di Pietro Zocconali *
Il 27 ottobre u.s., organizzato dall’Associazione Nazionale Sociologi di cui sono presidente, si è tenuto, nell’Antico Salone del Casinò dello Stabilimento termale J. Varraud e Casa Boccella a Bagni di Lucca nota località termale della Toscana, un interessante e partecipato Convegno sul turismo termale e le sue implicazioni socio-occupazionali.
Nell’occasione ho iniziato il mio intervento con una citazione: “Il centro termale di Bagni di Lucca … è formato da alcune frazioni distese ai due lati del torrente Lima, un po’ più a monte della confluenza col Sérchio. La valle è tutta rivestita di boschi che scendono sino al paese, avvolgendolo d’ombra, di verde e di frescura: infatti durante l’estate il clima vi è temperato anche per le brezze che spirano lungo la vallata, così che la località è frequentata altresì come soggiorno climatico. Al paesaggio amenissimo fanno riscontro le ottime comodità onde l’abitato è largamente fornito; una buona attrezzatura alberghiera, numerose ville e comodi appartamenti, negozi, luoghi di ritrovo”. Così si esprimeva nel 1936, esattamente 80 anni fa, la “Guida pratica ai luoghi di soggiorno e cura d’Italia del Touring Club Italiano”. La descrizione di quel paesaggio mi aveva ricordato un bel romanzo di fine Ottocento, “Monte Oriol”, di Guy de Maupassant, ambientato proprio in una stazione termale in Francia ai piedi delle Alpi. Questa lettura mi aveva incuriosito fortemente ed anche per questo ho deciso di andare a far visita a Bagni di Lucca, una luminosa stella della galassia costituita dai tanti centri minori disseminati nel nostro Paese, che a volte sono fagocitati dalle grandi città d’arte che attirano la maggior parte dei turisti come anche ribadito più volte dal ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini. A proposito di centri minori, ho interrotto il mio intervento ed ho voluto rivolgere un pensiero a quegli abitanti del Centro Italia che, da più di due mesi, vengono martorizzati da scosse telluriche che li stanno annientando, con il sacrificio umano di circa trecento anime e con l’annichilimento delle loro abitazioni: ho per questo chiesto un applauso a quelle popolazioni di Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo (grande applauso dei convegnisti che con foga e commozione hanno risposto all’appello). Tornando ai lavori del convegno ho voluto ringraziare il sindaco e il vice sindaco della cittadina per l’accoglienza. Naturalmente ho “subdolamente” approfittato del convegno per passare qualche giorno in quelle Terme che mi erano state descritte come una vera e propria fabbrica della salute. In quella importante giornata convegnistico – culturale i vari esperti hanno trattato dei rispettivi settori di specializzazione visti dalle diverse angolazioni, dei loro interessi lavorativi ed in base alla loro specifiche conoscenze della materia. Si è pure discettato, dal punto di vista medico e terapeutico, delle cure e dei trattamenti termali, ma anche della storia di questa località, abitata fin dall’età del bronzo, poi successivamente dagli etruschi e dagli antichi romani ma sempre legata al suo termalismo. Si è parlato, infine, del benessere psicologico e dell’aspetto socio-culturale del “popolo termale” rispetto ai numerosi luoghi di incontro e socializzazione presenti in loco.
* Presidente Associazione Nazionale Sociologi