Ci sono momenti in cui una classe politica, aldilà del colore di partito, deve mostrare coraggio.
Ed essere pronta a camminare su quel sottile filo che divide l’essere politically correct dall’alzare la voce quando è il caso. E nella vicenda del tentativo di scippo dell’acqua pubblica di Ladispoli da parte di Acea Ato 2 è palese come o si fanno le barricare, o si consegna il servizio idrico alla società mista di cui è azionista anche il comune di Roma. Barricate civili, sia chiaro, ma barricate vere che confermino la ferma opposizione di una intera città ad un sopruso che non trova giustificazioni di nessun tipo. Se non dietro quegli accordi di potere e tentativi di privatizzare l’acqua da parte di potentati e politici che hanno fiutato a suo tempo l’affare. Il servizio idrico di Ladispoli è un modello per tutti, a fronte di costi bassi gli utenti usufruiscono di manutenzione ed interventi di emergenza in tempo reale. La gestione della Flavia Acque, la municipalizzata del comune di Ladispoli, è un fiore all’occhiello che qualcuno da Roma vorrebbe far appassire per favorire l’arrivo di Acea che nel nostro comprensorio non è proprio amata dai cittadini. E’ sufficiente leggere articoli di stampa sulla qualità del servizio idrico a Cerveteri, sui costi delle bollette e sui pachidermici tempi di intervento, per comprendere come Ladispoli deve difendere a denti stretti la Flavia Acque per tutelare le migliaia di utenti da quello che sarebbe un salto nel buio. E’ il momento delle barricate perché Acea è tornata all’attacco in queste ore con un documento inviato al comune ed alla Regione Lazio in cui diffida i due enti a consegnare il servizi idrico di Ladispoli all’Ato 2. Una minaccia che potrebbe innescare reazioni a catena, compresa una battaglia in sede legale senza esclusione di colpi, ma dall’esito imprevedibile visto che il nemico da affrontare è di quelli economicamente potenti e politicamente ben collegati. Quando parliamo di barricate intendiamo dire che non basta la lettera con cui il comune di Ladispoli ha chiesto al sindaco Virginia Raggi di intervenire, visto che il comune di Roma è l’azionista di maggioranza di Acea, per chiedere un suo pronunciaamento a tutela dell’acqua pubblica. Peraltro un cavallo di battaglia del Movimento 5 stelle quello della difesa dell’acqua pubblica. Occorre alzare la voce, annunciare di essere pronti a mobilitare tutta Ladispoli a tutela del servizio idrico, arrivando fino alla serrata di tutte le strutture comunali e private se necessario. La gente guarda con fiducia alla classe politica di Ladispoli, se necessario invitiamo l’amministrazione comunale a portare centinaia di persone sotto la finestra del sindaco Raggi per ribadire che l’acqua non si tocca. Sperando che il primo cittadino di Roma si ricordi ancora che la difesa del servizio idrico pubblico era uno dei cardini dei 5 Stelle.