«Se ti dicessero che…»
Prologare lo stato di emergenza fino a dicembre. É l’ipotesi che circola per i corridoi mediatici e testa la non reazione degli italiani, che tacciono.
Farlo diventare una consuetudine è stato l’obiettivo fin da subito: centrato in pieno. Come il gel e le mascherine sono entrate a far parte della routine degli italiani, anche il cambio di regime ottiene consenso. A partire da chi dovrebbe vigilare, se non per altro, per professione, informare i suoi concittadini di quello che realmente avviene. É consuetudine oramai che le penne invece pilotino la grande massa verso la favola scelta dal governo, aiutando la sperimentazione in atto.
Com’è giusto che sia il centrodestra si dichiara contrario, nel gioco delle parti ci sta, intanto, come per le mascherine, passivamente assistono come i telespettatori. “Non ci sono i presupposti, dire che il peggio è alle spalle sarebbe un bel messaggio” ha tagliato corto Salvini. “Prospettiva folle, basta calpestare democrazia e Stato di diritto” ha rincarato Meloni. La Germini: “E’ in corso la valutazione della proroga, non c’è ancora una decisione formale ma grande prudenza. La variante Delta non può essere sottovalutata”.
La via d’uscita sarebbe una rivolta? Non è nel DNA degli italiani abbandonare poltrone e pc. Preoccupa la variante Delta, arrivata giusto in tempo a salvare Figliuolo dalla possibile inattività.
Lo stato d’emergenza serve a mantenere intatta la struttura del commissario per l’eventuale nuova ondata, è difficile essere contrari!
Non siamo fuori dal tunnel.