SPAZI RIDOTTI NEI QUATTRO CIMITERI VIETATO MORIRE

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VIETATO MORIRE
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L’AMPLIAMENTO DEI LOCULI È UN REBUS COSÌ COME LA REALIZZAZIONE DEL QUINTO CAMPOSANTO. E IL COMUNE DEVE ANCORA PAGARE LADISPOLI PER LE SEPOLTURE IN “PRESTITO”

Passano gli anni ma a Cerveteri la degna sepoltura dei cari estinti è sempre un rebus. Tutta colpa del cronico problema della mancanza di loculi, di una programmazione dell’amministrazione comunale goffa e sempre costretta a rincorrere l’emergenza. Che torna ad esplodere per l’ennesima volta.

I quattro cimiteri del territorio sono ormai al collasso. Qualcuno deve far fronte anche alle criticità delle infiltrazioni d’acqua nelle tombe. L’aspetto più mesto è che i cittadini spesso siano ricorsi alla cremazione per evitare di spostarsi in altre località per seppellire i propri cari. E la recente proposta del consigliere comunale Gianluca Paolacci di realizzare un forno crematorio a questo punto forse non è nemmeno campata in aria.

La vera domanda però è perché non si lavora su un nuovo iter per la costruzione del quinto camposanto di Cerveteri? «La procedura – ricorda Matteo Luchetti, assessore ai Lavori pubblici – era anche partita. Poi c’è stato un intoppo burocratico e la gara è stata annullata se ricordo bene perché la ditta privata (Sara 94, ndc) non aveva presentato tutte le documentazioni. È chiaro che ogni problematica sarebbe stata risolta. Ora quel discorso è un capitolo chiuso e ci stiamo impegnando affinché Cerveteri possa contare sul quinto cimitero. Anche io sono convinto che ciò rappresenti l’unica soluzione».

I cittadini però sono stanchi di sentirsi dire sempre le stesse cose. Si sono succedute già varie amministrazione comunali ma per un motivo o per l’altro si è sempre dal punto di partenza. «Comprendo – dice Luchetti – ma ora non saprei indicare una tempistica. Però il punto è stato inserito nelle opere triennali quindi la volontà c’è. Siamo orientati questa volta per una gara pubblica e non privata. Dovremmo individuare l’area e questo è un altro ostacolo. Almeno a breve credo ci saranno novità sull’ampliamento dei loculi di via dei Vignali».

La vicenda forse merita un capitolo a parte. Il parere della Sovrintendenza per l’ampliamento con la realizzazione di nuovi loculi (risalente addirittura al 2013) è scaduto e il Comune ora dovrà nuovamente richiederlo per procedere con i lavori. Era stato concesso dall’allora funzionario Rita Cosentino e soprintendente Alfonsina Russo dando il via libera per «la realizzazione delle opere richieste esclusivamente nell’area predetta», e cioè in via dei Vignali.

Entra di nuovo a gamba tesa l’opposizione. «Evidentemente – è la critica di Anna Lisa Belardinelli, consigliere comunale – questo ampliamento non s’ha da fare. Qui parliamo di un progetto tecnico esecutivo, pagato oltre 11mila euro con i soldi dei cittadini, gettato alle ortiche. Un nulla osta della Sovrintendenza ottenuto nel 2013 di cui prima viene negata l’esistenza e poi viene lasciato scadere. La volontà di realizzare un quinto cimitero a gestione privata con un progetto discutibile è stato bocciato per ben due volte. L’emergenza loculi ha un solo responsabile: l’incapacità di questi amministratori comunali».

La media annuale di decessi negli ultimi 6 anni è di circa 350 persone ogni anno. Motivo per cui la popolazione attende un segnale forte della Giunta, che finora non è arrivato. Eppure rassicurazioni erano arrivate durante l’ultima campagna elettorale dell’attuale sindaco Elena Gubetti sulla realizzazione del quinto cimitero cittadino, oltre che dell’ampliamento dei cimiteri di via dei Vignali e del Sasso con circa 420 nuovi loculi grazie ad uno studio di fattibilità già redatto e autorizzato dalla Sovrintendenza.

Avvolgendo il nastro all’indietro l’urgenza di trovare spazi emerse già a settembre del 2016 quando fu il cimitero ladispolano a mettere a disposizione una cinquantina di loculi con un accordo tra Alessio Pascucci e Crescenzo Paliotta, rispettivamente ex sindaci di Cerveteri e Ladispoli. Una intesa poi stoppata dal sindaco Alessandro Grando. A proposito, pare che per questo tipo di servizio il comune etrusco debba riconoscere a quello ladispolano ancora dei soldi, circa 40mila euro. E del fatto che non sia stato versato nemmeno un euro alle casse di Palazzo Falcone la conferma è arrivata dallo stesso primo cittadino ladispolano.

Inoltre ad aprile 2020 il Comune dovette correre subito ai ripari procedendo con le estumulazioni di 40 salme sepolte tra il 1934 e il 1950, notizia che suscitò una certa indignazione. Nei giorni scorsi su questa tematica si è espresso anche il consigliere comunale Paolacci proponendo addirittura la costruzione di un forno crematorio.