L’informazione non è garantita, è tenuta sotto chiave.
Comitato per la Legalità e l’anticorruzione OdV:
” Il 23 dicembre 2016 entrò in vigore il Foia (Freedom of information act), la nuova normativa italiana in tema di accesso agli atti amministrativi. In pratica, la possibilità di visionare dati e documenti in possesso della Pubblica amministrazione anche per semplice curiosità e senza bisogno di fornire una specifica motivazione.
Chiunque può accedere agli atti della Pa, in nome della trasparenza e della lotta alla corruzione. Il sistema precedente viene quindi ribaltato: il diritto alla privacy diventa un’eccezione alla regola generale, ossia al libero accesso ai documenti pubblici. Va precisato che, per le Pa, era già (ed è) previsto l’obbligo di pubblicare determinati documenti nella sezione «amministrazione trasparente» del proprio sito internet. Il diritto di accesso di cui si sta parlando si riferisce ad atti ulteriori rispetto a questi, ossia gli atti per cui non sussiste già l’obbligo di pubblicazione. La libertà di informazione, quindi, dovrebbe essere garantita ancora di più.
Ma non è così nei due comuni ove siamo presenti con iscritti, sostenitori e sedi. Soprattutto quello cerveterano è stato condizionato negli anni tra il 2012 e 2021 da una ostinata protezione, ed i dati e le informazioni su atti amministrativi, come ad esempio i permessi di costruire, le variazioni urbanistiche tutte, le regolarizzazioni alle sanzioni, sono stati e sono tutt’ora completamente oscurati, stessa cosa dicasi per i dati dei servizi sociali che vengono anch’essi tenuti “sotto chiave”, sussidi, valutazioni, e comunicazioni inerenti contributi concessi a cittadini, dati di figli o nipoti anche sanitari, non vengono resi dal servizio sociale. Nel primo caso, non sono solo oscurati i nomi di chi richiede le modifiche urbanistiche, ma persino gli indirizzi , ogni informazione utile.
Nel secondo caso, per i servizi sociali, le informazioni vengono negate persino nel consueto riepilogo di legge, cosicché ogni verifica anche minima delle reali condizioni di un nucleo familiare o le informazioni dovute ai genitori o ai familiari, in specie se il bambino è collocato in casa famiglia.
Ebbene, un ricorso del 2001 presso l’Autorità Garante per la protezione dei dati personali, afferma che tali privazioni, non sono legittime, e che anzi, si configurerebbe una omissione da parte dell’ufficio.
Di fatto, tale ricorso il numero 11294 del 28 settembre 2001 è firmato da un Illustre Costituzionalista, il Prof. Stefano Rodotà, che chiamato a rispondere su un accesso agli atti reso solo parzialmente ad un genitore di uno dei comuni da noi presi in esame, inerente proprio l’estensione di tutti gli atti ai genitori che transitano per il servizio sociale, afferma che ” qualunque comunicazione in entrata o uscita dal servizio sociale, anche in termini di appunti, deve essere consegnata ai genitori o a chiunque ne abbia titolo ” . Per tale ragione è importante conoscere il diritto, perché non sempre le persone inserite nei posti chiave sono funzionari preparati.
I reclami al servizio sociale sono degli utenti, però, mai gestiti e rappresentati ai superiori. Cosicché la valutazione del personale per una recente promozione, da parte del dirigente Antonio Lavorato, non è stata del tutto soddisfatta. Il Dirigente in una sua recente missiva a questa Organizzazione di volontariato, ha dichiarato che i reclami negli anni non vi sono stati. Eppure bastava inserire su google reclami o proteste servizi sociali Cerveteri, ve ne è presenza persino nelle TV locali e talvolta nazionali, o richiedere al personale amministrativo – non certo alle assistenti sociali di cui tra l’altro gli utenti hanno timori – se i cittadini avessero mai protestato, avrebbero risposto si, ma non sarebbero stati in grado di riferire nomi e cognomi, in quanto anche se è previsto il monitoraggio dei servizi pubblici di tipo sociale sull’utenza, che deve essere anonimo, questo, non è stato mai attivato, né reso fruibile.
A parte il tentativo di una funzionaria di Ladispoli, encomiabile, che finalmente ha posto rimedio ad un diritto sacrosanto degli utenti: segnalare criticità , ma purtroppo fermato perché la raccolta dei dati di reclamo passerebbe dalle assistenti sociali e nessuno lo farebbe, questo è quanto ci hanno segnalato i cittadini, le famiglie.
Rappresentiamo alle nuove amministrazioni insediate in Ladispoli ed in Cerveteri, che già dall’agosto scorso (2021) questa OdV, facente parte del Distretto socio sanitario F2, si era resa disponibile ad effettuare tale monitoraggio, anche in forma gratuita, e tutt’ora siamo disponibili a compiere nel tempo ciò che la macchina burocratica avrebbe dovuto fare ma non ha mai neppure iniziato, affinché dopo i comuni non debbano fronteggiare cause civili per danni per l’operato del servizio sociale, dando per scontato che sia “buono” perchè talvolta così non è !
Il monitoraggio ha il doppio vantaggio di effettuare valutazioni standard sul personale per le future promozioni, prevenire azioni in contrasto ai diritti fondamentali dei cittadini, raccogliere, sempre in anonimato, informazioni utili a migliorare il servizio, verificare effettivamente la soddisfazione dell’utente che usufruisce di servizi pubblici dati in appalto a cooperative sociali, che in passato, sono state sotto l’occhio attento persino della Procura nostrana, proprio per la gestione irregolare delle procedure tutte, in barba al Regolamento (il R.U.A.) approvato dai nostri due comuni.
Senza controllo, senza trasparenza, si rischiano continue azioni giudiziarie che inficiano sui bilanci e sulla spesa pubblica, sarebbe bene evitarli.
Confidiamo in un accoglimento delle nostre proposte,
Lo staff del Comitato per la Legalità e l’anticorruzione OdV