La stanchezza è quella sensazione di fatica, di astenia, che induce molti soggetti a recarsi dal medico.
di Aldo Ercoli
I pazienti lo possono descrivere nei modi più vari. Spesso riferiscono un forte desiderio di riposare o dormire. La stanchezza è del tutto normale dopo una protratta attività fisica.
Diversa è la stanchezza cronica, una condizione fisica o psichica che è sempre patologica. H.Harold Friedman (negli anni 90 è stato professor of Medicine. University of Colorado. Denver) affermava:
A conferma di ciò l’anamnesi, diceva sempre Friedman, deve indagare, con particolare attenzione, sullo stato emotivo del paziente e le sue condizioni di vita (anzianità, rabbia, conflitti interni che perdurano da tempo, stato depressivo con tristezza associata a pessimismo). Ciò comporta astenia, mancanza di appetito, apatia, insonnia, mancanza di motivazioni, sensazione di inferiorità.
Credo che da tempo l’incidenza tra cause psichiche e organiche (fisiche) sia equivalente statisticamente. Questo, beninteso secondo la mia “modesta” esperienza empirica o per meglio dire, secondo Alessandro Manzoni, “il mio debol pensiero”.
Non sono del parere che < la stanchezza cronica di origine psicogena riguarda l’80%dei casi, mentre quello di origine fisica solo il 20%> (Friedman). Cosi come non sono d’accordo che < l’espressione del viso dei pazienti depressi, quando lo si è visto una volta, è difficile da dimenticarlo> (Friedman).
Ciò vale per i casi più eclatanti. Sono molti i pazienti depressi che nascondono il loro stato d’animo. Difficilmente si dichiarano depressi.
Parlano più spesso, di astenia di stanchezza. “L’occhio medico” (sempre come lo definisce il Manzoni) è certamente importante ma lo sono ancora di più la semeiotica, l’ascolto del paziente, l’interrogatorio anamnestico, la visita medica.
E’ tipico dei pazienti con stato ansioso depressivo di sentirsi molto stanchi non solo quando vanno a letto ma anche quando si risvegliano. Né il riposo, né il sonno sono in grado di alleviare la loro debolezza. Una stanchezza in verità spesso variabile: il paziente si sente senza energia ma, dopo solo pochi minuti, riprende vigore tanto da poter affrontare qualsiasi compito.
Questo si riscontra più spesso nei pazienti ansiosi che in quelli depressi Il cui persistente sentimento di tristezza, di pessimismo, nega ogni tipo di motivazioni.
Credo che sia troppo semplicistico diagnosticare una stanchezza cronica come psicogena. Senza poter prima escludere una malattia organica. Utili gli esami ematologici di routine (dall’emocromo a quelli relativi il fegato ed i reni; dalla ves alla glicemia, sia a digiuno che post prandiale, dagli elettroliti al quadro proteico elettroforetico, all’esame delle urine).
A ciò aggiungerei dei semplici esami strumentali. Rx torace ed elettrocardiogramma con visita cardiologica. Se c’è indicazione utile anche la sierologia per l’HIV, ANA, AMA, ASMA, KLD e le indagini tumorali: Cea, CA 15.3 (nelle donne), Ca 19.9 e PSA (negli uomini).
In ogni caso non va dimenticata la funzionalità tiroidea (TSH,FT4,FT3). I pazienti con stanchezza di natura organica prima o poi, evidenziano sintomi e segni significativi.
Del resto le cause patologiche di questi sono un’infinità: endocrine (diabete mellito, ipo ed ipertiroidismo, insufficienza paratiroidea, morbo di Addison); ematologiche (anemie, leucemie e linfomi); malattie epatiche (acute e croniche); malattie renali (insufficienza sia acuta che cronica); patologie cardiache; polmonari croniche; malattie neurodegenerative ed autoimmuni; patologie neoplastiche, malattie infiammatorie intestinali; malattie febbrili infettive.
Ne possiamo infine trascurare le forme iatrogene (dovute a farmaci), l’abuso di droghe, l’alcolismo. E’ per questo motivo che, oltre alla semeiotica clinica, nei numerosi casi dubbi dobbiamo seguire un percorso (iter) diagnostico basato su accertamenti clinici almeno di base. Solo se negativi e se il paziente, astenia a parte, sta apparentemente bene possiamo escludere una patologia organica.