A QUELL’EPOCA SI ESTRAEVA IL FERRO DALLA SABBIA NERA
«Siamo rimasti a bocca aperta, è una scoperta che ci riporta indietro nel passato».
Così Corrado Battisti, responsabile della palude di Torre Flavia, commenta il ritrovamento di un pezzo di binario sotto la spiaggia. Un binario sotto la sabbia? Tutto vero: apparteneva alle rotaie che un secolo fa venivano utilizzate sull’arenile per estrarre il ferro dalla rinomata spiaggia nera di Ladispoli. L’erosione, nel tratto nord di fronte al sito naturalistico, ha riportato alla luce un pezzo di storia di inizio Novecento.
«Questa volta – aggiunge Battisti – sono stati i ragazzi Scout Roma 29 della Balduina a ritrovare ciò che era dissepolto più o meno nel 1930».
Ne parla anche il consigliere comunale e delegato alle Aree protette.
«In quel periodo – ricorda Filippo Moretti – anche lo Stato era impegnato negli scavi e nell’estrazione della ferrosa sabbia ladispolana soprattutto per ricavarne l’ematite, componente molto più pesante del silicio e indispensabile per la costruzione delle armi nella imminente Seconda guerra mondiale. Ferro che poi concludeva il suo ciclo produttivo nelle acciaierie tra cui quelle di Terni. L’impianto di estrazione è rimasto lì a Torre Flavia fino al 1950 più o meno ma la sabbia veniva lavorata anche nell’altra parte del litorale, per intenderci dove ora ci sono gli stabilimenti balneari».
Di fatto esisteva un binario a scartamento ridotto che andava a collegarsi alla ferrovia che in quegli anni non era situata dove è oggi, ma negli attuali giardini pubblici di via Ancona nei pressi della chiesa.