ERA IL 2001 QUANDO VENNERO CITATE IN GIUDIZIO LE MULTINAZIONALI DI TELECOMUNICAZIONI DA ALCUNI CITTADINI STATUNITENSI. LA MAGGIOR PARTE DEI QUERELANTI SONO GIÀ MORTI.
di Maurizio Martucci
È iniziato il 12 Settembre 2022 e proseguirà fino al 30 il corso di udienze programmate in America dopo ben 21 anni dalla prima denuncia depositata per il riconoscimento del danno biologico per cancro al cervello dovuto all’uso di telefoni cellulari. Era infatti il 2001 quando lo statunitense Michael Patrick Murray e altre cinque persone, tutte affette da tumori cerebrali insorti nel punto in cui avevano tenuto i loro telefoni cellulari, hanno citato in giudizio l’industria delle telecomunicazioni, citandole per danni.
Nel 2010 e nel 2011, altre sette vittime di cancro al cervello si sono unite al caso come querelanti aggiuntivi. A causa delle tattiche dilatorie e dei ricorsi degli imputati del settore, questo caso è rimbalzato avanti e indietro da un tribunale all’altro per 21 anni. “La maggior parte dei querelanti è morta nel frattempo”, commenta desolato l’attivista americano Arthur Firstenberg, presidente della Task force sui telefoni cellulari. Gli imputati sono praticamente l’intero settore delle telecomunicazioni: Verizon, Sprint, AT&T, T-Mobile, Bell South, Bell Atlantic, Motorola, Qualcomm, Samsung, SONY, Sanyo, Nokia, CTIA, FCC (agenzia governativa americana delle comunicazioni) e una dozzine di altre società di telecomunicazioni. Intanto, Alleanza Italiana Stop 5G comunica che il 31 Dicembre 2022 chiuderà la raccolta fondi promossa su Eppela dal titolo Processo al 5G, difesa per i cittadini, con la quale si punta a portare in giudizio il wireless nel riconoscimento di danni e malattie ambientali, tema di un recente incontro promosso dal partito VITA.