Bagno di folla a Ladispoli per la visita di Cristiano Militello, autore del libro “Cartelli d’Italia” il cui ricavato sarà devoluto alla cura di bimbi con patologie neurologiche complessedi Felicia Caggianelli
Da 14 anni è uno dei protagonisti di Striscia la notizia, regalando sorrisi ai telespettatori con la scoperta di eterogenei personaggi negli stadi italiani grazie alla rubrica “Striscia lo striscione”. Ma Cristiano Militello è soprattutto uno scrittore di successo. I suoi libri hanno venduto oltre 300 mila copie, i lettori hanno sempre apprezzato il suo modo di scrivere fluido ed accattivante con cui racconta l’Italia dei cartelloni stradali bizzarri, delle insegne dei negozi paradossali e degli striscioni con cui i tifosi italiani si scambiano messaggi di ogni tipo nelle curve degli stadi. Militello racconta costumi, vizi, virtù e peculiarità della gente che, dietro scritte anche paradossali, si trasforma nel Pasquino del terzo millennio. Attore con registi del calibro di Leonardo Pieraccioni ed Ezio Greggio, cabarettista con Carlo Conti su Rai Uno, ha condotto anche Striscia la notizia insieme a Valerio Staffelli nell’edizione domenicale. Un personaggio a tutto tondo che di recente è venuto a Ladispoli per realizzare una puntata di Striscia lo striscione, ricevendo un’accoglienza calorosa sia per le strade, sia quando si è recato allo stadio Angelo Sale ad effettuare divertenti interviste ai tifosi rossoblu in occasione della gara col Latina. Naturalmente L’Ortica non si è fatta scappare l’occasione di intervistare questo unico protagonista della televisione.
Si aspettava tanto affetto da parte della gente?
“Fa sempre un enorme piacere il calore delle persone che ti salutano, ti stringono la mano, ti chiedono una fotografia. E’ la conferma che Striscia la notizia da trent’anni è nel cuore del pubblico, anche per le strade di Ladispoli ci hanno ribadito che siamo l’unica trasmissione ancora in grado di spostare gli equilibri e collezionare grandi ascolti perché è un programma credibile che non guarda in faccia nessuno. Entriamo nelle case delle gente, io mi occupo di argomenti allegri, i miei colleghi spesso rischiano molto nell’andare a fondo su tematiche delicate. Il pubblico apprezza questo modo di proporre giornalismo ed informazione. Era la prima volta che venivo a Ladispoli, una città bella dove ci sono personaggi interessanti”.
Parlando del popolo dei tifosi, come sono gli appassionati italiani di calcio?
“Striscia lo striscione racconta il tifo che più ci piace. Quello degli sfottò brillanti, delle scritte geniali e divertenti, della rivalità che non tracima mai in ostilità. Nelle curve degli stadi ci sono talenti nascosti che regalano perle di umorismo graffianti e boccaccesche. Da ragazzo quando andavo a vedere le partite, del resto, ero sempre più attratto dalle goliardie dei tifosi rispetto alle partite. L’idea di scrivere libri sugli striscioni esposti nelle curve nacque dopo il cartello Giulietta è una zoccola che i tifosi del Napoli issarono durante una partita col Verona. Grazie ai miei libri fui contattato da Striscia la notizia che mi propose la rubrica”.
E’ uscito di recente il suo ultimo libro “Cartelli d’Italia”. Che nazione siamo?
“Leggendo i tantissimi cartelli disseminati per la penisola scopriamo un paese divertente e forse inquietante. Il libro nasce grazie alle segnalazioni dei cittadini, io ho messo insieme mille cartelli divertenti e bizzarri. E’ un viaggio tra l’assurdo linguaggio burocratico, strafalcioni, accostamenti esilaranti, spesso involontari. E’ sempre stata la mia passione, vanto una collezione di oltre 4 mila foto di cartelli e striscioni tra i più impensabili”.
Il ricavato andrà in beneficenza?
“Assolutamente sì, sarà devoluto in beneficenza alla fondazione Tog, che cura gratuitamente bambini con patologie neurologiche complesse”.
E’ vero che Cristiano Militello ha iniziato la carriera col grande Gigi Proietti?
“Verissimo. Quando avevo 16 anni Proietti venne a Pisa per allestire la “Tosca” e fui preso per un piccolo ruolo, il chierichetto. Per quattro mesi ho girato l’Italia. È stato folgorante”.
Nel frattempo però è anche arrivata la laurea in Scienze politiche?
“Avevo idea di diventare un commissario di polizia. In realtà l’unico mestiere serio che ho fatto è stato il postino per sei mesi a Lucca”.