogo con la Musica.

Altri concorsi a cui ho partecipato: nel 2021 “Photo Contest  Torreorsina” (frazione di Terni, Ndr) ottenendo un ottimo risultato con lo scatto “Piccole Leve”; sempre nel 2023 ho preso parte a due esposizioni, entrambi molto importanti per il territorio: uno indetto dall’Associazione Locomotiva di Rieti su tema “Arte a Cavallo”; e l’altra “Papigno.Volti, scorci e colori” indetto dall’Associazione “il Castello di Papigno O.D.V.”.

Foto concorso Papigno 2023

 Inoltre ho preso parte a diverse mostre collettive come, per esempio, l’iniziativa del Festival CavourArt “Cantiere di voci urbane. Prove di trasmissione” organizzato da Associazione CavourArt e tornato a Terni dopo diversi anni di pausa. Un evento che ha portato nel centro storico di Terni un tripudio di colori ed emozioni; vetrine, palazzi storici, gallerie, case private e tutto il centro storico è stato preso d’assalto da più di 80 artisti.

Per me è stata la prima e vera lunga esposizione in cui ho presentato una serie di quattro scatti, facenti parte di un progetto piu’ ampio, dal titolo “Semplicità come Vita”. Quattro scatti esposti presso i locali di “Holy Food. Genuino market” di Via Angeloni 57 Terni, una mostra in cui il mio scopo è stato proprio quello di invitare gli osservatori a studiare bene gli scatti, rispondendo a semplici domande. Semplicità come vità è stata esposta dal 22 Settembre 2023, data di inaugurazione di CavouArt, al 2 Novembre 2023.

Devo dire che ho ottenuto delle risposte a volte bizzarre e solo in pochi sono riusciti a captare che le immagini sono state ottenute con un gioco di specchi e riflessi. E’ stata una bellisima esperienza che mi ha allargato orizzonti e soprattutto che mi ha donato nuovi input per i successivi progetti fotografici.

Mostra “Semplicità come Vita” presso Holy Food Terni, Ph. Andrea Macciò

Per i programmi futuri , posso dire che necessariamente sto lavorando a nuovi progetti, cercando di variare anche con i soggetti, e in particolare ho iniziato un percorso di studio della fotografia proposto dalla neo associazione “Utopia A.P.S.”di Rieti.

Partecipo anche al progetto “Incastri “organizzato Lo Zoo di Simona, Cavour Art con il patrocinio della regione, della provincia, del comune e della UslUmbria2.  Sabato 2 marzo, dalle 16,  in Via della Biblioteca 4 a Terni, al basamento della Torre del 1200, si terrà l’asta di beneficenza organizzata : 130 artisti, 130 tessere o “tasselli” di artisti ternani o residenti nelle aree limitrofe comporranno un grande puzzle che verrà battuto in un’asta di solidarietà a favore del reparto di neuropsichiatria infantile dell’Ospedale di Terni. La mia e altre “tessere” sono visibili fino al 25 Marzo nella sala immersiva di San Valentino Arte 2024, al piano terra del Museo Diocesano.

In questo momento una tua opera è esposta presso la Collettiva di San Valentino Arte 2024 dedicata al tema della “Metamorfosi” come omaggio a Franz Kafka. Ci puoi spiegare come hai interpretato il tema del concorso?

Devo ammettere che questo tema mi ha messo abbastanza a dura prova rispetto alle precedenti edizioni a cui ho partecipato.

Mi sono soffermata sull’etimologia parola “Metamorfosi”.

Antonella Colangeli, Meta-morfosi in Fiore, San Valentino Arte 2024

“Metamorfosi” intesa come passaggio, trasformazione, mutamento di forma, di stati d’animo, di emozioni ma anche di sensazioni che siano essi umani, animali e spirituali.

Ho presentato una fotografia digitale stampata su pannello Dibond, di dimensioni 40x30cm. Il suo titolo è “Meta-Morfosi in fiore”.

Antonella Colangeli con la sua opera a San Valentino Arte 2024. Ph. Andrea Macciò

Meta-Morfosi” intesa proprio come passaggio di forma, un guardare oltre la forma stessa. Forma che nel mio caso è rappresentata da una Rosa fortemente legata allo stadio finale di una persona. ed ecco che ricade nuovamente il mio concetto di “semplicità” ed il forte legame tra natura e umanità: “Rosa come Fiore, ma anche Rosa come persona.”

Una rosa rappresentata in bianco e nero nel suo stadio finale, spogliata di tutti i suoi colori, ma perfettamente comprensibili, messa in contrasto con lo sfondo del suo sfocato essere stata Bocciolo di Rosa. Da qui emerge la mia concezione del “passaggio di forma”.

Ho scelto la rappresentazione della rosa, in quanto lo ritengo un simbolo davvero complesso che racchiude in sè il significato molto profondo della trasformazione e della rinascita, basti pensare alla mitologia greca e romana con il culto della Dea Afrodite/Venere e Adone, ma anche i riti religiosi e celtici per la commemorazione dei defunti, i riti in onore di Santa Rosalia, il Calendimaggio, per arrivare poi ai giorni nostri con le fiabe de “La Bella e la Bestia” o “Il Piccolo Principe”.

Quindi ho provato a proporre un paragone, a volte enigmatico, tra l’uomo e la natura.

Il territorio dove vivi, nel quale il rapporto con la natura e il paesaggio è ancora di “prossimità” rispetto alle medie e grandi città, secondo te ha inciso sul tuo stile fotografico?

Antrodoco

Sicuramente si. Qui da noi il rapporto tra natura e paesaggio è molto ben sentito.

Considera che vivo in un paese, Antrodoco, provincia di Rieti, proprio alle pendici delle Gole del Velino, circondato da vette come Monte Giano e Monte Nuria.

La prima immagine che vedo al mattino dalla mia finestra è sono proprio il verde delle Montagne e quindi, fin da piccola, queste immagini hanno suscitato delle emozioni che cerco di riportare nelle mie foto.

Da qui anche il legame, come dicevo prima con la “semplicità”, inteso proprio come stile di vita.

“piccole leve” foto concorso Torreorsina

Crediti Fotografici: Ritratto di Antonella Colangeli, Ph. Giuseppe Picciano; ritratto di Antonella Colangeli e installazione di San Valentino Arte, Ph. Andrea Macciò; le altre immagini, anche ove non diversamente indicato, sono Ph. Antonella Colangeli

Contatti @semplicementeanto

Fonte: Fiorenza Oggi