di Ugo Russo
Uno scenario meraviglioso, quello dello Stadio dei Marmi, a Roma; una splendida cornice di pubblico, con almeno cinquemila spettatori nei due giorni di gara; la clemenza del tempo che ha permesso la regolare effettuazione del programma che ha avuto anche delle suggestive iniziative collaterali, come i balletti ripetuti delle cheerleaders e gli interessanti stand posizionati nell’area prospiciente la zona di tiro.
Inoltre, la presenza costante di comparse in costume che hanno ricordato l’antica Roma di oltre duemila anni fa e le “vestali” che hanno acceso il braciere all’apertura delle competizioni; in ultimo, e non stona proprio, anzi…, i 40 arcieri e arciere più forti del mondo che nelle specialità arco ricurvo, compound e mixed team si sono giocati le finali della World Cup ed anche un bel gruzzoletto in franchi svizzeri. Come ha gridato l’altoparlante, un’infinità di ten, dieci, il massimo che si possa ottenere per ogni scoccare di freccia, a dimostrazione di un livello tecnico altissimo che gli atleti più grandi di questo sport non hanno certo smentito, semmai rafforzato. E la vicinanza dello stadio Olimpico ha fatto affermare agli addetti ai lavori che i boati provenienti dalla tribuna gremita, specialmente domenica, in ogni ordine di posti potevano essere assimilati a quelli che si sentono nelle curve quando si registra un gol, vuoi della Lazio o della Roma.
In grande evidenza i sudcoreani, i danesi con in testa Hansen, gli americani che hanno letteralmente infiammato gli spalti, Gellenthien e Ellison, la colombiana Lopez; e ovviamente tutti gli italiani in gara sono stati sostenuti da incoraggiamenti da “un milione di decibel”. Due gli argenti per noi nei mixed team (bravissimo Nespoli); tra i singolaristi in evidenza soprattutto Marcella Tonioli.
Alla fine, il Presidente federale, Scarzella, ha ringraziato tutti coloro, moltissimi, del mondo arcieristico italiano che lo hanno aiutato ad organizzare e realizzare questa manifestazione, il Presidente mondiale e i vertici del nostro sport, sempre inclini a guardare con simpatia le iniziative del tiro con l’arco, spendendo anche una giusta e doverosa parola per i volontari “senza i quali non sarebbe possibile realizzare alcun evento”
il Presidente della Fitarco e numero due della Federazione mondiale Mario Scarzella: lui ringrazia sempre tutti gli altri, ma é innegabile che i grandi risultati ottenuti dai nostri Robin Hood sotto la sua presidenza e la possibilità di avere in Italia manifestazioni di così grande importanza si devono soprattutto al suo impegno, alla sua competenza, alla sua determinazione, al non far mai mancare la sua presenza, dalle gare dei giovanissimi a quelle di maggior risalto. Persomaggio illustre e fondamentale per l’enorme crescita di questo sport.
Non poteva mancare, tra gli altri, proprio il “gotha” dello sport italiano, con il numero uno del Coni, Giovanni Malago’, anche lui un sempre presente quando si tratta in special modo di incoraggiare gli azzurri in gara e il segretario del nostro massimo organismo sportivo, Roberto Fabbricini; c’era il Presidente del Comitato italiano Paralimpico, Luca Pancalli; il già citato Presidente della federazione mondiale di tiro con l’arco, Ugur Erdener; e ancora i vicepresidenti federali Sante Spigarelli, anche “Presidente C.O.L. Roma 2017”, e Paolo Poddighe; il Direttore generale del Comitato esecutivo, Ardingo Scarzella e tutti gli altri che hanno permesso la splendida riuscita dell’evento. Ovviamente c’erano anche tanti big del giornalismo, della cultuira e dello spettacolo. Tra gli altri, particolarmente gradita é stata la presenza di Paolo Bonolis, accompagnato dalla sua famiglia.
Le finali della Coppa del mondo hanno significato un altro grande spot per il tiro con l’arco, sport che sta sempre più prendendo piede da noi e che sta incrementando anno dopo anno il numero dei paesi del pianeta che lo praticano.