Siccità, il report dell’associazione Anbi: «Ladispoli e Cerveteri come il Marocco»

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Danni per la scarsa pioggia ma ad inguaiare gli agricoltori sono anche i rincari energetici e l’aumento della nafta.

«Ladispoli e Cerveteri sono come il Marocco». Ci sarebbe da ridere sentendo queste parole pronunciate da un ente nazionale riconosciuto. Ma forse c’è davvero poco da scherzare. Perché lo studio ufficiale prodotto dall’Anbi, l’Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue, ci paragona a Casablanca, insomma alle città del continente nero.

 

Ha piovuto davvero poco negli ultimi mesi con precipitazioni al di sotto della media – dicono gli esperti – per oltre il 70%. E in questo quadro critico legato all’inaridimento e alla cementificazione dei terreni – evidenzia sempre l’Osservatorio idrico in una nota ufficiale – i rischi idrogeologi sono alti, legati naturalmente ai cambiamenti climatici che fanno paura e producono devastazioni, come accaduto in questo periodo nelle Marche. «Quella dei cambiamenti climatici è un’avanzata inarrestabile anche per l’assenza di infrastrutture adeguate, quali gli invasi, capaci di trattenere le acque di pioggia, salvaguardando i centri abitati e creando riserve per i momenti di necessità idrica», ricorda Francesco Vincenzi, presidente Anbi.

Gli agricoltori del litorale di danni ne hanno contati parecchi. Ora però c’è da misurarsi con rincari energetici e del carburante, in realtà già dallo scoppio della guerra. Tutto ciò ha comportato maggiori sacrifici soprattutto per chi ha numerosi ettari di terreno a disposizione e ha investito nell’ultimo periodo in termini di fatica e di soldi. «Non potendo contare sull’acqua piovana – spiega Roberto Seri, referente locale della Confederazione Italiana Agricoltori – i contadini sono costretti ad irrigare utilizzando di più i pozzi del Consorzio di bonifica con inevitabili costi maggiorati in bolletta per il consumo. Non meno grave l’aspetto del carburante. Più è arida la terra, più volte si deve passare con trattori e mezzi meccanici, più nafta viene utilizzata. Confidiamo almeno a breve si possa acquistarla a prezzi calmierati».

Uno spiraglio c’è dopo le richieste della Coldiretti accolte nel decreto “Aiuti ter” proprio per alleggerire la bolletta energetica delle imprese agricole. Sulla qualità dei prodotti tutto sommato non ci sono rischi. «A volte può accadere – prosegue Seri – che la forma di una pianta, prendo come esempio il carciofo, sia diversa se bagnata dalla pioggia o da altro tipo di irrigazioni». Al momento non sono previsti aiuti statali. «Sono stati cinque mesi duri – ammette Riccardo Milozzi, vicepresidente del Consorzio di Bonifica Litorale Nord – nei quali ovviamente gli agricoltori sono stati costretti a ripiegare maggiormente sugli interventi esterni. Le bollette sono raddoppiate, se non triplicate per colpa di questa crisi globale. Non sono previsti indennizzi, confidiamo almeno si utilizzino dei fondi del Pnrr per realizzare dei laghetti o dei bacini artificiali che possano servire specialmente alle aziende ortofrutticole più grandi. Occorrerebbero infrastrutture in grado di trattenere l’acqua piovana in modo da creare riserve per i momenti più delicati come questo».

Tutto è destinato a ricadere sui consumatori se dovessero aumentare frutta e verdura per gli aumenti delle materie prime, dei fertilizzanti e del trasporto.