Affermazioni e credenze: quanto pesano sulla nostra salute?
Cosa conta di più: avere una spina dorsale diritta, la vitamina D o l’autostima? Con questa domanda la naturopata Monica Bertoletti (Naturalmente sani, alias Monique Bert, ideatrice del gruppo fb Medicina Evolutiva, Naturopatia e Detox e coautrice Tiroide Approccio Evolutivo, gruppo fb creato dal dr Andrea Luchi) apre un nuovo capitolo sulla salute, che va oltre la fitoterapia, l’aromaterapia e la nutraceutica e che punta l’attenzione sul potere creativo, curativo o distruttivo di pensieri, emozioni e parole.
INTELLIGENZA CORPOREA
“In sé e per sé le molecole del corpo non hanno intelligenza, – afferma la naturopata – non c’è nulla di spiritoso nell’idrogeno o nell’ossigeno perché svolgono il loro lavoro all’interno delle nostre cellule. Se bruciamo lo zucchero sul fuoco, si carbonizza in pochi istanti. Se il glucosio arriva al cervello produce pensieri ed emozioni.La Cappella Sistina, la Nona di Beethoven e la Divina Commedia son tutte realizzate bruciando zucchero, lo stesso possiamo dire di me che vi scrivo e di voi che mi leggete. A partire dal DNA, dal RNA e dagli enzimi che producono, le nostre cellule pullulano di molecole che reagiscono con ordine preciso, ma questo significa poco: le vere decisioni sono prese dall’intelligenza corporea, che è invisibile! Agisce come un coreografo che crea ogni passo della danza, ma preferisce non apparire sul palcoscenico. Il cervello manifesta la sua intelligenza producendo parole e concetti, il corpo producendo molecole che trasportano messaggi: gli ormoni.
LE PAROLE STIMOLANO PROCESSI VITALI
Se date un morso a un limone vi si riempie la bocca di saliva, perché il succo stimola la secrezione, anche di enzimi salivari. Se visualizzate un limone o pensate per tre volte “limone”, secondo voi cosa succede? Vengono prodotti gli stessi enzimi salivari e aumenta la salivazione. Il messaggio inviato al cervello è più importante della reale presenza del cibo. Parole e immagini stimolano i processi vitali con la stessa efficacia di molecole “reali”. Un messaggio non è una cosa, eppure il corpo lo trasforma in una cosa. La saliva non digerisce le parole, eppure la parola limone evoca gli enzimi. Diamo per scontato che il limone sia reale e la parola limone sia un’astrazione. Non è così. In realtà noi non facciamo che digerire messaggi, ogni momento. La parola limone arriva al cervello che attiva i recettori delle papille gustative che stimolano la salivazione. In natura non vi è nulla di più miracoloso di questa trasformazione. Al confronto trasformare piombo in oro è una banalità, perché piombo ed oro non son che piccoli rimescolamenti di protoni, neutroni ed elettroni.
RELAZIONI ED EMOZIONI
Quando sentiamo le parole “ti amo” il cuore ci batte forte. Un’emozione della mente altrui si trasforma in molecole di adrenalina dentro di noi. Se non è un miracolo questo. Eppure se dico “ferro da stiro” l’adrenalina tace. Inoltre, ancor più importante, quando sappiamo di essere amati, il corpo si trasforma: diventa più leggero, gioioso, i colori ci appaiono differenti e i problemi di ogni giorno sembrano svanire. Come ha fatto il corpo a fare tutto questo? Questo mistero è una sfida complicata per le conoscenze di biologia, medicina, psicologia, chimica e fisica, eppure ha un’importanza vitale. Di conseguenza il linguaggio che usiamo riferendoci a noi stessi e agli altri è di vitale importanza. I giudizi dei genitori influenzano molto i figlioli. Dire “sei cattivo” ha un impatto molto diverso da “usa la mano destra per scrivere”. Il primo è devastante. Il secondo no. Il sistema “corpo-mente” si organizza intorno a esperienze verbali e le ferite prodotte dalle parole possono avere effetti di più lunga durata che i traumi fisici.
