Una straordinaria cornice di pubblico, nella pratica e suggestiva location della Fiera di Roma, ha accompagnato le gare del Roma Archery Trophy, unica tappa italiana del circuito Indoor World Series che si é conclusa con le finali nelle quattro specialità. Infatti, assieme a quelle dell’arco olimpico, del compound e dell’arco nudo si sono disputate per la prima volta in questa manifestazione le gare di longbow.
Un vero successo il terzo appuntamento della nuova kermesse a tappe ideata da World Archery che vedrà la sua conclusione con la finale di Las Vegas (Usa) l’8-9 febbraio 2019.
Grande curiosità per ammirare sulla linea di tiro capitolina sia i migliori interpreti stranieri di questo bellissimo ed appassionante sport ma anche i nostri arcieri, pur presentatisi con tante defezioni perché soprattutto i nazionali stanno allenandosi sui 70 metri per preparare nella maniera migliore gli eventi molto importanti della prossima stagione. Nonostante questo ben 13 sono state le medaglie conquistate dagli atleti italiani: 4 ori, 4 argenti e 5 bronzi.
I primi posti sono andati a Cinzia Noziglia, nell’arco nudo, a Marco Pontremolesi e a Iuana Bassi, nel longbow e a Matteo Canovai vincitore tra gli junior arco olimpico. Sul podio anche gli junior dell’olimpico Federico Musolesi, terzo e Tatiana Andreoli, seconda dopo lo spareggio.
Ottima la prova tra i compound di Sergio Pagni, terzo, straordinarie le donne nell’arco nudo e nel longbow con tutti i posti sul podio occupati da atlete italiane.
Eccellenti anche le prestazioni dei big internazionali, entusiasti della loro presenza nella Capitale. Tra i senior vittoria nel compound per Braden Gellenthien (Usa) che aveva vinto anche la finale di Coppa del Mondo outdoor lo scorso anno a Roma. Nel compound donne ha vinto la statunitense Alexis Ruiz. Nell’arco olimpico grande prestazione del canadese Crispin Duenas che ha superato 6-0 (in tre volée solo frecce sul 10) il campione americano Brady Ellison. Nel femminile ha conquistato l’oro la sud coreana Kim Surin. In genere pfroprio i coreani hanno in parte deluso. Oltre a Las Vegas, per completare le sei “date” delle Indoor World series mancano ancora le tappe in Corea del Sud e in Francia.
Con Roma appuntamento il prossimo anno sempre in un capiente padiglione della Fiera e ancora nel mese di dicembre. E saliranno l’importanza e il livello: da 250 a 500.
Il CONSUNTIVO DELL’APPUNTAMENTO ROMANO
DAL PRESIDENTE FITARCO MARIO SCARZELLA
Numero uno della Federazione Tiro con l’arco, ma anche Presidente europeo e Vicepresidente vicario mondiale, Mario Scarzella ha il grande merito di aver portato ad altissimi livelli il movimento arcieristico italiano, sia nei risultati che sono di assoluta preminenza e fanno dell’Italia una delle prime Nazioni in questo sport, sia nell’organizzazione di eventi che portano nel nostro Paese il meglio dei “Robin Hood” del Pianeta.
E così é stato anche con il “Roma Archery Trophy”, terza tappa delle Indoor World Series, appena concluso e svoltosi nel Padiglione 9 della Fiera di Roma. Abbiamo intervistato Scarzella appena finita la prestigiosa manifestazione. Ovviamente era visibilmente soddisfatto.
E’ stato molto impegnativo organizzare una kermesse così importante in Italia?
“Fino ad un certo punto, direi. Avevamo già una consolidata e riconosciuta esperienza per aver portato eventi mondiali da noi e per avere nella capitale il Roma Archery Trophy molto ha giovato la splendida organizzazione delle finali di Coppa del mondo all’aperto dello scorso anno nell’incantevole scenario dello Stadio dei Marmi. Così abbiamo superato la concorrenza di varie città mondiali che si erano candidate e siamo entrati nel novero delle sei “ospitanti”. E siamo arrivati, come prima volta che ospitiamo, in terza posizione come valore e considerazione, sulle sei, dietro Las Vegas e Nimes. Ma quest’ultima contiamo di superarla già il prossimo anno, raggiungendo quota 500”.
Si sono presentati sulla linea di tiro gli atleti più famosi del mondo.
“Sì, tra l’altro la nostra é stata l’unica tappa che ha visto lo svolgimento di quattro categorie, quattro specialità: arco olimpico, compound, arco nudo e longbow. Due terzi dei 630 partecipanti (numero record per la manifestazione) erano stranieri, come detto i migliori dei cinque continenti, ne mancavano veramente pochi del ranking mondiale. Incontri altamente spettacolari; per tutti voglio ricordare la finale tra il canadese Duenas e l’americano Ellison, che ha infiammato il pubblico presente. Il novero non numeroso dei nostri arcieri é dovuto al fatto, per esempio, che gli atleti con la maglia azzurra si stanno allenando a tirare esclusivamente a 70 metri per preparare al meglio la prossima stagione che culminerà, per il settore targa, con il Campionato mondiale di Hertogenbosch, in Olanda, in cui la Nazionale non solo si giocherà i titoli iridati ma darà l’assalto anche ai pass olimpici e paralimpici di Tokio 2020. Nonostante questo, tra junior e senior, a Roma i nostri ragazzi sono saliti tredici volte sul podio. Un risultato davvero più che soddisfacente”.
A proposito di pubblico, ha risposto alla grande.
“Moltissima gente anche durante le gare dei primi due giorni oltre che per le finali. E la location della Fiera di Roma era ottima, per la sua vicinanza all’aereoporto di Fiumicino. Per la prima volta nella storia dell’indoor ci siamo impegnati a rendere più agevoli i trasferimenti degli arcieri, mettendo a disposizione pulmini e altri mezzi di trasporto. Questa manifestazione la riproporremo il prossimo anno nello stesso posto (magari in un padiglione che abbia uno spazio ancora più grande) e in ugual periodo. Potremo ancora crescere, limare certe imprecisioni. Mi sento, però, di spendere un’ultima parola per tutti coloro che si sono adoperati per l’organizzazione: grazie per l’impegno profuso”.
U. R.