SCATTA DI NUOVO L’SOS AMBIENTALE NELLA PREZIOSA AREA CERVETERANA. POLIZIA LOCALE E CAPITANERIA PRONTE AD INTERVENIRE.
Una brutta immagine nel giorno di Pasqua. Sversamenti abusivi nel bosco di Valcanneto, a Cerveteri, un film visto e rivisto in quest’area considerata un’isola felice ma a quanto pare avvolta nel degrado. Sono stati gli stessi residenti a puntare l’indice contro una situazione spiacevolissima, non solo visivamente ma anche per l’olfatto.
«Continuate a contaminare il vostro letto e una notte soffocherete nei vostri stessi rifiuti», il signor Luigi cita addirittura un passaggio del Manifesto dei diritti della terra risalente al 1854 in America. Altri abitanti di questa località cerveterana non si tirano indietro nei commenti sfogando la loro frustrazione sulla pagina Facebook dedicata proprio a Valcanneto. «Possibile che non si possa scoprire chi non è allacciato alla fogna comunale?», invoca la signora Milena. Germano prosegue nella discussione: «Sono anni che si cerca di scoprire chi inquina purtroppo senza ottenere risultati. Sono intervenuti assessori, guardie ambientali. Un fatto più volte segnalato da dal comitato di zona, senza mai capire la provenienza. Purtroppo qualcuno ha allacciato lo scarico in un condotto di acque chiare».
Il giorno seguente, perciò a Pasquetta, molti altri cittadini sono andati a constatare di persona le condizioni del polmone verde e soprattutto dell’area interessata dagli sversamenti non autorizzati. A Cerveteri il problema degli scarichi illegittimi, se fosse appurato, è stato affrontato tante volte. In alcuni casi per fortuna ci sono stati passi in avanti in seguito alle indagini della Capitaneria di porto più volte intervenuta in sinergia con il Comune e Polizia Locale, su disposizione della Procura della Repubblica di Civitavecchia – tramite video-ispezioni – per cercare di risalire alle cause dell’inquinamento ambientale. Anche perché i liquami finivano poi nei fiumi naturali proseguendo la corsa verso Ladispoli, il comune a valle, e quindi sfociando a mare. Il più delle volte il problema era stato provocato da abitazioni e condomini, in altre occasioni da attività commerciali. Forse è l’unico modo per far fronte a questa patata bollente: attivarsi con scrupolose attività investigative e porre un freno una volta per tutte a questa indecenza. Ecco perché la Polizia municipale, già intervenuta in passato, potrebbe attivarsi ancora con la Guardia costiera.
In passato non solo i cittadini ma anche diverse associazioni del territorio si sono battute per accendere i riflettori su questa oasi. Il bosco infatti rappresenta un prezioso residuo delle antiche foreste planiziali che occupavano la fascia costiera laziale migliaia di anni fa. Ad iniziare dagli anni novanta le scuole, gli enti locali e associazioni di volontariato, hanno portato avanti progetti di tutela e di riqualificazione che, seppur a singhiozzo, hanno consentito la costruzione di percorsi educativi e ricreativi. Nel 2020 il Consiglio Direttivo Scuolambiente e Comprensorio Litorale Roma Nord avevano segnalato i sentieri inagibili per la vegetazione folta, gli alberi caduti e le staccionate dei ponti divelte.