Storia di un ragazzo di Ladispoli (e delle attivitá giovanili nella cittá): Intervista a Diego Cotrufo

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Diego ha appena compiuto 21 anni ed é nato e cresciuto a Ladispoli. Con molti interessi, e avendo finalizzato la maturità nell’Istituto Cinematografico Roberto Rossellini, aveva deciso di dedicare parte del suo tempo all’organizzazione di una serata di musica per i giovani a Ladispoli che fosse totalmente gratuita. Nel prendere contatti con varie persone e gruppi, ha conosciuto anche Alessia Cocco, responsabile di una associazione culturale impegnata nel sociale nel nostro territorio: Pixi. Qui é venuto a conoscenza di un’altro progetto… ma ce ne parlerà lui stesso.

Ci racconti del progetto cui hai preso parte.

Cercando di portare avanti una mia idea di realizzare un evento gratuito per giovani, mi sono imbattuto con un’altro sui graffiti. Parlando con Alessia Cocco del Pixi, mi raccontò che per questo progetto era stato richiesto il permesso e l’approvazione da alcuni anni, ma solo poco tempo fa l’avevano accettato. Solo che, col passare del tempo, le persone disponibili a portarlo avanti non c’erano più; la gente che c’era prima è cambiata e ora di giovani disposti a farlo non ce n’erano. E pensare che la Pixi me la ricordo da quando ero bambino e andavo all’asilo e vedevo una scritta per strada fatta proprio da loro.

La mia idea invece partiva proprio dal fatto che non ci sono luoghi o eventi per giovani in questa città, o se ci sono non si vengono a sapere, infatti come quello sui graffiti.

Siamo abituati a fare tutto da noi, con i nostri amici; abituati con musica commerciale o balli di gruppo; abituati a gente adulta che per divertirsi beve cocktail e aperitivi e parla con amici

del passato. Dobbiamo pagare 10 o 20 euro solo per entrare in un locale in cui se non si ha l’abbigliamento adatto o non si è maggiorenni l’accesso è negato.

Noi (giovani) tendiamo a seguire le orme degli adulti, costretti a recarci entrambi alle stesse

serate; infatti a Ladispoli purtroppo non c’è una grande differenziazione di eventi. Certo,

almeno la possibilità di non andare l’abbiamo, ma ci ritroviamo per strada o a casa di qualcuno, fermi, senza musica, e senza luoghi in cui poterci svagare.

Come mai nessun’altro ha usufruito di questa opportunitá?

Nonostante era, ed è, un progetto bello, é diventato vecchio, anzi sembrava dimenticato, e dopo l’approvazione non è stato possibile neanche pubblicizzato abbastanza, ne messo a conoscenza per chi ne poteva usufruire, particolarmente i giovani.

Come é stato realizzare questi graffiti e l’importanza del luogo a disposizione?

Il posto assegnato per poterlo fare non é infatti un muro qualsiasi, ma uno dei muri esterni della struttura che ospita e dove opera il Centro Equip multi professionale Un posto particolare che riceve e da sostegno a minori e famiglie, in collaborazione con l’Assessore alla Cultura e il Ministero Penale Minorile, finanziato dalla Pixi. Mi sembra più che adatto il fatto di valorizzare e rendere quanto più piacevole e accogliente, anche simpaticamente con i graffiti, un posto socialmente utile

Cosa é venuto fuori? Come disegno e la sua interpretazione.

Secondo me i graffiti hanno la stessa importanza di un dipinto che scegliamo per mettere in una stanza, invece di un quadro cambiamo il monocolore del muro con un disegno. Come nelle cappelle affrescate, al posto delle divinità o figure religiose, si usano temi sociali rivisitati con l’immaginazione.

Avevo altre bozze ma volevo far vedere qualcosa di mio, il tema sempre presente del sociale, che fosse visto da tutti. Quindi ho chiesto di fare un graffito su un alieno alienato dalla TV, che poi é una finestra che era già lì che ho utilizzato come parte del disegno, integrandola.

Il graffito non è solo disegno. Si scrive sui muri (per esempio nella metro, come negli Stati Uniti) il proprio nome con caratteri particolari, personalizzati, per dire eccomi, esisto, sono qui e sono importante anch’io. A volte i disegni sono così complicati che si fa prima a scrivere una lettera che a disegnare un graffito per bene. Ma ne vale la pena lo sforzo. E un altro tipo di comunicazione.

E le reazioni della gente?

Di accettazione e curiositá. Anche i bambini si avvicinavano e festeggiavano questo disegno grande, che magari era simile a uno loro, solo che amplificato.

graffiti Diego

E poi addirittura ho trovato dei possibili lavoretti. Una persona si é fermata con la macchina per chiedermi il numero di telefono perché voleva dipingere i suoi garage con delle sue idee fantasiose che non sapeva realizzare da sé, ed era contento di trovare qualcuno proprio mentre lo faceva. Ha detto che non avrebbe saputo altrimenti come trovare qualcuno che facesse graffiti.

Pensi che progetti come questo dovrebbero essere rivalutati?

Certo, assolutamente. Ma non solo. Credo sia un bene poter disegnare cose del genere che tutti possano vedere, e anche accettare che ci siano altri punti di vista su come vedere la vita, pur criticando o avendo delle diversità di vedute certo. La critica va bene, si può ridire sulla mano del disegnatore, può non piacere, oppure sui colori scelti, ma è importante che possiamo trasmettere il soggetto che ci sta veramente a cuore. Faccio un esempio: se un(a) bambino(a) disegna casa sua, suo padre e sua madre, o le persone a lei care, non si sta a vedere se il disegno sia fatto male, ma diamo valore a chi lo esprime e al soggetto che rappresenta. Quello é il vero valore, quello delle persone e le sue espressioni vitali attraverso l’arte.

il graffito sul muro sempre parte da qualcuno che descrive ciò che vede e sente nella società in cui vive, ed é trasversale benché se ne pensi diversamente, non ha etichette di etá, né economiche, né sociali: può essere uno che non ha niente oppure qualcuno con i soldi.

Quale messaggio manderesti ai tuoi coetani?

Mi piace l’idea di lavorare per poter offrire ai giovani della mia stessa età la possibilità di un luogo di ritrovo, dove poter capire che per sentirsi ‘liberi’ non bisogna per forza aspettare di essere più grandi, o farsi lunghi viaggi fino ad altre città come Roma, con l’eventualità di dover aspettare il treno delle sei del mattino (dopo una serata) per il ritorno a casa (per i non auto muniti). Bisogna riuscire a stare insieme, cercare di appoggiarsi gli uni agli altri, non dire sempre ‘’la mia vita fa schifo’’ e basta, cercando e trovando luoghi di condivisione per divertirsi e proporre le cose che ti va di fare e che forse non ci sono.

A mie spese ho capito che ‘’se ti interessa fare qualcosa, fallo’’. Me lo hanno sempre ripetuto e finalmente ci sto riuscendo. Cercando qualcosa ho trovato non solo il posto in cui realizzarlo, ma anche persone che la pensano come me e mi hanno aiutato e aperto uno sbocco per poter cominciare.

E il concerto/evento in programma?

Ci hanno assegnato e approvato il posto.

Quindi vi aspetto. E anche prima se volete darmi una mano e partecipare all’organizzazione. C’é molto da fare.

Il concerto si terrá a marzo, per saperne di più ci sará a breve l’evento su Facebook:

hip-hop trap night/Ladispoli on fire o mi scrivette a:

Diego Cotrufo dcotrufo96@gmail.com