Tirrito: “Eliminare la figura del padrino nei battesimi è fare un regalo alle mafie”

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«Perdere terreno significa regalarlo anche alla criminalità»

La notizia che alcune diocesi della Sicilia abbiano sospeso la figura di madrine e padrini per i battesimi in quanto ritenute ormai “figure retoriche” ha provocato la reazione di Maricetta Tirrito, portavoce del Comitato collaboratori di Giustizia (Co.G.I.).

“Distruggere le tradizioni non cambia le coscienze. Anzi, sono proprio le testimonianze condivise a formare un argine non solo al relativismo culturale ma anche e soprattutto al diffondersi di contromodelli criminali, dove si utilizza qualunque mezzo per marcare la presenza dell’anti-Stato.

La Chiesa – prosegue Maricetta Tirrito -, invece di continuare a perdere terreno in nome di una disattenzione dei fedeli – che al contrario andrebbero riconquistati proprio sottolineando come non sia la percezione o la diffusione di una liturgia a farne l’essenza – potrebbe concentrarsi sull’ostacolare le strumentalizzazioni mafiose, come gli inchini delle Madonne davanti alle case dei boss durante le processioni, o alla spettacolarizzazione dei funerali, come accaduto con i Casamonica.

Perdere terreno significa regalarlo anche alla criminalità, proprio nel momento in cui il popolo, il gregge liturgicamente parlando, avrebbe più bisogno di un buon pastore. La Chiesa siciliana – da notizie di stampa – sarebbe sostanzialmente d’accordo sul fatto che la figura del padrino abbia perso nella maggior parte il suo valore di accompagnamento alla fede e sia un modo invece per stringere rapporti con una famiglia o un clan. Ma togliere la figura del padrino con accezione positiva, oltre a penalizzare tutti quei fedeli che si riconoscono nel messaggio di accompagnamento e guida nella Fede, lascia inevitabilmente campo libero all’unica altra definizione del padrino come riferimento di mafia. Esattamente il contrario dell’obiettivo che si vorrebbe raggiungere.

Ragionare così – conclude Tirrito – rappresenta un focolaio di follia, che dobbiamo contrastare con forza. Per questo faccio un appello a Papa Francesco, affinché dia a tutte le diocesi una direttiva su strategie e valori condivisi dalla Chiesa e dal suo popolo, evitando improvvide accelerazioni o cambi di prospettiva”.