STITICHEZZA, CHE DISAGIO!

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stipsi

La stitichezza è un disturbo gastrointestinale comune, affligge individui di tutte le età.

Caratterizzata da evacuazioni difficili o infrequenti, può avere un impatto significativo sulla qualità della vita. Studi indicano che fino al 20% degli adulti e il 16% dei bambini soffrono di questo disturbo, con una prevalenza maggiore nelle donne e negli anziani. Il disagio che crea la stipsi è notevole, soprattutto quando diventa cronica, al punto da poter condizionare tutte le attività quotidiane del paziente.

Ma come mai si può andare incontro a questo fastidioso disturbo?

Le cause sono molteplici e per individuarle più agevolmente bisogna intanto capire se si tratta di una stipsi così detta “alta” o “bassa”. Nella prima vi è un rallentamento dei movimenti intestinali in tutto l’intestino e l’ampolla rettale può risultare vuota mentre le feci ristagnano nel colon diventando dure e secche e il paziente ha la sensazione di pienezza e gonfiore. La stipsi bassa coinvolge la parte inferiore del colon, il retto e l’ano e può essere legata a problemi di evacuazione in quanto spesso le feci arrivano al retto ma ci sono difficoltà nell’espulsione, spesso a causa di problemi muscolari o strutturali e necessita di manovre manuali per evacuare.

Cosa determina la stipsi?

Sicuramente la dieta e lo stile di vita giocano un ruolo fondamentale; pertanto, le comuni raccomandazioni di bere molta acqua (in particolare acque ricche di magnesio a residuo medio alto), muoversi per favorire la peristalsi e mangiare alimenti ricchi di fibre sono sempre validissime, eppure molti pazienti continuano ad avere difficoltà ad andare in bagno nonostante queste accortezze e pertanto sarà necessario indagare altre condizioni, vediamone alcune.

Alimentazione: i latticini, così come eccesso di carni rosse e lavorate. Anche il cioccolato, the, caffè e vino, se in alcuni casi vengono usati proprio per andare in bagno, in alcune persone, assunti in eccesso possono causare stipsi (per il contenuto di tannini dalle proprietà astringenti che riducono la peristasi e le secrezioni ghiandolari); l’eccesso di grassi che rallentano lo svuotamento gastrico o cibi ad alto contenuto di amido resistente come le patate e le banane non mature e il riso bianco. Il ferro e il calcio sia come integrazione sia se introdotti con alimenti che ne contengono grandi quantità possono rallentare il transito intestinale.

Condizione mediche sistemiche come ipotiroidismo, diabete, disturbi elettrolitici (in particolare del sodio, potassio, magnesio e fosforo), patologie neurologiche tipo morbo di Parkinson, sclerosi multipla o lesioni post ictus, depressione e patologie autoimmuni che colpiscono il tessuto connettivo come Lupus Eritematoso Sistemico.La gravidanza o la seconda fase del ciclo mestruale, cateterizzata da un aumento del progesterone che tende a rallentare il transito intestinale.

Alterazioni strutturali: disfunzioni dei muscoli utilizzati nell’evacuazione e alterazioni del pavimento pelvico o stenosi per esiti di malattie croniche infiammatorie, tumori o prolassi o anomalie del colon come il dolicocolon (colon più lungo della norma) o diverticoli. Farmaci tra cui i più noti oppioidi, ma anche antidepressivi o benzodiazepine, i farmaci che diminuiscono l’acidità dello stomaco, alcuni antiepilettici e diuretici solo per citarne alcuni. Anche gli stessi farmaci usati per curare la stipsi, i lassativi, se usati scorrettamente e per troppo tempo possono creare dipendenza e aggravare la stitichezza.

Sindrome intestino irritabile e sibo metanogena: la sibo è una condizione dovuta ad un aumento del numero di batteri nell’intestino tenue che normalmente si trovano in gran quantità nel colon. Se i batteri in eccesso producono metano causerà un rallentamento del transito intestinale.

Stress e sonno non adeguato: esiste un collegamento diretto tra intestino e sistema nervoso centrale definito asse intestino-cervello e quando siamo stressati produciamo più adrenalina con rallentamento del transito intestinale e della digestione in generale.

Assumere la posizione corretta quando evacuiamo è molto importante: siamo abituati ad andare in bagno stando seduti, ma questa non è la posizione migliore e naturale per evacuare, bensì quella accovacciati come abbiamo sempre fatto per millenni prima dell’avvento del wc! Con la posizione seduti a 90° si crea un’angolazione del canale anale che crea un ostacolo al passaggio delle feci e determina una stipsi di tipo espulsivo. Per ovviare a questo problema potrebbe risultare utile usare uno sgabello per sollevare i piedi e inclinare la schiena in avanti.

La salute generale del nostro organismo è strettamente dipendente da quella intestinale, pertanto, la stitichezza è un sintomo che non va mai trascurato. Usare dei lassativi per la stitichezza occasionalmente può andar bene ma se la condizione si cronicizza è sempre opportuno ricercare e curare le cause sottostanti per un risultato duraturo.

Dottoressa
Carola Cimarelli
C.f. Specialista in Medicina Generale
Esperta in nutrizione – M.m.g. ASL Roma 4
Master Universitario secondo livello in Dietetica e Nutrizione

Dottoressa
Carola Cimarelli

C.f. Specialista in Medicina Generale
Esperta in nutrizione – M.m.g. ASL Roma 4
Master Universitario secondo livello in Dietetica e Nutrizione