Una giovane gattina incinta è stata torturata e uccisa con efferata crudeltà nei pressi di un agriturismo a Gravina. La Lega Nazionale del Cane e “Zampe che danno una Mano” denunciano il fatto gravissimo. L’omertà rende complici. Si cercano testimoni.
La vera prova morale dell’umanità, quella fondamentale – sosteneva Milan Kundera – è rappresentata dall’atteggiamento verso chi è sottoposto al suo dominio: gli animali. Una prova che a Gravina in Puglia boccia miseramente, senza possibilità di appello. Nei pressi di un agriturismo, in località Tenuta Capotenda, si è verificato l’ennesimo terribile episodio di violenza nei confronti di una giovane gatta.
La micia è stata trovata senza vita a seguito di una serie di abusi inimmaginabili, subiti appena fuori dall’agriturismo, dove da qualche tempo viveva libera e accudita dai proprietari della struttura. Da quanto è stato possibile capire, la gatta sarebbe stata percossa o addirittura presa a sassate perché era tumefatta. Il particolare più inquietante è che sarebbe anche stata infilzata con stecchini di legno in più parti del corpo, riporta la Lega Nazionale del Cane (LNDC)-Animal Protection.
Quando la gattina è stata trovata in queste condizioni terribili da parte del personale dell’agriturismo, si era conclusa da poco una festa per un diciottesimo compleanno, quindi c’è la possibilità che a compiere questa brutalità sia stato qualche ospite dei festeggiamenti. Se così fosse, è bene precisare che non si tratta di una ragazzata – come spesso sono definiti questi avvenimenti per minimizzarne la gravità – ma di un gesto efferato che, a maggior ragione se compiuto da una persona giovane, deve far suonare un campanello d’allarme molto forte, afferma senza mezze misure la presidente Piera Rosati.
L’associazione animalista ha sporto denuncia e ha offerto anche supporto al personale della struttura che la accudiva. Invita chiunque abbia informazioni utili ad assicurare alla giustizia i responsabili a mettersi in contatto con il suo studio legale all’indirizzo: avvocato@lndcanimalprotection.org. LNDC non è la sola associazione a seguire lo sconcertante caso. Anche la onlus “Zampe che danno una Mano”, presieduta dall’avvocata Giada Bernaldi, fondatrice dello Studio Legale ” GiustiziAnimale”, si è mossa in questo senso.
Ha presentato alla Procura della Repubblica di Bari denuncia ai sensi degli ex artt. 544 bis, 544 ter del Codice Penale per la brutale uccisione di Ro’, questa era il nome della gattina martoriata. I segni presenti sul cadaverino della gatta, che era peraltro incinta, raccontano come la micia sia stata vittima di un branco, non di un singolo, afferma Bernaldi.
“Nella querela depositata – conclude Bernaldi nel comunicato della Onlus – abbiamo fatto al PM precise richieste istruttorie”.”La piccola Ro’ – prosegue – è stata vittima di un orrendo gioco sadico e della cattiveria di coloro che non hanno alcun rispetto per la vita e scaricano le loro frustrazioni e noia sui deboli. Soggetti socialmente pericolosi che devono essere individuati e fermati. E chi sa deve parlare. L’omertà rende complici. E più colpevoli dei colpevoli”.
Rubrica a cura di Barbara e Cristina Civinini
Colonia felina del castello di Santa Severa https://gliaristogatti.wordpress.com