LA PAROLA CREATRICE
Dalla parole creiamo letteralmente noi stessi. Osserviamo ora alcune parole potentissime come giovane/vecchio sano/malato. C’è una enorme differenza tra il dire:*“Sono troppo stanca per fare quel lavoro” e “son troppo vecchia”.*“Son stanca, ho l’Hashimoto, ma ci sto lavorando”. “Son troppo stanca perché malata di Hashimoto, non posso farlo”. Le affermazioni con una stellina offrono una chance: veicolano un messaggio subliminale e potente di possibilità di farcela, di cambiare le cose, di poterle assolutamente MIGLIORARE. Se ADESSO siamo stanchi, se ADESSO siamo in una condizione di malattia, più tardi avremo recuperato energie, fra un po’ di tempo staremo meglio, perché permettiamo al tempo di cambiare le cose. Esser troppo vecchi o incolpare una malattia delle nostre impossibilità (a volte è vero, ma le cose possono davvero cambiare: col medico giusto, con il cibo giusto ecc.), sono affermazioni definitive che stabiliscono una regola sul nostro tempo, ipotecando anche il futuro! Le parole programmano le nostre consapevolezze.
Evitiamo di accettare passivamente le connotazioni negative implicite nella parola “vecchio” o “malato”. Così ci aspettiamo problemi, dolori, guai senza ritorno. E il cervello esegue.
La vecchiaia nella nostra mente significa fragilità e malattia, mentre un sessantenne può star bene perché si nutre in maniera adeguata ai suoi bisogni e avere una buona immunità perché si gode la sua vita, e invece un trentenne, a causa di squilibri alimentari o di una vita dissennata o semplicemente perché sta sempre seduto, può stare molto peggio. Se guardiamo oltre il falso dualismo che certe parole offrono, troveremo una realtà differente. Il corpo è una rete di messaggi che vengono costantemente trasmessi e ricevuti, alcuni ci danno nutrimento e sostentamento, mentre altri producono collasso e disordine. Il nutrimento delle cellule va ben oltre la biologia cellulare.
NUTRIMENTO EMOTIVO
Un’insegnante che ci incoraggia e sottolinea i nostri aspetti positivi e le nostre capacità, fa di noi delle persone invincibili, determinate e coraggiose. Quell’incoraggiamento conta come e più di un pasto caldo. I neonati accarezzati hanno un livello più alto di ormone della crescita e aumentano lo spessore della mielina. L’amore si trasforma in reazioni biochimiche VITALI.
Esperimenti con le scimmie rhesus hanno dimostrato che neonati tolti alla madre a cui offrivano due sostituiti artificiali, uno con un filo metallico e un biberon pieno di latte e uno senza biberon ma con tessuto caldo e felpato, preferiscono sempre il feticcio morbido e caldo anche se sprovvisto di cibo. L’istinto che porta a cercare nutrimento emotivo si rivela più potente di quello che cerca il nutrimento fisico.
Cosa conta di più per avere una spina dorsale diritta? La vitamina D o l’autostima? Lo sapete che da adulti il rispetto e la stima dei nostri collaboratori è un antidoto per le malattie cardiache più efficace (e più naturale) di quanto sia il costante controllo dei milligrammi di colesterolo? Il rispetto dà al cuore sicurezza e fiducia, due ingredienti fondamentali per la salute del corpo.
GIOIA E LONGEVITÀ
Le parole non sono soltanto simboli: sono stimoli di informazione biologica. Se pensiamo alla parola “giovane”, ha molte implicazioni negative oggi, inclusa schizofrenia, dipendenza da sostanze stupefacenti, alcolismo, suicidi, irrequietezza sociale.Tuttavia la giovinezza è un’ideale simbolico che suscita sempre reazioni positive…Se volessimo potremmo trasferire lo stesso valore positivo anche alla vecchiaia.Un versetto dell’Antico Testamento che risale al regno di Salomone dichiara: “Per l’uomo la vita è la gioia del cuore, da essa egli trae la lunghezza dei suoi giorni”.
Che la gioia stimoli la longevità – conclude Monica Bertoletti – è ormai assodato anche dall’epigenetica. Sono le decisioni che ci danno gioia e soddisfazione a determinare la qualità della vita negli anni a venire. Esser convinti che il meglio deve ancora venire funge da potente traino delle nostre speranze e offre una vita con progetti da realizzare”.
di Miriam Alborghetti