SULLA STRADA DELL’ULIVO

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esplorando il mediterraneo

ESPLORANDO IL MEDITERRANEO. ITALIA: LA PIÙ IMPORTANTE BIODIVERSITÀ AL MONDO!

di Luca Marini Achenza

Con il solo 0,5% della superfice mondiale, abbiamo 7 mila specie vegetali commestibili, il secondo paese al mondo ne ha 3 mila, 55 mila specie animali, la Cina con il 6% del territorio terrestre ne conta 20 mila. 140 varietà di grano duro, gli USA ne hanno 6. Oltre mille vitigni, la Francia ne ha 220. Oltre 500 coltivazioni di ulivo, la Spagna ne ha 70.

Ed è proprio seguendo le tracce alpino mediterranee ed italiane di queste “colture”, come l’olio e il vino, nonché dei cereali, legumi ed alcuni animali selezionati e poi allevati, che possiamo ricostruire le origini delle nostre straordinarie ricchezze utilizzate tradizionalmente nel corso dei secoli dalle “gentes” italiche, che hanno condotto alla Penisola dei Tesori, che continueremo ad apprezzare in questa rubrica.

L’Ulivo, Olea europaea, unico albero e specie vegetale ad aver vissuto il passaggio da Coltura a Cultura, favorito dalla morfologia geologica del Mediterraneo, considerato uno dei migliori indicatori biologici di questa area, che lo ha portato ad un sviluppo selettivo e specifico di quasi 600 varietà, 500 solo in Italia, dove si concentra il 95% del patrimonio olivicolo mondiale 850 milioni di alberi. Il 10% destinato alle olive da tavola, il resto diventa olio. Alcune varietà, in relazione al territorio sono ottime per produrre olive da pasto, altre per l’olio e altre con duplice attitudine. Le varietà per l’olio hanno frutti più piccoli e ricchi dell’oro verde, rispetto a quelle da mensa. Una tale ricchezza di coltivazioni, realizza una tavola di gusti sensoriali incredibile che è poi padre del nostro Extravergine. Per ottenere quest’ultimo bisogna controllare tutti i principali passaggi, dalla coltivazione fino alla raccolta, stoccaggio e lavorazione dei frutti, con sapienza e capacità.

L’ulivo

Questa fondamentale pianta per l’alimentazione umana, nello specifico, dell’olio extravergine di oliva, apporta per 100 g. 900 calorie. L’olio di oliva è fonte di – quantità per 100 g di extravergine, di vitamina E, vitamina A, ferro, sodio, potassio, zinco, rame, selenio. L’olio di oliva è un’ottima fonte di molecole antiossidanti, in particolare di composti fenolici associabili a diversi benefici per la salute.

Studi scientifici suggeriscono infatti che l’olio d’oliva potrebbe aiutare a combattere i problemi cardiovascolari influenzando i livelli di lipidi nel sangue e l’ossidazione delle LDL, il funzionamento dell’endotelio, l’infiammazione, la coagulazione, la capacità antiossidante del plasma e la risposta a glucosio e insulina. Inoltre sembra che l’olio d’oliva aiuti a prevenire alcune forme di cancro, che eserciti un’azione antibatterica e che possa essere utile in caso di artrite reumatoide, come lassativo e, applicato sulla pelle, come emolliente efficace in caso di dermatite.

È davvero un pilastro della Dieta Mediterranea e il suo uso e’ riconosciuto anche come “CURATIVO” (nutraceutica). Le tracce dell’utilizzo dell’ulivo risalgono ad 8 mila anni fa (ritrovamenti in Turchia), mentre la fase di addomesticamento deve attendere 2 mila anni (6 mila a. C.). L’Antica città di Ebla (Siria settentrionale, da quale probabilmente proviene in forme antiche selvatiche: olea olester – “oleastro” nel 2.500 a.C. esportava annualmente 700 tonnellate di olio: era davvero prezioso e utilizzato per svariati usi luce nelle miniere, droghe, tessuti, cosmetica, balsami. I più antichi esemplari di “oleastro” (olivo selvatico) sono quelli della località Santu Baltolu di Karana nel Comune di Luras in Gallura (SS), che Monumento Patrimoniale Ambientale UNESCO risalgono a 4.500 anni fa e dalle dimensioni davvero notevoli. Madre di questo eccezionale albero alto-arbustivo è ovviamente la Macchia Mediterranea, della quale ne è componente straordinario. Questo fondamentale albero per la Cultura Mediterranea è stato coltivato ed utilizzato da tutti i principali popoli. Greci, Romani, Etruschi e prima ancora gli Italici (Pugliesi, Siculi e Sardi per primi). Ha assunto anche funzioni sacre e religiose e nella medicina tradizionale ha rivestito un ruolo fuori dal comune.

LUCA MARINI ACHENZA
Socioantropologo della prevenzione primaria, studioso di bioetnomedicine e paradigmi tradizionali del benessere; estimatore della cultura mediterranea e dei suoi Patrimoni come principale risorsa turistica nazionale; insegnante di cucina tradizionale, naturale e mediterranea (ATM); sommelier e degustatore sensoriale di vino, acqua ed altri alimenti.