Al giro di boa è sempre Juventus
di Ugo Russo
Sia pure ancora con due partite da disputare (Crotone-Juventus e Bologna-Milan, che sono state rinviate all’8 febbraio prossimo, perché le due squadre che le giocheranno in trasferta sono state impegnate nello scorso dicembre in Supercoppa italiana), la serie A di calcio ha esaurito il girone di andata con una classifica che vede sempre più in testa (e meritatamente) proprio i bianconeri torinesi.
Dopo il lungo stop “natalizio” le squadre sono tornate ad affrontarsi nel passato week-end, dove sono sati evidenziati i soliti problemi/difetti ed un’unica certezza: che in serie A c’è solo una squadra degna, quella che comanda, per il resto un’accozzaglia di compagini modeste o incomplete. I difetti sono che é un calcio, quello nostrano, che ormai da tempo é logoro, non riesce più a esprimere spettacolo, qualcosa che giustifichi il prezzo del biglietto e poi ci si lamenta che gli stadi siano sempre più vuoti. E non si sente più, con frequenza, parlare di incidenti fuori o all’interno degli stadi. Almeno per quello, meno male. E si spera che non ci sia a breve una nuova recrudescenza del fenomeno. Problemi, invece, dal punto di vista del gioco ce li ha anche la Juventus, con un centrocampo inadeguato, dove Marchsio, sul recupero del quale i dirigenti bianconeri ripongono molte speranze, appare per ora un normalissimo giocatore. Nonostante questo la “Vecchia Signora” é ancora non una ma tante spanne superiore a tutte le altre.
Ma il problema più grosso, in generale, é quello di arbitraggi spesso inaffidabili; la qualcosa é gravissima perché condiziona i risultati delle partite e la stessa classifica generale. In un calcio che, mancando lo spettacolo, é sempre più in mano ai singoli episodi. Arbitri che dovrebbero sbagliare con il contagocce, visto che ora qualcuno lo fa anche come professione e dovrebbero avere la vista di un gheppio (l’animale, un rapace, con il campo visivo più sviluppato). Si avvalgono della collaborazione degli addizionali che contribuiscono spesso a confoder loro ancora di più le idee. Hanno, forse, la parziale scusante che il calcio ha lasciato nei tombini la tecnica per privilegiare la corsa e la prestanza fisica e non ce la fanno in ogni azione a stare appresso al gioco; ma allora… devono cambiare sport! E chi scrive non é neppure favorevole alla moviola in campo che allungherebbe moltissimo, altroché!, il tempo delle partite. La cosa preoccupante é che oltre alle ultime leve, molte delle quali non appaiono all’altezza, si uniscono direzioni di gara deficitarie pure da parte dei più quotati, di quelli che fino a poco tempo fa davano la massima sicurezza. Perché si può sbagliare una volta (errare é umamo) ma spesso… Per tutti un nome.
C’ERA UNA VOLTA RIZZOLI – Fino allo scorso anno ce lo invidiava tutto il pianeta calcio: per due stagioni eletto miglior arbitro del mondo, una finale del Mondiale ed una di Champions dirette e tante attestazioni di stima e rispetto. Quest’anno ha cominciato molto male la stagione e “due perle”, soprattutto, ne hanno inficiato il rendimento: il gol (valido) prima dato e poi tolto alla Juventus a Milano contro il Milan; il clamoroso rigore negato al Genoa domenica scorsa sullo 0-0 contro la Roma, per il calcione di Strootman sulla gamba di Rigoni, caduto a terra nell’area romanista. Qualcuno ha detto che anche alla Roma, che aveva già sbloccato il risultato con un autogol, é stato negato un rigore per fallo nei 16 metri genoani su Fazio, ma al massimo si poteva parlare di punizione indiretta (la vecchia punizione a due, ricordate?) per gioco pericoloso. E poi ancora partite con altre contestazioni. No, non é da Rizzoli e proprio lui deve scuotere l’ambiente con direzioni che rasentino la perfezione anche per fungere da sprone ed esempio per i giovani colleghi ancora acerbi per certi cimenti.
