Dopo 12 anni di processo, la corte d’appello dell’Aia condanna la Shell. Una sentenza che può fare scuola.
Condannata a risarcire i contadini nigeriani danneggiati dalle fuoriuscite di petrolio. La sentenza della corte d’appello dell’Aia inchioda la compagnia olandese Shell per disastro ambientale nel delta del fiume Niger. Non solo la sua sussidiaria per le operazioni in Nigeria, la Shell Petroleum Development Company of Nigeria Ltd. Anche la casa madre è colpita dal dispositivo della sentenza, che obbliga la major petrolifera ad installare dei sistemi di monitoraggio per gli oil spill lungo i suoi oleodotti nel paese africano.
“È la prima volta che un tribunale ritiene una società transnazionale olandese responsabile del suo duty of care all’estero”, commenta in una nota l’ong ecologista Friends of the Earth, che ha promosso e seguito il caso. “È enorme che Shell debba compensare il danno”, sottolinea Donald Pols, direttore di Milieudefensie che ha dato manforte a FotE. “Questo è anche un avvertimento per tutte le società transnazionali olandesi coinvolte nell’ingiustizia in tutto il mondo. Le vittime dell’inquinamento ambientale, dell’accaparramento di terre o dello sfruttamento ora hanno maggiori possibilità di vincere una battaglia legale contro le aziende coinvolte. Le persone nei paesi in via di sviluppo non sono più prive di diritti di fronte alle multinazionali”. L’intero articolo su Rinnovabili.it