Sei mesi di attesa per una visita di controllo, operazioni rinviate, reparti off-limits per chi soffre di patologie croniche.
Allarme ospedali. Nessun controllo di routine prima di 6 mesi, liste di attesa per esami diagnostici archiviate in molte regione d’Italia. Interventi programmati rinviati. È questa la situazione da marzo ad oggi. Per diabetici, cardiopatici e malati oncologici l’assistenza sanitaria è latitante con il concreto rischio di non farcela per i ritardi.
Oggi in Italia un pericolo parallelo al virus consiste nella paralisi della sanità che da esso deriva. Mentre lo Stato cerca asintomatici in ogni dove, i malati cronici e le persone sane cercano uno Stato che spesso non trovano. A dare l’allarme e mettere in guardia sui rischi anche Pierluigi Marini, presidente dell’ Associazione chirurghi ospedalieri italiani e primario al San Camillo di Roma che su La Repubblica a giugno già parlava di un sistema sanitario sotto stress.
La situazione attuale non sembra essere cambiata, nonostante non si possa più parlare di emergenza, nonostante le terapie intensive non siano full come si tende a credere. (Solo oggi, martedì 29 settembre, abbiamo 31 persone in terapia intensiva in tutta la Lombardia e nel bresciano sono covid free). In questa sede non si nega il virus, anzi si conferma come si confermano i 35000 decessi sui quali la magistratura non indaga e per i quali i familiari vogliono la verità. Brescia Today
Si stima che siano 3 milioni di pazienti che hanno bisogno di una visita cardiologica e 12 milioni quelli che devono fare un esame radiologico. Molti durante l’emergenza covid hanno visto cancellare i loro esami, altri hanno rinunciato per la paura di contagi e ora tutti tornano alla normalità ma con un sistema sanitario in affanno. Per non parlare del calo degli screening e delle operazioni oncologiche, una situazione spaventosa, difficile da recuperare.
Nel frattempo si impiegano risorse umane e finanziarie in cerca di asintomatici. Esempio eclatante la Regione Campania dove De Luca non solo ha imposto la mascherina h24 anche in strada e da soli, tamponi obbligatori nell’aeroporto di Napoli, ma dove i cittadini si trovano nell’impossibilità di effettuare prestazioni sanitarie presso i centri accreditati in regime di convenzione. Sarebbero finiti i fondi ad essi destinati.
A denunciarlo su Radio Radio, Francesco Amodeo che dichiara di aver riscontrato personalmente l’atteggiamento contradditorio nella Regione Campania. Le fasce più povere della popolazione sono esposte a rischi per la salute.
Non è così ovunque, la Regione Lazio infatti in leggera ripresa, con tempistiche differenti a seconda della prestazione. Eppure nel mese di marzo, per dare una linea di indirizzo omogenea in tutta Italia, il Ministero della Salute ha messo a punto precise indicazioni operative, condivise ed approvate dal Comitato Tecnico Scientifico della Protezione Civile, chiarendo quali, tra attività ambulatoriale e di ricovero, dovevano essere garantite e quali potevano essere procrastinate con specifiche “indicazioni generali per la riprogrammazione delle attività da considerare clinicamente differibili in base a valutazione del rapporto rischio-beneficio”. Qui la lista delle priorità.
Se vi trovate in attesa di una chiamata che tarda ad arrivare, per richiedere il rispetto dei tempi è possibile compilare una lettera e inviarla all’URP dell’Azienda sanitaria di residenza. Disponibile sul sito di Altroconsumo.it/salute/diritti-in-salute/ltempi-di-attesa.