NON E’ CERTO LA ROMA L’ANTAGONISTA DELLA JUVENTUS – Tre anni fa, forse, a fronte di gare in cui aveva saputo spesso imporsi nel gioco e nei risultati alle avversarie incontrate, la Roma avrebbe potuto vincere lo scudetto, ma ebbe la sfortuna di incontrare sulla sua strada una Juventus che non sbaglio’ praticamente nulla. Oggi no, non merita neppure lontanamente il posto che occupa in classifica. Adesso giocano meglio, pur con i loro difetti e la loro mancanza di continuità, il Napoli, l’Atalanta, le milanesi, la Lazio quando é in giornata, e che dire di tutte quelle che non le sono state inferiori quando l’hanno affrontata, eppure hanno perso? Vedete, nella mia carriera ho sempre raccontato la mera verità, preparandomi ogni volta a fondo perché potessi farlo. Questo per una forma di rispetto, di amore quasi verso quei fruitori del mio messaggio che per cinquanta anni mi hanno seguito e continuano a farlo. Perciò sentire continuamente qualcosa che offende la gente, che la prende in giro non raccontando la verità proprio non mi va giù. Uno e ultimo caso per tutti: nauseante il fatto che il programma sportivo più importante della domenica sera non abbia mostrato nel filmato di Genoa-Roma che sullo 0-0 c’era un rigore grosso come una casa per i liguri non dato da Rizzoli (mal coadiuvato dall’assistente Rocchi).
Nella conduzione delle trasmissioni radio-televisive, anche quelle storiche ridotte alla stregua di faziosi “bar sport”, o nella stesura dei servizi sulla carta stampata, a commentare la Roma sono stati messi ex curvaioli della Sud che non possono dare una dimensione vera di quella che é stata la prestazione della loro squadra. E la non obiettività é una delle nemiche più fastidiose e dannose del giornalismo. Inoltre questi tizi hanno cambiato in corsa la definizione sulle prestazioni della Roma: hanno cominciato dicendo: “Non é stata la solita squadra che siamo abituati a vedere (!!!) e comunque ha vinto (racconta veramente come, sforzati…)” per poi passare a: “Non é più una Roma bella ma cinica e determinata”. Il calcio é in grande crisi, se ci mettiamo anche a fare le cronache e i giudizi secondo il tifo é finita.
E chi fa parlare chi interviene anche quando non c’entra nulla e si parla di altro; definisce, tal persona, grande squadra un undici mediocre ed aiutato da tanta fortuna (l’autogol di Izzo, per altro sfortunato, non é che l’ultimo dei tantissimi errori delle difese che hanno incontrato i giallorossi e ne hanno propiziato incredibili segnature) e da decisioni arbitrali favorevoli. Domenica sui saluti la stessa persona in oggetto é tornata indietro dicendo, con un sorriso di piena soddisfazione. “Spalletti ha affermato che la Roma ha mostrato un gran carattere”. La c di inizio parola é giusta ma la parola stessa é diversa… Quanto ai provvedimenti arbitrali, nel solo girone di andata la Roma ha avuto nove rigori, almeno quattro dei quali palesemente inventati (e che hanno fruttato bei punti) e un decimo glielo avrebbero dato nel derby, inventato anch’esso, se l’arbitro non fosse tornato sulla sua decisione. Dieci rigori sono la dotazione di due campionati interi! Alla Juventus, capolista in pratica dall’inizio, due rigori soltanto e perché a momenti staccavano le gambe al bianconero falciato in area. E quanti gliene hanno negati! Senza scordare il furto subito a San Siro. E altri, ultimo appunto quello di Genoa, non li hanno dati agli avversari dei giallorossi. A fronte di un gioco, quello della Roma, quasi mai convincente.
Esilarante perché paradossale, poi, chi cura le rubriche sulla classifica reale senza errori arbitrali dalla capitale: ce n’é uno che scrive che la squadra di Spalletti ha addirittura tre punti in meno di quelli che dovrebbe avere! Gli é scappata la penna: ne dovrebbe avere realmente una decina in meno!
E’ parso davvero una bestemmia che a un certo punto domenica la Roma si sia trovata a -1 dalla vetta!!! Una bestemmia che se confessata non avrebbe ricevuto l’assoluzione, tanto era grossa.
SUGGERIMENTO – I fine settimana passateli a passeggiare con la famiglia o in qualche palazzetto a seguire altri sport. Vi divertirete sicuramente di più.